"La verità, Tess. Non lo so perché, non lo so che ci faccio qui. Io mi sposerò tra pochi mesi, e non posso tirarmi indietro. Non sarà come in tutti quei film da donne in cui all'ultimo minuto uno manda tutto a puttane. Non ho niente da offrirti, o a...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
La notte è stata un inferno e quando mi sono svegliata, Glenn non era da nessuna parte. Il che mi è sembrato strano, siamo abituati da sempre a fare colazione insieme, è un momento della giornata a cui, lui, non ha quasi mai rinunciato, non senza preavviso, almeno. Metto un vestito chiaro, uno di quelli che preferisce e vado in veranda. Quando vedo che anche Gloria è seduta al tavolo della colazione penso immediatamente di fare marcia indietro e sparire. Non mi ha mai potuta soffrire, è un sentimento reciproco.
<<Tess... >>
Mi dice quando ho già iniziato ad invertire la rotta.
<<Prego, non mi disturbi, vieni. Mi piacerebbe fare due chiacchiere tra donne.>>
Non mi rimane molta scelta purtroppo. Faccio un bel respiro e mi dirigo al tavolo. Arriva come sempre un cameriere a spostare la sedia. Lo ringrazio e Gloria gli fa cenno di lasciarci soli. È incredibile quanto assomigli a suo figlio.
<<Non riesco a trovare Glenn.>>
Le dico mentre imburro un toast. Lei segue i miei movimenti.
<<Speravo potessi essere tu a dire a me cosa sta succedendo. Ha dormito nella stanza degli ospiti.>>
Mi fa notare come se non lo sapessi già.
<<Lo so.>>
Dico col tono un po' meno accondiscendente di quanto avrei voluto.
<<Il tuo era un castello di carte destinato a cadere. Mio figlio ha sicuramente dei difetti ma non è uno stupido.>>
Mi impongo di stare zitta, di osservare le regole. Questa in fondo è casa di Gloria.
<<Non ho nessuna mira su di lui.>>
Dico semplicemente, credendo che questo sia il punto. Ma non lo è.
<<No, lo so. Sarebbe stato molto più facile, se fossi stata semplicemente un'arrivista. Invece tu sei della specie peggiore. >>
Mi verso il tè facendo finta che non mi stia sputando addosso tutto questo veleno.
<<Non hai mai detto ad Arthur del bambino. È stato un atteggiamento egoista tirare in ballo Glenn, usarlo, farlo sentire responsabile.>>
<<Gloria, tu non sai di cosa stai parlando e in ogni caso, non ho nessuna intenzione di affrontare questo discorso con te.>>
<<Oh, so esattamente di cosa sto parlando.>>
Il tono è basso, tranquillo.
<< Sto parlando del fatto che non ami mio figlio e mio figlio invece pensa di amarti, e pensa che lo renderai felice. Ma Glenn non è fatto per questo. Quindi se non sei del tutto egoista, come il tuo comportamento lascerebbe invece intendere, faresti meglio a mettere le cose in chiaro con lui.>>
<<Ti sbagli, Gloria. Sono molto legata a Glenn.>>
Ma i miei occhi corrono veloci al giardino, alla grossa quercia che riesco a scorgere anche da qui e alla sensazione della corteccia, irregolare, frastagliata contro la mia schiena. E le sue mani addosso, la sua voce.
<<Lo ami?>>
Chiede annoiata con tanto di sopracciglio alzato.
<<Si.>>
Gloria parla senza darmi il tempo neppure di pronunciare tutta la parola.
<<Ho invitato Arthur qui, stasera. Verrà accompagnato.>>
Distolgo lo sguardo dal giardino e guardo quegli occhi opachi, senz'anima, fermi.
Accompagnato.
<<Perché lo stai dicendo a me?>>
Gloria non risponde, si limita a sorridere e a guardare anche lei fuori, verso il giardino, dove quello che pensavo di vedere solo io, sembra invece essere evidente a tutti.
<<Non stavi con lui?>>
<<Non sono mai stata con lui e ora sto con Glenn.>>
<<Capisco.>>
Dice Gloria. Con la tazza di tè fumante tra le dita.
<<Spero che mio figlio sia scappato il più lontano possibile.>>
Continua. Ma non ho intenzione di ascoltarla ancora.
Mi alzo, butto il tovagliolo sul tavolo in maniera teatrale e torno in camera. Provo a telefonare a Glenn, il telefono squilla ma lui non mi risponde. Mi sento così arrabbiata. Non riesco a trovare una posizione, provo a leggere ma sembra che le parole stampate non abbiano senso.
Accompagnato. Accompagnato da chi?
Lo odio! Dio, quanto lo odio.
- "Dove diavolo sei finito?"
Gli mando un sms. Mi maledico per essere stata così fredda con Glenn, non avrei dovuto, sono sempre la solita stupida. Non mi lascerò mai più neppure distrarre da Arthur, questa è stata davvero l'ultima volta. Come sarà questa sua nuova donna? Sarà come tutte le altre, bellissime e senza cervello, ecco come. Non c'è niente da fare, le persone non cambiano, fine della storia. Continuo a darmi della stupida e più lo faccio, più Glenn non si fa vedere, più mi arrabbio.
Decido di farmi accompagnare dall'autista a comprare un nuovo vestito. Che si fotta Glenn. Di questo è fatta la mia nuova vita, in fondo, di questo voglio che sia fatta. Shopping, riviste, cibo raffinato, pettegolezzi, sciocchezze. Solo cose che non possono più fare male. E tento di concentrarmi su questo, sul vestito che sto andando a comprare, so che a Glenn non piace che esca senza di lui. Ma gli sta bene, è inconcepibile che sia sparito senza una spiegazione e che mi abbia piantata da sola subito dopo aver fatto sesso con me per la prima volta.