4. Il nuovo fidanzato

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Il volto di Tiziano lo fissava malinconico dallo schermo.

Accanto a quello sorridente di Luca Nargiso, mediano e bandiera della Lazio, un metro e settanta d'altezza, svariati metri quadrati di pelle tatuata, testa rasata con cresta a punta.

Il suo nuovo fidanzato.

Non era il ragazzo ufficiale, ovviamente. Nessuno sapeva niente di loro due. Persino Simone, che aveva contatti con Tiziano tramite l'agenzia che curava gli affari di entrambi, gli aveva assicurato più volte che erano solo amici, e che Nargiso era etero, perché nonostante la giovane età (ventiquattro anni) era già sposato e con una figlia.

Ma Claudio non era stupido: chissà quanti calciatori gay avevano moglie e figli. Nargiso non era il primo e non sarebbe stato l'ultimo. Chissà, forse anche Tiziano l'avrebbe fatto, presto: una bella velina all'altare e qualche pargoletto che seguisse le sue orme di sportivo professionista.

Era così ovvio che fosse il suo ragazzo.

Nargiso era un coatto. Ok, anche Claudio era un po' coatto, ma Nargiso era oltre. Non era possibile che uno come Tiziano, snob e con la puzza sotto il naso, diventasse semplicemente amico di un buzzurro tatuato come lui. Molto più probabile che si fosse fatto affascinare dai suoi muscoli e dal suo maschio grezzume e se lo fosse portato a letto.

Erano sempre insieme. Uscivano insieme ogni sabato sera, e Tiziano non era il tipo a cui piaceva uscire il sabato sera, quindi se ci usciva doveva esserci una ragione di altro tipo. E lì, davanti ai suoi occhi, c'era l'ennesima prova: quella foto era stata scattata al mare, in vacanza, isole greche. Erano andati in vacanza insieme! Se non era una prova quella...

Perché ho aperto Instagram?

Non aveva mai annullato l'iscrizione al profilo di Tiziano. Non voleva fare la parte dell'ex rosicone. Claudio non usava molto spesso i social, ma le rare volte che faceva login su Facebook o Instagram, per lo più allo scopo di pubblicare qualche foto della Fortitudo, c'era sempre qualche immagine di Tiziano che appariva nel feed: agli allenamenti, all'evento di beneficienza, dopo l'ennesimo gol segnato...

E ora, lì, il pugno nell'occhio: in vacanza con il fidanzato.

Perché cazzo ho aperto Instagram?

La risposta era semplice: perché si era stufato di arrovellarsi sul foglietto di Maga Magò.

E invece era mejo se continuavo a studià quello.

La cosa migliore, a dire il vero, sarebbe stata studiare per l'esame del giorno dopo, ma come poteva farlo, con tutto ciò che era successo?

Diciotto in arrivo, pensò.

See, magari diciotto. Facile che popo nun lo passo.

Decise di non pensare all'esame. Avrebbe ripassato nel pomeriggio, dopo pranzo.

Fece log-out da Instagram, posò il cellulare sul tavolo e riprese in mano il foglietto, per provare a googlare qualche altro nome.

Nonostante i buoni propositi, alla fine non l'aveva buttato, perché aveva fatto l'errore di darci un'ultima occhiata, e aveva letto una cosa che l'aveva inquietato. Uno degli ultimi nomi della lista era: Rosa Schiavone: 2 agosto 1980 - 10 giugno 2020.

Rosa era il vero nome di Maga Magò. Glielo aveva detto Simone, tanti anni prima: Rosa e Margherita. Le due sorelle. A Claudio era rimasta in mente la sciocca combinazione floreale.

A vederla le avrei dato più di quarant'anni... ma è lei, ovvio.

C'era scritta la sua data di morte. Sapeva che sarebbe morta il giorno prima. Esattamente come aveva detto a Claudio.

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora