83. L'illusionista

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25 dicembre

Simone si svegliò con la faccia sui fogli, e tirandosi su si accorse di aver sbavato nel sonno, rovinando un po' l'inchiostro di un appunto.

Che schifo...

Per prima cosa guardò l'ora sul cellulare: le undici. Non era il caso di recriminare sul tempo perduto a dormire, ma di rimettersi subito in azione.

Tese l'orecchio alla porta e udì Mattia e Thomas chiacchierare in soggiorno. Non sarebbe uscito: per il momento non poteva fidarsi di stare accanto a nessuno, visto che il mago misterioso capace di prendere le sembianze altrui era probabilmente anche un telepate, oltre che un illusionista.

Simone riteneva ci fosse una minima possibilità che avesse preso il posto di uno dei suoi compagni di appartamento: ciò avrebbe spiegato la rapidità con cui si era sostituito a Marco, la settimana prima, in quel breve lasso di tempo che Simone aveva passato fuori casa per andare a comprare i saccottini.

Simone era giunto alla conclusione che Marco doveva essere stato "sostituito" proprio in quel momento, perché non avrebbe avuto alcun senso che lo stesso misterioso illusionista gli avesse portato il Dizionario enciclopedico della magia. Quel punto della menzogna non aveva mai convinto Simone, l'illusionista non era stato nemmeno capace di costruire una scusa mal raffazzonata per giustificarsi.

La spiegazione più semplice e probabile era che avesse scoperto le ricerche di Marco, o che l'avesse sorpreso in biblioteca travestito da donna (forse aveva ideato qualche sistema di controllo? Un allarme magico che scattava quando Omnia vincit Amor veniva preso in prestito da qualcuno?), lo avesse seguito fin sotto casa di Simone, forse persino con l'intenzione di fermarlo prima che giungesse a destinazione, e avesse poi colpito al primo momento utile. Oppure, ancora, che l'illusionista avesse per l'appunto preso le sembianze di Thomas o di Mattia (per controllare Simone?), avesse captato i pensieri di Marco quando era entrato in casa e avesse atteso il momento propizio per colpire.

L'illusionista aveva agito di fretta. Aveva dovuto improvvisare. E gli ingranaggi del piano, quindi, non erano stati oliati alla perfezione.

Forse anche Marco, il vero Marco, aveva incontrato una versione finta di Simone, interpretata dall'illusionista, che l'aveva minacciato in qualche modo.

Povero Marco... Chissà cosa sta pensando di me, adesso?

Chissà dove l'illusionista aveva nascosto il vero Marco, mentre tramortiva Simone...

Perché il Marco che mi ha baciato era davvero lui.

Simone ne era certo. Si sentiva un po' scioccamente sentimentale, a pensarlo, ma le emozioni che aveva percepito in Marco erano genuine. Dovevano esserlo.

Simone si stropicciò gli occhi ancora cisposi.

Senza aprire le tapparelle (per fingere di essere ancora a dormire), riprese il foglio su cui la sera precedente, prima di addormentarsi, aveva fatto uno schema di ciò che secondo lui era successo e dei punti ancora problematici della storia.

Secondo la ricostruzione di Simone, l'illusionista aveva colpito per la prima volta a giugno, impersonando Tiziano a casa di Claudio. Il giorno dopo la morte di Rosa.

Era tutto cominciato lì. Tutto!

Poi l'aveva fatto di nuovo quella sera di un mese prima in hotel. L'illusionista era stato furbo, in quel caso. Con la scusa della privacy (scusa credibile, visto che Tiziano ci teneva molto a nascondere la propria omosessualità), aveva scelto come luogo dell'appuntamento l'Hotel Baglioni, anziché il Carlton, dove alloggiava la Lazio. Se avesse scelto il secondo, ci sarebbe stato il serio rischio di incontrare il vero Tiziano all'interno dell'edificio.

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora