112. Sono un coglione

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 «Io. Sono. Un. Coglione.»

«Eh?» Tiziano non stava evidentemente capendo cosa stesse passando in quel momento per la testa di Claudio.

Come ho fatto a pensare che fosse lui?
Quel mostro con il corpo di Tiziano... come ho fatto a non capire?!

Claudio ricordò che inizialmente aveva avuto il sospetto che Tiziano fosse sotto l'effetto di un incantesimo, durante il loro primo incontro a giugno, ma poi ciò che gli aveva detto per giustificare il suo comportamento era stato così convincente...

«Tizia'. Ti ricordi dov'eri la sera del... aspe', che giorno era... fine giugno...»

«Fine giugno dell'anno scorso?»

«Sì!»

«Probabilmente in vacanza, ma...»

«Aspetta, più facile. La sera prima di Bologna-Lazio. Dov'eri?»

Tiziano fece un sorriso incerto. «Questa è facile. Ero in hotel, a Bologna.»

«Quale hotel?»

Tiziano fece schioccare la lingua. «Non mi ricordo il nome dell'hotel. Ma perché mi stai chiedendo queste...»

Tiziano si bloccò perché Claudio si era accucciato davanti a lui e l'aveva preso per le spalle. «Ti scongiuro Tizia', dimme esattamente cosa hai fatto quella sera! Te lo ricordi?»

«Niente! Ho cenato in hotel con la squadra, poi sono andato in camera, probabilmente ho letto un po' prima di dormire e poi ho dormito.»

Claudio avrebbe voluto urlare. Di gioia o di disperazione, era indifferente. «Sei sicuro? Al cento per cento?»

«Non sono sicuro al cento per cento di aver letto, forse ho guardato un po' di tv. Non mi ricordo.»

«Sei sicuro al cento per cento di non essere uscito da quella stanza?»

«Ok. Mi vuoi spiegare perché mi stai facendo queste domande assurde?» Tiziano accennò un sorriso. «Cos'è, sono sospettato di omicidio?»

Che faccio? Glielo dico?
Mi prenderebbe per pazzo!

«Claudio, stai bene?» Tiziano sembrava preoccupato, ora.

«No. Per niente. Sono successe delle cose... Per favore, Tizia'...» Claudio prese un respiro, poi lo guardò negli occhi. «Ti fidi della mia sanità mentale?»

Tiziano spalancò le palpebre. «In questo momento, no.»

«Sono serio, Tizia': tu mi conosci, no? Lascia da parte per un momento... quello che è successo il sei luglio. Mi conosci. Sai che tipo sono, no? Sai che sono un tipo razionale, che non so' scemo, che nun me drogo... tu te droghi?»

Perché gliel'ho chiesto?

Perché gli era appena venuto in mente che la versione sbagliata di Tiziano aveva l'aria di aver sniffato cocaina.

«Io cooosa?» Tiziano scoppiò a ridere. «Fai questa domanda a me che l'unica volta in vita mia che ho bevuto tre shottini sembrava che mi fossi scolato un'intera distilleria?»

Claudio chiuse gli occhi e sospirò.

Oh Tiziano... sei sempre tu!
Sempre tu! Non sei cambiato!

«Ok, lascia perdere la domanda sugli stupefacenti. Stavo dicendo: tu mi conosci. Sai che tipo sono. Quindi ora ti dirò una cosa che potrebbe farti pensare che sono impazzito. Ma ti giuro... ti giuro su quel cazzo che vuoi, ti giuro su mia madre, sull'A.S. Roma, sui miei coglioni, ti giuro che non sono impazzito e che ti sto dicendo la verità.»

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora