Ricominciarono anche quell'anno, come tutti gli anni, i campionati. La serie B era iniziata la settimana precedente (Simone purtroppo non aveva giocato a causa dell'affaticamento muscolare). Quella domenica sarebbero iniziate sia la serie C che la serie A.
Claudio era eccitatissimo all'idea di sedere in panchina, alla prima di campionato.
Gli allenamenti col padre stavano iniziando a dare i loro frutti, Lajovic sembrava odiarlo di meno, e ormai anche Marco aveva smesso di lanciargli sguardi tra il pietoso e il furibondo durante gli allenamenti. In quanto a Fabrizio, il loro rapporto era cordiale, freddo e distaccato, e a Claudio la cosa andava benissimo.
C'era solo un piccolo ma non trascurabile aspetto negativo in quel particolare periodo dell'anno.
Tiziano.
Tiziano e la sua faccia che compariva ovunque, sulle prime pagine della Gazzetta, in tv, sui siti sportivi.
Come se non bastassero interviste e servizi su di lui, era stato persino scelto per girare lo spot di Sky, insieme ad altri uomini immagine delle squadre più importanti del campionato. Nello spot era accoppiato a Luca Nargiso.
Era uno spot simpatico. Ambientato in un ufficio, coi calciatori in divisa che fingevano di lavorare come impiegati. La battuta di Tiziano giocava sulla sua fama da "maestrino cacacazzi", come lo definiva sempre Claudio. Faceva degli appunti estremamente tecnici e rompiscatole al suo compagno di cubicolo, Nargiso, sul modo in cui avrebbe dovuto svolgere il proprio lavoro impiegatizio, e Nargiso, dopo qualche secondo, lo interrompeva: «Camporese?» «Sì?» «Anvedi de annattene un po' a f...» La parola era coperta dal grido di un vicino di cubicolo, un calciatore del Milan, e la scena cambiava.
Non era umorismo particolarmente raffinato, ma funzionava. Era stato molto apprezzato online.
Anche Claudio, nel suo piccolo, aveva preso parte a uno spot. Non aveva dovuto fare nulla, solo firmare una liberatoria. Per la campagna abbonamenti 2020/2021 avevano usato una delle sue foto ufficiali. Non solo la sua. C'erano sette calciatori, ritratti nell'immagine, che appariva su manifesti stradali e nelle pagine dei giornali locali. La figura centrale, la più grande di tutte, era quella di Gus, ovviamente, il capitano; Claudio e Baffo, il portiere, erano in secondo piano, poco più piccoli. Sullo sfondo c'erano anche Serafin, Raul, Rudisha e Tancredi.
Diversi compagni di squadra si erano lamentati della presenza di Claudio sul poster: è una riserva, ha tolto uno spazio a un titolare!
«Non è colpa sua se siete tutti più brutti di lui» aveva detto la Vinci, durante un incontro con i ragazzi. «Claudio è figo, pensiamo che possa invogliare qualche ragazza a comprare biglietti per venire a vederlo. Niente invidie, per cortesia.»
Il discorsetto aveva zittito le lamentele, e dato corda a Raul per una nuova serie di sfottò (che potevano essere così riassumibili: «Vai a fare il modello e finiscila di rompere le palle in squadra.»)
La prima di campionato vide Claudio in panchina per tutti i novanta minuti. Vinsero 1-0, gol di un orgogliosissimo Raul. Chi giocò per metà del secondo tempo fu Marco, che a fine incontro, in spogliatoio, lasciò cadere quasi casualmente l'informazione che l'indomani (giorno di riposo) avrebbe passato il pomeriggio a Modena, insieme a un paio di giocatori del Modena. Nessuno sembrò particolarmente interessato. Ma Claudio sapeva benissimo che la frase era diretta alle sue orecchie. E sapeva benissimo che l'appuntamento non era con un paio di giocatori. Era con un giocatore: Simone. Il cretino pensava probabilmente di ingelosirlo. Riuscì solo a infastidirlo. Non era preoccupato per Simone: era praticamente certo che Marco fosse innocuo. Ma l'idea che il suo amico fosse ancora determinato a proseguire quelle stupide indagini lo irritava.
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L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]
FantasyLa strega dei desideri è tornata, e non trova niente di meglio da fare che morire tra le braccia di Claudio. Da quel momento nulla sarà più come prima, e strani eventi iniziano ad accadere intorno a lui: donne misteriose che appaiono solo in foto, v...