55. Nuove amicizie

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«Soccia, Simo, che figata...» disse Marco in tono sognante.

«Mi piacerebbe sapere cosa significa, però.» Simone, steso sul letto si passò una mano sulla fronte leggermente sudata.

Era al telefono con Marco, che era appena tornato al convitto dopo una brutta giornata: il Felsina era stato eliminato al primo turno della Coppa Italia di Serie C. Erano ancora in gara per la Tim Cup Nazionale (la partita con l'Udinese si avvicinava, si sarebbe giocata i primi di dicembre). Ma il Felsina era uscito da una competizione che mirava a vincere. Non era una buona notizia.

La cosa peggiore era che Claudio aveva sbagliato un gol a porta vuota. Simone non l'aveva visto, ma Marco glielo aveva descritto come: «...uno di quegli errori clamorosi, stile Dzeko contro il Palermo.»

Simone, allora, un po' perché era dispiaciuto per Marco e voleva cercare di distrarlo, un po' perché sentiva il disperato bisogno di parlarne con qualcuno, gli aveva raccontato cosa aveva letto sul libro di Floricienta.

Negli ultimi tempi, la lancetta cerebrale di Simone che oscillava costantemente tra "Marco pericoloso stregone" e "Marco complottista credulone ingenuotto" era ottimisticamente quasi sempre puntata sulla seconda voce. Perciò era stato semplice prendere quella decisione.

Forse in tutto quell'ottimismo c'entrava parzialmente il fatto che Simone sentiva quasi sempre Marco di sera, e di sera beveva quasi sempre qualche cicchetto per rilassarsi. Forse. In quel momento non gli interessava, si sentiva in pace con il mondo.

«Cosa vuoi che significhi?» disse Marco. «Solo l'amore esiste, e l'amore vince tutto! Significa che l'amore è la forza più grande dell'universo! È così bello che mi viene da piangere...»

«Quella è una frase conclusiva un po' altisonante ed enfatica... mi riferivo a questa specie di proverbio...» Simone lesse dagli appunti sul quaderno: «Il potere vince l'uomo, la morte sfugge al potere, ma l'amore vince tutto. Sai cosa mi fa venire in mente? Le tre regole, i tre limiti dei desideri. Te ne avevo parlato, vero?»

«Sì, le regole del genio di Aladdin?»

«Esatto: non uccidere, non redivivere e non innamorare. Floricienta dice che le forze intangibili sono la morte e l'amore... significherà quello, no? La morte e l'amore non possono essere toccati dai desideri, quindi dalla magia.»

«In conclusione non hai scoperto niente di nuovo.»

«In realtà sì: Floricienta aggiunge anche che la morte può essere ingannata, ma non capisco come sia possibile, se è vero che la magia deriva dai desideri e se è vero che coi desideri non si può agire sulla morte.»

«Ma è ovvio, no? Con la forza dell'amore!»

«Vedo tipo arcobaleni di cuoricini uscire dal ricevitore del mio cellulare...»

Marco rise. «Non stavo facendo il busone romantico. Pensaci, lo dice anche lei, no? L'amore vince tutto. Sarà così, no? L'amore vince anche la morte.»

Simone si prese la radice del naso tra le mani: non aveva bevuto tanto da essere ubriaco, ma allo stesso tempo non si sentiva lucidissimo, e ragionare ad alta voce su quegli argomenti gli stava facendo venire mal di testa. «Però dice anche che le pratiche di inganno della morte sono pratiche abominevoli. Come può essere abominevole qualcosa che ha a che fare con l'amore? Cioè, l'amore è una cosa bella, no? Una forza positiva. Credo.»

«Be', sì che è una cosa bella. Cosa c'è di più bello dell'amore?» disse Marco in un sospiro.

«Continuano ad arrivarmi gli arcobaleni...»

Marco rise di nuovo. «E quindi leggendo il primo capitolo non ti sei chiarito nulla?»

«Ah, no. Il primo capitolo era una cosa quasi incomprensibile. Pieno di termini assurdi... tutta una cosa filosofica teologica... in pratica, da quello che ho capito, 'sta tipa è una specie di atea magica. Agenica, si definisce. Cioè: secondo lei la magia non viene da una forza superiore divina, da un Genio, ma è una forza naturale. Ho preso un po' di appunti, ma devo rileggerlo meglio.» 

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora