57. Non è mica eroina

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«Ho una notizia bomba! Una notizia clamorosa!» esordì Marco entusiasta rispondendo alla ormai immancabile chiamata della buonanotte di Simone. 

Era sabato sera, e Marco era in trasferta con la squadra, mentre Simone avrebbe giocato l'indomani un turno casalingo.

«Ti sei fidanzato?» disse Simone, allegro. Aveva bevuto un po', prima di chiamarlo, ed era la classica bevuta di modesta entità che riusciva a metterlo di buonumore senza ubriacarlo.

«No! Magari...» rispose Marco. «Ho smesso di fumareeeee!»

Simone rise. «Non ci credo! Da quando?»

«Da tipo due ore.»

Simone fece una pernacchia. «Allora non vale.»

«No, ma sono serissimo! Tipo, sto rientrando in camera dalla cena e non ti dico che voglia di sigaretta che ho. La paglia dopo cena è un must.»

Come il cicchetto dopo cena, pensò Simone, e guardò la bottiglia sul comodino.

«Però sto resistendo! C'è un distributore automatico qua sotto, davanti alla stazione. Io so che c'è. L'ho visto. Ma non ci vado. No no no no no.»

Simone rise di nuovo. «Stai parlando a macchinetta. Dovresti sentirti!»

«Eccolooooh!» disse Marco con un tono di voce cavernoso. «Lo vedooooh!»

«Cosa? Il distributore?»

«Sì! Lo sto guardando dalla finestra.»

«Cazzo stai guardando?» disse una voce distante, probabilmente il compagno di stanza di Marco.

«Il distributore di sigarette!»

Si udì la persona nella stanza di Marco che rideva e anche Simone trovò la scena comica: immaginò Marco col naso schiacciato contro il vetro in mezzo a un alone di vapore condensato, gli occhi spiritati puntati sul distributore distante, e immaginandolo scoppiò a ridere. «Sei adorabile!»

«Cosa hai detto?»

Simone se ne rese conto solo in quel momento. «Eh?»

Oddio, cosa ho detto?
Adorabile?!

Simone rise di nuovo, nervosamente, stavolta, per cercare di minimizzare. «Scherzo! Ahah!»

Anche Marco ridacchiò. Poi si schiarì la voce. «È bello sentirti allegro.» Si schiarì la voce di nuovo. «Non nervoso come stamattina...»

Simone si rilassò e ripensò a ciò che era accaduto poche ore prima: Claudio, che secondo i calcoli di Simone doveva essere a lezione all'università, era entrato in Sala Borsa. E aveva quasi visto Simone.

Quasi. Simone fortunatamente era riuscito a scappare e nascondersi. Lasciando, però, in sospeso i suoi studi, purtroppo. «E ci mancherebbe che non fossi stato nervoso, Claudio mi aveva quasi sgamato! Dio che scaga pure se ci ripenso... Mi è preso un colpo quando l'ho visto. Sono rimasto chiuso in bagno per un'ora.»

«Ah, quindi non l'hai finito il capitolo su...» Marco tentennò, «...cos'è che volevi leggere, stamattina? Non mi ricordo più.»

Simone stava facendo un po' di avanti e indietro tra i capitoli del libro di Floricienta. Aveva saltato quasi interamente i capitoli della prima e seconda parte e aveva deciso di concentrarsi, per ora, sulla seconda, che gli sembrava avere un'impostazione più pratica e meno filosofica. «Il capitolo su flagellatori e silenziatori. Ho letto tutto il pezzo che parlava dei flagellatori, che sarebbero quelli che sono capaci di causarti dolore fisico a distanza, ma non sono ancora arrivato ai silenziatori. E cazzo! Era il pezzo che mi interessava di più, perché a quanto ho capito io sono un silenziatore. Uno capace di silenziare le abilità alle altre persone...» 

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora