Claudio si voltò tanto rapidamente da farsi venire una fitta di torcicollo.
Suo padre stava arrivando dallo stadio e correva. No, fluttuava. Sembrava pattinasse.
«So' volato appena ho sentito che me chiamavi!»
Claudio avrebbe voluto saltare, gridare, abbracciarlo e vomitare, tutto in una volta.
Fece solo l'ultima cosa. Rovesciò saliva densa a terra. Poi, debole come non si era mai sentito, fece qualche passo di corsa verso di lui, prima di cadere in ginocchio a terra, sbucciandosi sull'asfalto ruvido. «Papà!»
Il padre si muoveva rapidissimo, fu da Claudio in un secondo. Quando fu vicino, Claudio notò che era diverso dal solito. Indossava un completo da tennis vintage della Fila, con una fascetta sui capelli e una felpa sopra i pantaloncini, ed era più giovane. Molto più giovane, sembrava un ventenne.
«Claudio, che c'hai? Stai male?» Il padre allungò un braccio per toccare il figlio, ma lo attraversò come fosse un ologramma.
Eppure sembra così solido... non è trasparente! si stupì Claudio.
«Sto malissimo. Ma anche b-b-benissimo.» Claudio balbettò l'ultima parola perché fu scosso da un brivido di freddo.
«Cla', con chi parli?» disse Tiziano.
Claudio non si era accorto che sua madre e Tiziano erano scesi dalla macchina.
«È qui, ma'! Papà è qui!»
La madre strinse le labbra in un'espressione furiosa. «Claudio, se mi stai raccontando una palla...»
«Te lo giuro sul mio cazzo ma', sta qua davanti a me! Lo vedo! Me parla, pure!»
«Lorenzo!» sospirò la madre guardando nel vuoto dove probabilmente immaginava fosse il padre.
«Claudio, puoi dire a mamma che la amo anch'io?»
«Piuttosto me tajo le palle. Ma che è 'sta storia mo'? Se doveva sposà a giugno co' Roberto.»
«Non so cosa...» il padre si fermò perché la madre aveva cominciato a parlare lei stessa. «Con Roberto è finita il giorno che mi ha chiesto di sposarlo» disse. «Gli ho detto di sì, è vero. Ma ho cominciato a capire che non era il tipo giusto per me. Cioè, renditi conto che...» la madre ebbe un mancamento e si accasciò a terra. «...che me l'ha chiesto inginocchiandosi e mostrandomi un anello...»
Claudio trovò la forza di alzarsi e andare da lei.
«Stai male pure tu, ma'?»
«...come nei film americani, cioè, lui lo sapeva quanto ho sempre odiato quelle scene con il maschio che si inginocchia con l'anello... lo sapeva e l'ha fatto lo stesso...» La madre si asciugò la fronte con la manica del suo cappotto. Intanto erano scese dall'auto anche Rosa e Margherita. Marco era rimasto dentro con Simone, ma guardava dal finestrino.
«È il morbus invictus» disse Margherita.
«Il che?» disse Claudio.
Nel frattempo, il padre stava guardando il proprio corpo animato grattandosi la testa. «Che casino...» sussurrò.
«Lo speziale, il capo della setta, vi ha contagiati con un germe inguaribile. Una malattia mortale» spiegò Margherita.
«Che cosa?!» gridò il fantasma del padre con aria sconvolta.
«Che cazzo significa malattia incurabile? S'è inventato un virus nuovo? Un batterio resistente a qualsiasi antibiotico?» chiese Claudio.
«Non credo sia possibile per lui modificare batteri o virus esistenti... Ma non so di cosa si tratti, l'ho sempre sentito chiamare così.»
Claudio emise un grugnito di sdegno. «Voi maghi e i vostri nomi altisonanti che non vojono dì un cazzo... Il morbus invictus! Sarà l'ebola? Che cazzo è seconno te ma'?»
La madre sembrava ormai troppo debole per rispondere. Fu il fantasma del padre a parlare. «Ma quando è successo? Che cazzo è successo là dentro? E poi... vedo che qua ce sta l'evocatrice dentro il mio corpo, e... uff! Che casino. Che casinooo!»
«Sento una presenza tormentata... la percepisco...» disse Rosa da dentro il corpo del padre.
Claudio rispose al padre: «L'evocatrice ce l'ho parcheggiata io, lì dentro, giusto 'n attimo pe' tenè in vita il tuo corpo. Mo' te ce rificco a te. Tu cosa hai visto, dopo che la tua anima è uscita dal tuo corpo?»
«Ho passato tipo 'na mezz'ora bona in panico totale che nun ce stavo a capì 'n cazzo a girà intorno allo stadio come 'n cojone. Poi quanno me so' ripijato...»
«Ma sta parlando?» mormorò debolmente la madre.
«Shht, sì! Famme sentì!» Claudio fece un gesto con la mano per zittirla.
«Dicevo, quanno me so' ripijato, so' tornato in campo e voi non c'eravate più, c'era 'na folla de esagitati che stava a core verso l'uscita e ve volevano ammazzà, anzi...» Il padre spiccò un salto altissimo e guardò l'uscita dello stadio. «Stanno ad arrivà! Stanno appresso a voi! Scappate!»
Claudio udì in lontananza il rombo della folla. «Rega', in macchina di nuovo! Dobbiamo scappare via, stanno arrivando gli esaltati. Alla malattia mortale ce pensamo tra 'na decina de minuti, vabbo'?»
Si alzò, barcollò, Tiziano lo sorresse. «Guido io, Cla'. Tu non sei in grado.»
«Ok...»
E d'improvviso, un sibilo nell'aria.
Un'esplosione accanto a loro.
Tiziano e Claudio furono sbalzati contro l'abitacolo della macchina.
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Le note autore senza spoiler
Ohibò! Che succede? Chi sarà mai ad aver causato questa esplosione? Metà di voi già lo sa per via della cazzata che ho fatto sabato col capitolo 132 😭
Siccome parlare del capitolo mi deprime, parliamo di Thirev. Ma lo sapete che Zverev/Claudio e Thiem/Tiziano hanno giocato insieme una partita a calcio? Il mio sogno che si realizza! Online si trovano diversi video di highlight in cui possiamo ammirare che Zverev è un pezzo de legno esattamente come mi immagino sia un pezzo de legno il nostro Claudio 😍
Ma la cosa più interessante ovviamente è tutto l'ammore che c'è stato tra i nostri amati.
Ma guardate com'è felice Zverev che Thiem ha vinto il trofeino!
E abbiamo anche il selfie scapellato.
Detto ciò, siccome il prossimo capitolo l'avete già mezzo letto, questa settimana ne posto tre! Quindi ci si rilegge mercoledì mattina! E lasciatemi una stellina, suvvia!
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L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]
FantasyLa strega dei desideri è tornata, e non trova niente di meglio da fare che morire tra le braccia di Claudio. Da quel momento nulla sarà più come prima, e strani eventi iniziano ad accadere intorno a lui: donne misteriose che appaiono solo in foto, v...