48. Non sono un insipiens

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«Pietrangeli?»

Simone alzò lo sguardo verso la reception. Luca, lo stagista con cui aveva avuto la disavventura ubriaca qualche mese prima, fortunatamente non lavorava più lì. Era stato sostituito da Caterina, una bella ragazza bionda dal fisico burroso con cui ci avevano già provato metà dei suoi compagni. Simone stesso la trovava molto bella e simpatica, ma non aveva mai avuto il coraggio di tentare la minima interazione con lei, nemmeno amichevole.

«Vai Simo, è il tuo momento!» Thomas, suo compagno di squadra nonché di appartamento (insieme a Mattia), pelle nerissima, un metro e novanta d'altezza ricoperto per metà da una cascata di spessi dreadlock, lo prendeva sempre in giro per le sue difficoltà di approccio col sesso femminile.

«'Fanculo, Tom.»

Se sapesse che ho le stesse difficoltà anche con quello maschile...

Nessuno in squadra era a conoscenza della sua bisessualità. Erano, in generale, pochissime le persone che lo sapevano: Claudio, Tiziano (ovviamente, essendone la causa), Giacomo (il suo procuratore), il primo e ultimo ragazzo che avesse baciato in vita sua, che si chiamava, guarda un po', Marco (e per fortuna non faceva parte del suo giro di amicizie, perciò non vedeva da secoli). Lo stagista Luca. E ora anche l'altro Marco. Fine della lista.

«Dimmi tutto!» Simone si avvicinò cercando di ostentare una disinvoltura che non aveva.

Caterina gli porse un pacchetto avvolto in carta di giornale. «L'ha lasciato un ragazzo per te.»

Simone lo prese e se lo rigirò tra le mani. Sembrava un libro. «Un ragazzo con un ciuffo improponibile?»

«Sì! È tuo amico? È carino! Me lo presenti?»

Non credo sarebbe interessato...

«Più che mio amico lo definirei mio conoscente.»

Thomas gli sfilò il pacco dalle mani. «Cosa sono? Lettere di minaccia?»

«E ridammelo!» Simone allungò le mani ma Thomas fu più rapido. Fece una piroetta e in due secondi aveva già scartato il pacco. «Il complotto magico, come maghi e stregoni influenzano la realtà a nostra insaputa?» Thomas esplose in una risata acuta.

«Ma che cagate leggi? Studi per diventare stregone?» disse Mattia avvicinandosi e prendendo il libro di mano a Thomas. «Devo cominciare ad avere paura di te?»

Simone pensò all'episodio magico di quel pomeriggio e il cuore gli fece l'ennesima capriola nel petto. Ancora faticava a crederci. Ma sapeva il tedesco. Lo sapeva! Si era persino sorpreso a pensare frasi in tedesco, durante l'allenamento.

«Eddai... ridammelo, non è manco mio.» Riuscì finalmente a riacciuffare il libro. «È un regalo indesiderato che verrà al più presto restituito al mittente.»

Ma Thomas e Mattia non smisero di prenderlo in giro, e proseguirono per tutti i dieci minuti di camminata che li separavano dall'appartamento in cui vivevano.

Lo stipendio che percepiva Simone, circa tremila euro al mese, gli avrebbe consentito in tutta tranquillità di affittare un appartamento per conto suo. Lui, Thomas e Mattia avevano preso casa insieme due anni prima, quando tutti e tre i loro stipendi erano a ridosso del minimo, e avevano deciso di continuare a vivere insieme da allora, visto che non avevano ancora trovato una ragazza fissa con cui convivere. Nel frattempo avevano cambiato casa, prendendo un appartamento più grande e meglio arredato. Condividere l'affitto consentiva loro di poter spendere di più in divertimenti e necessità di altro genere. Simone, ad esempio, si era potuto comprare la Subaru, e non si faceva mancare nulla, nei limiti delle sue possibilità.

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora