95. Non è un caso

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4 gennaio 

«Che cazzo significa?» chiese Simone. La voce gli uscì più acuta del normale. «Non è un caso che i desideri siano stati dati proprio a me?»

«Esatto.» Affermò Margherita.

«E... perché?»

La maga sospirò. «Domanda: il padre di Claudio vi ha accennato qualcosa sul lavoro di evocatore? Sul fatto che gli evocatori sono degli schiavi, a tutti gli effetti?»

«Non mi pare» Simone cercò di ricordare. «Forse di sfuggita...»

«Bene, ve lo dico io: lo sono. Vengono rapiti in giovanissima età e diventano proprietà di gruppi magici, gruppi politici, chiamiamoli, che poi vendono alla comunità le evocazioni. Alcuni gruppi li trattano in maniera più umana, altri sono più spietati. Rosa è stata catturata giovanissima da uno dei gruppi peggiori. La tenevano vincolata con degli incantesimi e la costringevano a evocare. E l'evocazione è una magia stressante, consumante. Secondo te perché Rosa aveva i capelli bianchi, nonostante fosse ancora giovane? Perché sembrava più vecchia di me, nonostante io abbia sei anni più di lei? Tutti gli evocatori incanutiscono molto presto, già da bambini. E muoiono giovani. Perché vengono costretti a compiere troppe evocazioni in troppo poco tempo. I maghi hanno i loro rituali stupidi, dovete sapere. Si chiamano battesimi volitivi. Una volta all'anno, tutti i figli di famiglie magiche geniste nati nello stesso anno si radunano insieme in un tempio e ricevono in dono i tre desideri. Ci sono due periodi all'anno in cui vengono fatti questi battesimi. Rosa era costretta a evocare per dieci, quindici, venti bambini a distanza di pochi minuti. Alla fine delle giornate di battesimo era stremata. Sfibrata. Quasi morta. E le ci volevano mesi e mesi, per recuperare le energie. E appena stava meglio, appena si rimetteva in sesto, ecco che arrivava un altro periodo di battesimo.»

«Cazzo!» esclamò Simone, quasi senza fiato. «E la setta vorrebbe fare una cosa simile a Claudio? Rosa era stata rapita dalla setta?»

«No. Era un gruppo diverso. Ma la setta, se possibile, tratterebbe Claudio ancora peggio, hanno tutta una terrificante cultura del sacrificio e del dolore... ma lasciamo stare la setta, per il momento. Se mi mettessi a parlare della setta dovrei raccontarvi dei sacrifici e... lasciamo perdere. Finisco la storia. Dopo anni e anni in cui Rosa è stata prigioniera di questa società magica, circa nove anni fa, con l'aiuto di un'associazione magica per i diritti degli evocatori, di cui facevano parte diversi gendarmi tra cui Artemide, siamo riusciti a farla scappare e ci siamo rintanate qui, in questa casetta che è protetta da un gran numero di incantesimi e scudi. Non potevamo permetterci di acquistare incantesimi genetici per cambiare aspetto, quelli sono costosissimi, tra i più costosi in assoluto, ma eravamo relativamente al sicuro, in un posto dimenticato dal mondo.

«All'epoca Artemide lavorava a Roma, per quello ci ha portate qui. Lavorava a Roma per l'A.S.. Roma, come osservatrice. C'era anche Ares, con lei, ovviamente. Ares veniva spesso a trovarci. Era molto mellifluo, leccaculo, lo definirei, ma all'inizio non avevo capito che tipo fosse. Ronzava parecchio intorno a Rosa, e la faceva leggere libri magici. Per educarla sul nostro mondo, diceva. In realtà erano in buona parte libri sovversivi che propagandano magia libera per tutti. Tra gli altri Omnia vincit Amor, che hai letto anche tu. Rosa era un'anima un po' infantile, facilmente manipolabile. Ares le ha messo in testa l'idea, non sbagliata ma problematica, che le stirpi stregonesche non hanno diritto a essere uniche depositarie della magia. Ed ecco che arrivi tu...»

«Io...» ripeté Simone, che ancora non capiva cosa potesse c'entrare in tutta quella storia, e perché avessero scelto proprio lui.

Margherita proseguì il suo racconto. «Quando Artemide è andata a osservare per la prima volta Tiziano, in borghese, nessuno sapeva che lei fosse una talent scout della Roma, c'era anche Ares con lei, e lui ti ha notato. Non so cosa abbia visto in te. Lui non è un telepate nativo, ma usa le pozioni preparate dalla sorella, ne fa un uso smodato. Forse ti ha letto il pensiero e ha visto la tua invidia, il tuo rancore. Non lo so, davvero. Ha convinto Rosa a darti i desideri. A te, facendole notare quanto fossi triste e tormentato, e poi...»

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora