Per qualche istante Claudio si sentì talmente fico che se si fosse materializzata una Lykan Hypersport nella sua camera, ci sarebbe montato sopra, avrebbe ingranato la marcia, sfondato la parete di fronte per atterrare in cortile in derapata.
E lo chiameranno er Vin Diesel dei Castelli!
Ma si impose immediatamente di rimanere coi piedi per terra. «Serie C? Io in serie C?» chiese al presidente, che ridacchiò in risposta.
«Esatto, Barazzutti. Ti prendono come attaccante di riserva, ovviamente, non montarti troppo la testa. Ma percepirai uno stipendio da professionista. Vieni domani in ufficio da me per concordare i termini.»
Si misero d'accordo sull'orario (in mattinata Claudio aveva l'esame di Microbiologia) e chiusero la chiamata.
Serie C!
Si chiese come fosse possibile. Era perfettamente consapevole dei propri limiti e sapeva di non essere all'altezza di quella categoria.
Ma forse me sto a sottostimà!
In fondo ieri ho segnato un gol da' 'a madonna.
In attesa di saperne di più decise di non dirlo a nessuno: non voleva atteggiarsi a fico per poi scoprire che c'era sotto qualcosa di losco. C'era sempre la possibilità che volessero solo il suo cartellino e poi lo mandassero in prestito in qualche squadra di serie D. O, ancora peggio, di Eccellenza. Ma rimase, fino a sera, intimamente felicissimo di quella notizia, che gli liberò finalmente la testa dalle paranoie su Maga Magò e il suo foglietto necrologico.
Il giorno successivo, si recò nell'ufficio del presidente Cesaroni nel pomeriggio, dopo l'esame, che nonostante tutte le preoccupazioni e il poco tempo avuto per studiare aveva passato con un bel ventisette.
E appena entrato ebbe una sorpresa. Una donna lo aspettava appoggiata a un angolo della scrivania di Cesaroni.
Una bella donna alta e snella, coi capelli cortissimi e un tailleur coi pantaloni. Lo stesso tailleur che indossava il giorno prima. Quando gli aveva dato dell'eroe.
«Molto piacere» disse lei avvicinandosi a passo deciso con la mano tesa davanti a sé. «Mi chiamo Artemide Vinci e sono la direttrice sportiva dell'FC Felsina.»
Claudio fissò la donna per svariati secondi, incredulo.
«Sì, lo so cosa stai pensando...»
«Lei...»
«Che nome del cazzo, Artemide!» rise. «Vai a dirlo ai miei genitori... mio fratello si chiama Ares!»
«Ok.» Tutte le speranze di Claudio sulla sua carriera in serie C si dissolsero in un solo istante. Quella donna era rimasta impressionata dalle sue gesta mediche, non da quelle calcistiche. Era ovvio. «Ve serve un medico in squadra? Un infermiere? Non sono né l'uno né l'altro, me dispiace.»
La donna gli rivolse un sorriso dolce. «Ti ho visto giocare, Claudio, e sarò sincera con te: se non avessi assistito a quella scena nel parcheggio, non ti avrei mai preso in considerazione. Ma dopo aver visto la prontezza e la sicurezza con cui hai agito, mi hai incuriosito, e ho passato il pomeriggio a guardare video di tue partite e azioni.» Si indicò gli occhi. «Le vedi le occhiaie? In serata ho chiamato il dottor Cesaroni per fargli questa proposta. Penso sinceramente che il Felsina abbia bisogno di persone come te.»
Claudio sbuffò. «Essere capaci di fare un massaggio cardiaco — che tra parentesi manco ha funzionato — ed essere capaci di giocare a calcio sono due cose diverse.» Poi Claudio si rivolse al presidente, che stava osservando la scena con il suo classico sorrisetto bonario. «Buonasera» lo salutò. «Tutto bene? Scusi se questa donna le ha fatto perdere tempo.»
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L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]
FantasíaLa strega dei desideri è tornata, e non trova niente di meglio da fare che morire tra le braccia di Claudio. Da quel momento nulla sarà più come prima, e strani eventi iniziano ad accadere intorno a lui: donne misteriose che appaiono solo in foto, v...