62. Du bist ein verdammtes Stück Scheiße

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Simone annaspò.

Claudio sembrava non voler credere a ciò che stava vedendo. «Simo'... te prego, damme 'na spiegazione plausibile pe' 'sta pagliacciata e dimme che non sei annato completamente fori de capoccia.»

Quella richiesta disperata svegliò Simone. Da quanto tempo Claudio lo stava osservando?

Si guardò intorno, per controllare che nessuno li avesse notati: Claudio era così dannatamente riconoscibile. E che Simone fosse il suo migliore amico era cosa risaputa. 

La mia copertura potrebbe saltare, se ci vedono insieme!

Simone prese il suo amico per un braccio e lo trascinò fuori.

«Hai cambiato anche la voce? Perché non parli?» disse Claudio. «Che, t'hanno fatto un incantesimo?» Lo prese in giro.

«Preferirei che nessuno ci vedesse insieme» rispose infine Simone. «Tu sei troppo riconoscibile.» 

E poi fece forse la cosa più stupida che avrebbe potuto fare.

Ma fu la paura a farlo agire.

Lasciò la presa e scappò da Claudio con uno scatto.

Simone era rapido. Saettò tra gli studenti che bighellonavano in piazza, e oltrepassò la fontana del Nettuno, verso Piazza Maggiore.

«'Ndo cazzo cori!» gli urlò dietro Claudio.

Merda! Mi sta seguendo!
Eccerto che mi sta seguendo. Che cazzo m'è saltato in mente di scappare?

Ma ormai non poteva più fermarsi.

Sapeva di essere più veloce e più agile di lui.

L'avrebbe seminato. E poi l'avrebbe chiamato per spiegargli tutto.

Correndo tra la folla in piazza, urtò una ragazza e quasi la fece cadere a terra. La udì mandarlo sonoramente a 'fanculo, ma cercò di non farsi distrarre. Riuscì a trovare un corridoio vuoto in mezzo alla gente, accelerò ulteriormente il passo, con una mano premuta in testa per tenere ferma la parrucca e l'altra a stringere al petto il quaderno. Simone sperava che quegli impicci, alla lunga, non lo rallentassero.

Virò a sinistra e costeggiò la piazza su quel lato, infilandosi, infine, in un viottolo angusto e piuttosto affollato che si apriva proprio davanti a lui.

Via Pescherie Vecchie, lesse con la coda dell'occhio. Non era molto pratico di Bologna, non aveva idea dove portasse.

Sentì la voce di Claudio che lo chiamava, ma era distante, alle sue spalle.

La stradina si rivelò una pessima scelta, fu costretto ad arrancare tra troppe persone in troppo poco spazio.

Ma Simone sapeva che Claudio avrebbe incontrato le stesse difficoltà. E la sua stazza maggiore gli avrebbe reso più arduo farsi largo.

E fu probabilmente per quel motivo, perché aveva capito che non sarebbe mai riuscito a raggiungere Simone, che all'improvviso Claudio gridò a squarciagola: «Al ladro! Fermate quel ragazzo!»

Che stronzo!

Qualche passante si voltò allarmato verso Simone, che ebbe un lieve inciampo ma continuò a correre.

«Fermatelo! Mi ha rubato il portafogli!» gridò Claudio, ancora più forte.

E al secondo grido ci fu una reazione.

Un ragazzo si parò davanti a Simone bloccandolo, lui cercò di ripartire, ma Claudio urlò ancora: «Fermatelo!» e un secondo ragazzo afferrò Simone per un braccio, cosa che consentì a Claudio di raggiungerlo.

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora