Non era cambiato niente.
Tiziano stava continuando a comportarsi da stronzo. Ma come era possibile?
Si era davvero guastato a tal punto e la magia non c'entrava niente?
«Spiegami il senso della foto che hai postato ieri sera» lo interrogò Simone, senza rispondere alla provocazione sessuale di Tiziano.
«Che ho postato? Io?» Tiziano fece un verso di scherno. «E secondo te io mi occupo personalmente della gestione dei miei...»
«Sì» lo interruppe Simone. «So benissimo che te ne occupi personalmente. Me l'ha detto Giacomo. E mi ha detto anche che ci avresti voluto aggiungere "mi manchi" e che ti sei incazzato perché non te l'hanno fatto fare.»
Simone udì Tiziano respirare nel ricevitore per parecchi secondi. «Ok» disse infine Tiziano. «È vero. L'ho scritto io. Ma ti stupisce davvero?» Fece una breve risatina. «Ti stupisce tanto che voglia giocare coi suoi sentimenti? Credo che tu non abbia ancora capito quanto lo odio.»
«Dopo tutto questo tempo. Che cazzo significa?» Lo incalzò Simone. «Vi siete visti poco più di una settimana fa!»
«Era... una frase fatta. Tanto per dire.»
«Chi sei, Tiziano? Chi ti ha fatto un incantesimo?»
Tiziano rise in modo esagerato. «Ma siete fissati, tu e Claudio. Sai che mi aveva chiesto la stessa cosa, quando l'avevo incontrato a giugno?» Continuava a ridacchiare, sembrava trovare tutto divertentissimo. «Non riuscite proprio ad accettare l'idea che...»
«No! Non l'accetto. E un modo per svegliarti lo trovo, cazzo. Dovessi leggere tutti i manuali magici della Sala Borsa!» Simone si guardò intorno, rendendosi conto di aver detto una frase assurda a voce molto alta e in un luogo molto affollato.
«Ah...» disse Tiziano. «Quindi non ti sei arreso? Stai ancora studiando?»
Simone rimase stranito dalla formulazione di quella frase: cosa significava stai ancora studiando? Non ricordava di aver parlato a Tiziano dei propri studi, quella terribile sera in hotel... Come faceva a saperlo?
Non fece in tempo a indagare perché Tiziano continuò a parlare. «Senti, Simo... Simo'....»
Il suo tono, all'improvviso, era comprensivo, quasi amichevole, e quel cambio repentino fece rabbrividire Simone: Tiziano sembrava quasi uno psicopatico. «A me dispiace di averti tirato in mezzo, dico davvero. Ma uno come Claudio è meglio perderlo che trovarlo. Ti ho fatto un favore, credimi. Non ti rompere il cazzo sui libri per lui. Ormai non ha più senso che...»
«Lo faccio per me, stronzo, prima che per lui.»
«E quindi non ti arrendi?»
«Mai» rispose Simone. «Non ho altro da dire, quindi ti saluto.»
Gli sembrò che Tiziano stesse dicendo ancora qualcosa, ma non capì cosa, perché chiuse la chiamata.
La telefonata gli aveva stretto stomaco e gola, e seccato la bocca.
Poco più tardi, a mente fredda, mentre si travestiva nel bagno della stazione, ragionò su ciò che si erano detti. Ragionò sul fatto che Tiziano sembrava essere già a conoscenza del fatto che Simone stava studiando magia. Stai ancora studiando. Se Tiziano non ne avesse saputo niente avrebbe esclamato qualcosa del tipo: Ah, ma stai studiando dei libri di magia? Sarebbe stato sorpreso.
Forse Tiziano l'aveva semplicemente intuito durante l'incontro in hotel, magari a causa di qualche frase pronunciata da Simone, che adesso Simone non ricordava più.
STAI LEGGENDO
L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]
FantasiaLa strega dei desideri è tornata, e non trova niente di meglio da fare che morire tra le braccia di Claudio. Da quel momento nulla sarà più come prima, e strani eventi iniziano ad accadere intorno a lui: donne misteriose che appaiono solo in foto, v...