71. Oggetti smarriti

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Simone prese qualche appunto su ciò che aveva appena letto. Poi non perse altro tempo e si rimise subito chino sulle pagine.

Ma il capitolo terminava senza altre aggiunte rilevanti, e si limitava a esplorare questioni morali (chi sorveglia i sorveglianti, e simili — tutti concetti già espressi più e più volte dall'autrice).

Leggendolo e prendendo appunti, però, Simone si rese conto di saperne troppo poco su quella che veniva definita la "magia accidentale", ossia — secondo il manuale — "il potere trasformativo derivato da un desiderio non esplicitamente espresso per ottenerlo", in parole povere ciò che erano Simone e Tiziano. Diede un'occhiata alla bibliografia, in cerca di un testo che parlasse in modo specifico di quell'argomento, ma trovò solo il riferimento a un pamphlet sovversivo di metà Ottocento che auspicava lo sterminio degli accidentali (un'idea che per fortuna, a quanto Simone aveva capito, era considerata psicopatica ed estremista già in quella buia epoca).

Si rese conto per la prima volta in quel momento che con quel libro non sarebbe andato da nessuna parte. Gli era stato utile per farsi un'idea del mondo magico, ma del mondo magico di fine Ottocento. Se a fine Ottocento essere gay in occidente significava finire in prigione e oggi era possibile sposarsi tra persone dello stesso sesso, quali trasformazioni aveva subìto la società magica? E c'erano differenze culturali tra stati e continenti, come nel mondo insipiens? O era una società più chiusa e uniforme, simile magari a un'organizzazione religiosa? Simone non ne aveva idea.

Ma che me frega della società? Rifletté Simone.

Quelli erano argomenti che avrebbe potuto approfondire in seguito. Ciò che importava di più in quel momento era il funzionamento della magia. La fisica della magia. La scienza della magia.

E la scienza, a differenza della cultura, non cambia.

Simone ci pensò su per qualche secondo.

E invece no. Cambia anche quella.
Si evolve.
Nuove teorie vengono formulate, provate, falsificate.
La conoscenza si arricchisce.

Nuove scoperte scientifiche venivano fatte continuamente, nel mondo insipiens. Perché non doveva essere lo stesso anche con la scienza della magia?

Tutti i riferimenti presenti nel libro di Floricienta erano a libri contemporanei o anteriori. L'unico riferimento a un testo più recente (del 1976) era quel manualetto di magia per bambini, il Mago fanciullo, citato nella prefazione.

Era possibile che ciò che Simone aveva letto su quei testi fosse tutt'oggi valido (come, per dire, se avesse letto l'Origine delle Specie di Darwin), ma era certamente incompleto.

Simone chiuse il libro, sopraffatto dai suoi stessi pensieri.

Sopraffatto dall'idea che fosse una ricerca troppo grande e indefinita, quella in cui si era imbarcato.

Ma cosa sto cercando, di preciso?

Aveva cominciato a indagare per Claudio, perché temeva potesse essere in pericolo.

Aveva continuato per se stesso, perché aveva scoperto quasi per caso di avere dei poteri e voleva capire cosa gli era successo e come poteva controllarsi.

E ora stava cercando di capire i confini stessi della magia.

È troppo.
Sto procedendo a casaccio.
Sono solo un calciatore. Uno stupido calciatore di Serie B. Non so come si fa una ricerca.

Non aveva le basi, gli strumenti, forse nemmeno l'intelligenza.

Si sentì un completo inetto.

Guardò gli studenti, seduti intorno a lui, chini sui propri libri, che lavoravano sui loro quaderni e sui loro laptop.

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora