79. Pensieri ed emozioni

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21 dicembre

Claudio non possedeva un bastone per i selfie.

Nun le faccio 'ste cacate, io.

Quindi si fece aiutare dal padre.

«Te s'è storta di nuovo...»

«Che palle...» Claudio sospirò. «Vado un attimo in bagno a sistemarla.»

«No, basta che te la tiri un po' più giù a sinistra...»

Claudio si aggiustò la parrucca seguendo le indicazioni del padre, che infine alzò il pollice. «Ecco, così è perfetta!»

Claudio mostrò il dito medio in camera e il padre scattò un paio di foto.

«Sei sicuro di volerlo fare, Cla'?»

«Sicuro come la morte.»

Il padre sospirò.

«Che c'hai mo'?» disse Claudio. Levò la parrucca e si grattò la cute.

«C'ho che so' preoccupato. Gli omofobi squilibrati te aggrediscono e tu che fai? Li provochi via social?»

«Un omofobo, no gli omofobi. E comunque sì, devono capì che Claudio Barazzutti nun se fà intimidì. È il mio modo pe' mannalli a 'fanculo. Come quattro anni fa.»

Quattro anni fa...

Claudio avrebbe voluto dire a se stesso, prima ancora che agli altri, che ripensare, oggi, a Tiziano con la faccia pesta lo faceva godere, perché Tiziano era un pezzo di merda e se lo meritava.

Ma non era così che si sentiva.

Quel ricordo gli faceva ancora male, come se nulla fosse cambiato tra di loro.

Anzi, nella sua testa stava cominciando a formarsi l'idea che Tiziano fosse diventato così proprio a causa di quel fatto.

No, non trovargli giustificazioni, si ammonì.
Una merdata non giustifica una seconda merdata.

Quella mattina Claudio saltò il suo consueto allenamento col padre per andare a trovare Marco in ospedale.

Quando arrivò, nella stanza piena di fiori, pupazzi e palloncini, c'erano il padre, la madre e la sorella di Marco (intuì fossero loro, padre e sorella gli somigliavano molto).

Il padre non attese nemmeno un secondo. Appena vide Claudio gli fu accanto in due passi e prese a sbraitargli addosso: «Con che coraggio ti fai vedere qui? È tutta colpa tua!»

«Papà...» rantolò Marco dal lettino.

«Papà il cazzo! Tu...» Il padre, guardandolo dal basso, puntò un dito sullo sterno di Claudio, che indietreggiò di un passo, basito. «Ti diverti tanto a fare il frocio splendido in tv, perché sei grande, grosso e mascolino, e lo sai bene che nessuno verrà mai a darti fastidio. E allora con chi se la prendono? Su chi si sfogano, secondo te?!» Indicò con un gesto secco il figlio.

«Ma...» cominciò Claudio.

«Papà, la finisci? Quello psicopatico ce l'aveva con Claudio! Non con me!» protestò Marco.

«Però intanto ha ferito te!» Il padre sembrava fuori di sé dal dolore e dalla rabbia, e Claudio capì che non era il momento di discuterci.

«Tesoro...» La madre si avvicinò al padre e lo prese delicatamente per un braccio. «Andiamo fuori, dai...»

«Vieni fuori anche tu! Non voglio che ti vedano con Marco!» gridò il padre a Claudio. Aveva gli occhi lucidi.

«No. Barazzutti resta e noi andiamo» insisté la madre in tono calmo. «Giulia, vieni fuori anche tu.»

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora