99. Il piano di Margherita

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12 gennaio

«Come avete fatto a trovarmi?» chiese anzitutto Simone.

«Non è stato troppo complicato» disse Margherita. «Immaginavo che Artemide ti avesse tenuto qui a Roma e lei a Roma ha solo un'abitazione, dovevi essere per forza nella sua casa. I maghi tipicamente usano le proprie case, come prigioni: è estremamente semplice mettere degli incantesimi di blocco e illusione a case o stanze. L'idea per infiltrarci, però, è venuta a Marco...»

«A Marco?»

Il ragazzo sorrise. «Tu pensavi che fossi scemo...»

«In realtà era un'idea del cazzo. È assurdo che Artemide ci sia cascata... ha giocato a nostro favore la fiducia cieca che ha nel fratello» disse Margherita.

«Ma quindi tu ora sai chi è il fratello? Mi avevi detto che aveva cambiato il proprio aspetto con un incantesimo genetico e...»

«No, non lo conosco, il suo nuovo aspetto. Ancora non so dietro quale identità si nasconda. Ho rischiato. L'aspetto con cui mi hai vista oggi era l'ultimo aspetto a me noto di Ares, quello che aveva quando i fratelli Vinci vivevano a Roma... quando ci hanno aiutati a nascondere Rosa...»

Simone era sempre più confuso. «Ma... ma allora come hai fatto a fregare Artemide?»

«Mi sono presentata da lei così» disse Margherita, «col vecchio aspetto di Ares. Ciao, mi riconosci? le ho detto in tono scherzoso, sperando ci cascasse. Be', c'è cascata. Si è incazzata, ma ti pare il modo di mostrarti così? E se ti vede qualcuno? Abbiamo litigato un po' e le ho spiegato il mio piano. Le ho detto che ero convinto che Simone, cioè, tu avessi un piano per scappare, usando i tuoi poteri assimilativi su Pierre. Le ho detto che l'unico modo era mostrargli che io, Ares, ero innocuo, che ero ancora capace di cambiare aspetto a mio piacimento e che quindi non era possibile che fossi il mago che tu avevi silenziato. Su questo punto ho fatto un salto nel buio e ho rischiato tantissimo: sapevo che lei sapeva che tu avevi silenziato un mago, e ho dato per scontato che non sapesse che quel mago era Ares, come sospettiamo noi. Ho dato per scontato che Ares non avesse confessato ad Artemide di aver perso i poteri. Con tutte le pozioni che hanno a casa era semplice per lui nasconderglielo, almeno per un periodo. E ho avuto ragione, lei non ha fatto una piega. Le ho detto che era meglio se mi mostravo a te con questo aspetto perché sicuramente Margherita doveva averti fatto vedere delle mie vecchie foto. Si è detta d'accordo. E siamo venuti da te.»

«Avete rischiato grosso...» Simone era senza parole. Come avrebbe mai potuto ringraziarli?

«Scusa, Marghe» si intromise Marco, «non è che potresti ridare a Simone il suo vero aspetto che mi fa un po' impressione sentire la sua voce che esce dal corpo della mia DS?»

«Hai ragione.» Margherita frugò in una borsa e ne estrasse una boccetta, che porse a Simone. «È un antidoto, bevilo, fa effetto in cinque minuti.»

Simone lo scolò tutto d'un fiato, fidandosi della maga. «Ok. E adesso che si fa? Come facciamo a mettere in guardia Claudio? Perché non l'avete fatto mentre io ero imprigionato?»

«Artemide e la gendarmeria hanno bloccato tutto. I cellulari e i telefoni di Claudio e della sua famiglia sono irraggiungibili da numeri che non siano pre-approvati... ovviamente i diretti interessati non ne sanno nulla.»

«Ma avete provato a contattarli di persona?» 

«Impossibile. Sono troppo sorvegliati. Il momento migliore sarà proprio domani, visto che la gendarmeria sarà impegnata con la retata» spiegò Margherita.

«Ah... a proposito della setta... Artemide mi ha detto una cosa terribile.» Simone sentì un peso sul petto al solo ricordo di quelle parole atroci.

«Che cosa?» lo incalzò Marco.

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora