59. Pornoavventura in spogliatoio

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Simone salì in macchina e trovò Marco con un saccottino al cioccolato in mano. «È già il secondo, cazzo! Questo finisce tutto sulle maniglie.» Si diede un colpetto ai fianchi. «Ne vuoi uno anche tu?»

Simone chiuse la portiera. «No. Parliamo della meta di stasera: non credo sia il caso.»

Marco partì sgommando. «Perché no? Tu sei bisessuale, io sono gay, se andiamo in una disco normale sei contento solo tu, in una disco gay siamo contenti entrambi.»

Il ragionamento di Marco non faceva una piega.

«Sì, ma...»

«Ma?»

Simone allacciò la cintura di sicurezza. Si morse un labbro.

«Non aver paura: non ci proverò con te» disse Marco. «L'ho capito che non ti piaccio e che all'inizio facevi solo finta perché volevi fare lo Sherlock Holmes e indagare sul mio rapporto con Claudio.»

«Ma no! Cioè...» Cioè? «Voglio dire...»

«No hard feelings. Non preoccuparti. Sul serio. Mi piace essere tuo amico.» Si voltò un istante verso di lui e gli sorrise. Un sorriso dolce, aperto.

«Non ho paura di te. Non è quello il motivo per cui non mi va di venire. È che...» Simone prese coraggio e decise di essere sincero. «Non ho mai avuto un'esperienza gay.» Fece un sospiro. «Ecco. L'ho detto.»

Marco alzò le sopracciglia. «Sul serio? Ma, scusa, mi hai detto che questa cosa del desiderio che ti ha reso bisessuale è successa... quando? Quattro anni fa?»

«Esatto.»

«Sei carino, sei simpatico, possibile che non hai trovato neanche uno che ci stesse?»

«Non sono carino, sono il bruttino coi capelli rossi, ricordi?» disse Simone.

Marco sbuffò facendo tremolare le labbra. «Me lo farai mai passare liscio quel giudizio avventato?»

Simone sollevò un angolo della bocca. «Dai, scherzavo! No, comunque non è quello il mio problema, o meglio... non lo so. Non lo so perché non ci ho mai provato. Io... sono... mi... diciamo che non vivo molto bene questa cosa, ecco. Non vivo bene la mia bisessualità.»

Marco fece una smorfia. «Non sei il primo e non sarai l'ultimo gay che non accetta la propria sessualità.»

«No, non è così» cercò di spiegare Simone. «Io non ho problemi con l'attrazione, ho problemi con l'azione

«Cioè?»

«Finché si tratta di... stare da solo in camera è tutto perfettamente ok. Ma se devo... interagire con qualcuno... diventa un casino.»

Marco annuì, mentre «Quindi le seghe sui porno te le fai, ma non vuoi scopare.»

Simone ondeggiò la testa. Perché deve essere così esplicito? «Più o meno. In realtà è un po' più complicato... cioè, non è che non voglio, è che...» Sbuffò. «Ok, torniamo indietro. Dall'inizio. Una volta ho baciato un ragazzo.»

Marco fece un sorriso e alzò un sopracciglio. «Solo baciato?»

Simone annuì vigorosamente. «Sì solo baciato. La mia trasformazione, chiamiamola così, era successa da poco, un paio di mesi. A una festa di classe, un amico di un amico. È stato Claudio a combinare tutto, praticamente ci ha buttati insieme in una stanza chiusa.» Simone sorrise, al ricordo.

Marco sospirò enfaticamente. «Avercene, di amici come Claudio...»

«E insomma, non è stato un gran bel bacio. Anzi, è stato popo orrendo. Perché non appena lui mi ha...» Simone gesticolò, «e quindi io ho... mi è... cioè... hm...»

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora