125. Un ultimo desiderio

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«Rosa!» esclamò Margherita, che fino a quel momento era rimasta nel più completo silenzio.

«Ma che cazzo state a dì? Non è vero!» disse Claudio.

Ma nel momento in cui lo diceva, dei frammenti sepolti di ricordo emersero dalle sabbie mobili del suo cervello, riaffiorarono alla sua coscienza. Parole pronunciate e dimenticate dopo un istante, il castello di prismi della donna, dell'evocatrice, di Maga Magò (gli sembrava strano, ora, chiamarla con quel nomignolo), Claudio ricordò di averlo visto, quel giorno in cui era morta tra le sue braccia. Ricordava energia che si trasmetteva dalle sue mani alla macchina, sì, proprio alla R4. Le sue mani appoggiate al cofano. I ricordi erano confusi e muti, ma c'erano. Era successo davvero.

L'uomo rettangolare socchiuse la sua stretta bocca e osservò per qualche istante la R4 da lontano. I suoi due sodali, dietro di lui, si guardavano meravigliati e parlottavano sommessamente tra loro. 

Poi l'uomo rettangolare si avvicinò, mise le mani sulla carrozzeria. «È vero! C'è un'anima qui dentro! È qui da parecchi mesi...» si voltò di scatto verso Ares. «Spero per te che sia davvero l'anima dell'evocatrice!»

«Oh, Rosa...» mormorò Margherita.

«Lo è» disse Ares.

«Come fai a esserne certo se Barazzutti non ricorda nulla?»

Ares si puntò un dito alla fronte. «Ho ragionato. E ho capito che era l'unica cosa che poteva essere successa.»

L'uomo rettangolare incrociò le braccia. «Spiega. E fallo in fretta.»

«Sapevamo che l'evocatrice era riuscita a scappare. Debole e moribonda, è andata da Claudio per metterlo in guardia, ed è morta tra le sue braccia. Sappiamo anche che, prima di andare da lui, ha rubato delle pozioni persuasive dal laboratorio della sorella e sappiamo che le ha usate su Claudio, perché ci sono dei frammenti di ricordo di quel giorno cancellati dalla sua memoria.»

«Non avevo mai capito...» sussurrò Margherita.

«Sono tutte informazioni che già so» disse l'uomo rettangolare.

«Sappiamo che Claudio ha ricevuto i desideri sei anni fa e che la sua memoria è stata cancellata dalla qui presente Margherita. L'unica persona che avrebbe potuto dargli una nuova parola magica è l'evocatrice stessa. Claudio la incontra, lei muore tra le sue braccia, sottolineo, tra le sue braccia, e accanto alla R4, che come sappiamo è il catalizzatore dei desideri...»

«La R4?» mormorò Claudio.

«Cosa sta dicendo?» ripeté per l'ennesima volta Tiziano.

«Come è noto, i catalizzatori sono eccellenti depositi di energia vitale. Che è anche il motivo per cui gli incantesimi di sangue di papà Barazzutti attecchivano tanto bene sulla macchina. L'evocatrice ha con sé la pozione persuasiva. La somministra a Claudio, probabilmente con una siringa. Dice a Claudio qualcosa e poi gliela fa dimenticare... e poi il suo corpo muore. E guarda caso, Claudio si ritrova all'improvviso con dei poteri psicomantici. Cos'altro può essere accaduto? È ovvio che Rosa ha chiesto a Claudio di trasferire la sua anima nella macchina. Può essere solo la sua anima. E in quel momento Claudio ha ottenuto il potere. Non so perché Rosa l'abbia fatto. Forse per risparmiare a Claudio un destino da evocatore, forse per un disperato tentativo di salvare se stessa, forse per entrambi i motivi. Ma l'ha fatto. È ciò che è accaduto.»

L'uomo rettangolare prese dei lenti e profondi respiri, visibili.

«Oh, sorellina...» sussurrò Margherita, appena udibile.

Ho paura, si stupì a pensare Claudio.

«Ha senso» disse infine l'uomo rettangolare. Sorrise. «Sì, ha senso! Proviamo. Trasferiremo l'anima contenuta in questa automobile dentro il corpo dell'accidentale coi capelli rossi e se è davvero l'evocatrice...»

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora