51. I am a wizard

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Simone era seduto.

Se non fosse stato seduto sarebbe caduto a terra.

Sentiva le ginocchia deboli, le mani gli tremavano.

You are a wizard.

Nel minestrone di emozioni che era il suo cervello in quel momento, riuscì bizzarramente a ricordare che quella frase era una citazione di Harry Potter.

I tre desideri...

Se hai ricevuto i desideri allora sei un mago.

Quindi anche Tiziano è un mago?!

Scrollò la testa. A Tiziano avrebbe pensato eventualmente dopo. Ricordò l'episodio magico di qualche settimana prima: ecco perché risolvere il cubo di Rubik gli aveva dato sensazioni simili a quelle che aveva provato le prime volte che giocava a calcio col talento rubato a Tiziano.

Perché l'origine delle abilità era la stessa!

Ma quindi...

Simone rifletté. Col secondo desiderio che aveva espresso ormai sei anni prima aveva ottenuto il talento calcistico di Tiziano. Ora era capace di ottenere anche altri tipi di talento, abilità, conoscenza. Le due cose dovevano essere collegate.

Ma se è un potere originato dal desiderio... com'è possibile che per sei anni non mi sono accorto di averlo?

Cercò di ricordare se ci fosse stata qualche occasione in cui aveva appreso qualcosa in modo rapido e inaspettato... e gliene venne in mente una. La sua dimistichezza informatica. Aveva sempre avuto un buon feeling con la tecnologia, sin da bambino, ma la sua bravura era improvvisamente salita di livello dopo aver lavorato al progetto informatico con Fabio, in quarta superiore. Fabio era il nerd della loro classe, nove fisso in tutte le materie scientifiche, smanettone e programmatore probabilmente da quando era ancora in fasce. Il professore di informatica aveva assegnato alla classe dei lavori di gruppo, un programma da scrivere insieme in linguaggio Python, e messo Simone in coppia con Fabio. Insieme avevano scritto un piccolo videogioco stile avventura grafica e preso un bel nove. E dopo quelle due settimane Simone era diventato un fenomeno a programmare. Non solo in python, anche in C++ e Php. Guarda caso i tre linguaggi che a Fabio erano più familiari. All'epoca Simone aveva pensato di aver avuto una specie di insight, un'intuizione che gli aveva fatto capire come funzionava la logica dei linguaggi informatici. Solo ora vedeva che, forse, non era stato merito suo. Aveva semplicemente assorbito il talento di Fabio.

In realtà sono un buono a nulla...

Non ricordava di aver avuto episodi di fame avida o mancamenti, in quell'occasione, ma non poteva paragonare l'apprendimento di concetti con cui aveva già una discreta dimestichezza, all'assorbire in due secondi, da zero a tutto, una lingua che non conosceva.

Simone continuò a pensarci su. E pensandoci ricordò via via altri mille piccoli episodi: tutte le volte in cui, durante i compiti in classe, gli venivano in mente come per rivelazione divina risposte che credeva di non conoscere. Quella volta che un suo compagno, in Primavera alla Lazio, lo aveva sfidato a fare un trucchetto free-style, e Simone aveva imparato a farlo in pochi istanti. All'epoca aveva pensato fosse merito del talento di Tiziano, invece probabilmente aveva carpito quella particolare abilità allo stesso ragazzo che l'aveva sfidato.

Tutto ciò che faccio è una menzogna.
Nulla di ciò che ho ottenuto nella mia vita è merito mio.

Ma Simone non aveva espresso solo un desiderio. Gli altri due... che poteri gli avevano dato? Se assorbire il talento di Tiziano gli aveva dato la capacità di assorbire qualsiasi talento, cancellare il talento di Tiziano gli aveva dato la capacità di...

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora