82. La parrucca rosa

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25 dicembre

«Buon Natale!»
«Auguri!»
«Cin cin!»

Il cenone natalizio del Modena era stato organizzato in un ristorante del centro, e dopo aver passato le ultime tre ore a rimpinzarsi di piatti tipici emiliani, Simone si sentiva oltremodo sazio. Era appena scoccata la mezzanotte del 25 dicembre, e i compagni stavano brindando con lo champagne.

Simone si sentiva un po' stupido, col suo bicchiere pieno di aranciata.

Ma perché ho scelto proprio l'aranciata? Come un bambino di sei anni.
Potevo brindare con l'acqua frizzante, ci facevo più bella figura.

«Su con la vita, Simo!» Thomas, che era seduto accanto a lui, gli tirò una gomitata, facendogli rovesciare un po' dell'aranciata sulla tovaglia.

Simone si sforzò di sorridere, e mormorò degli «Auguri» e «Buon Natale» a destra e sinistra, ma non si sentiva particolarmente entusiasta.

I suoi pensieri erano altrove. Sugli schemi a cui stava lavorando da quattro giorni e che non lo stavano portando da nessuna parte.

Entrarono i regali che, come da tradizione, venivano decisi dall'alto, dall'allenatore in seconda (chissà perché proprio da lui) che selezionava gli abbinamenti: ogni compagno doveva acquistare un regalo per un altro compagno e solo per lui, e il regalo non veniva reciprocato. Nessuno sapeva chi faceva il regalo a chi, ed era vietato dirselo, per non influenzare la scelta. In realtà i giorni precedenti lo spogliatoio era tutto un: «Ah, quanto mi piace questo orologio...» «Ah, mi dovrei comprare una nuova cintura di Gucci...» e simili. A Simone era toccato il portiere, Giovanni Misseri, che per sua fortuna era stato tra quelli ad aver espresso vocalmente la sua preferenza. Voleva un dopobarba dell'Acqua di Parma, e Simone gliel'aveva comprato senza fare una piega.

«Wow, Simo, grazie! Ma sai che stavo proprio pensando di comprarmelo? Mi piace da matti il profumo...»

Ma va? Chi l'avrebbe detto? «Sono contento che ti piaccia!»

Toccò a Simone: il suo donatore designato era Saverio Baldin, un ragazzo nuovo, un tipo un po' timido e non troppo ben inserito in squadra. Gli consegnò una scatola alta e rettangolare che diede subito a Simone un brutto presentimento.

Il presentimento si confermò esatto: era una bottiglia di superalcolico. Un superalcolico piuttosto costoso, dedusse Simone dalla confezione (era una marca che non conosceva).

Un silenzio imbarazzato calò nella stanza.

Simone sapeva che Saverio non era un cattivo ragazzo, quindi dedusse che non si trattasse di uno scherzo di cattivo gusto, ma di un semplice errore.

Ha scelto il regalo random per eccellenza.

Sarà stato indeciso tra questo e una cravatta, probabilmente.

«Grazie!» disse cercando di esprimere entusiasmo. «Non vedo l'ora di aprirla e assaggiarlo!»

«È una grappa tipica delle mie parti! Fammi sapere se ti piace!»

Possibile che non gli fosse arrivata voce di quello che era successo? Possibile che non avesse letto sui giornali la notizia della patente ritirata per guida in stato di ebbrezza?

Il mondo non gira intorno a te, si ammonì.

«Simo, ma sei imp...?»

Simone tirò un calcio a Thomas sotto il tavolo per zittirlo.

Quando l'attenzione si spostò da lui al destinatario del regalo successivo, Simone parlò nell'orecchio a Thomas. «Non gli dite niente, per favore. È evidente che non ne ha idea, lo fate solo restare di merda. Poi a casa ve la consegno, 'sta bottiglia, e tu e Mattia potete farne quello che volete.»

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora