23 - Tess - Golden Card

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I miei propositi sono buoni, mi sveglio presto e mi metto a stirare il completo con la gonna blu e la camicetta bianca che ho comprato ieri, dopo essere andata da Glenn a firmare il contratto

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I miei propositi sono buoni, mi sveglio presto e mi metto a stirare il completo con la gonna blu e la camicetta bianca che ho comprato ieri, dopo essere andata da Glenn a firmare il contratto. Appoggio il ferro sul mobiletto verde della piccola cucina che condivido con Olly e guardo un attimo fuori dalla finestra di fronte a me. C'è già un discreto via vai di gente nonostante sia mattina presto. Do un'occhiata ai segni, sono quasi scomparsi sul polso, è un gesto che ho fatto spesso negli ultimi giorni, mi dà la cifra del tempo passato dai momenti che io e Arthur abbiamo condiviso. Spero che quando non ci saranno più, la sua assenza farà meno male di così. Naturalmente non si è fatto sentire. Glenn è stato piuttosto formale e tranquillo ieri, ha evitato di fare domande su me e Arthur, del resto non sarebbe nel suo stile. Mi chiedo se loro abbiano un rapporto così intimo da raccontarsi a vicenda le loro avventure amorose. Ma non so perché anche questo non mi sembra far parte dei modi di Glenn, o almeno lo spero, sarebbe piuttosto imbarazzante. Prendo il caffè e poi vado a prepararmi. Nonostante le mie proteste, Glenn ha insistito per farmi venire a prendere da una macchina aziendale. Alla fine decido lo stesso di portare con me un paio di ciambelle nel caso non riuscissi a fare una pausa pranzo. Sono diretta alla S.E.P. , anche se devo ammettere che avrei preferito andare allo Shanti dove non rischio di vedere Arthur così spesso. Scendo velocemente le scale e salgo nella macchina con la targa dell'azienda che mi sta aspettando vicino al marciapiede. Per un attimo ripenso al bacio la sera della festa alla S.E.P. e ho un tuffo al cuore. L'uomo alla guida mi fa un cenno con la testa mentre sbadiglia. Lo saluto e mi immergo nel traffico e nei miei pensieri.

<<Le mangi quelle?>>

<<Cosa?>>

L'uomo indica le ciambelle che ho poggiato sulle gambe.

<<No, prendile pure.>>

Senza troppe cerimonie le fa sparire prima di arrivare alla seconda rotonda, tenendo una sola mano sul volante. A quanto pare gli zuccheri lo fanno diventare piuttosto loquace, vengo a sapere che si chiama Samuel e mi racconta che conosce Glenn da quando era molto piccolo, e fa il segno con le dita per indicare una persona piccola. Mi racconta di essere in ottimi rapporti con la madre di Glenn e sembra essere alquanto compiaciuto della cosa, poi si sfoga lamentandosi dei tradimenti della ex moglie che a quanto pare sono per lui una ferita recente. Mi ritrovo davanti all'insegna della S.E.P. anche prima di quanto avessi previsto e ringrazio mentalmente Samuel perché anche se i suoi discorsi non mi interessano e mi sono limitata ad annuire, almeno per un po' non ho pensato a Arthur. Samuel scende con me e mi accompagna al tornello, mi dà appuntamento per riportarmi a casa alle cinque. Infilo il pass nel lettore di carte. Una volta all'interno dell'edificio, che è elegante come lo ricordavo, con le sue belle linee essenziali, mi viene incontro una donna sui sessant'anni, ha l'aria trafelata e i capelli accuratamente arricciati. La mia attenzione è calamitata dall'enorme spilla a forma di fiocco che ha appuntato sulla giacca di tweed viola.

<<Tess Milton?>>

<<Si.>>

<<Perfetto. Io sono Bett, la stavo aspettando. Glenn è già qui, terzo piano. Benvenuta alla S.E.P.>>

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