24. Rivelazione

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«Cosa mi hai fatto!» gridò Claudio, cercando di contrarre i muscoli degli arti. Si stupì di riuscire a parlare. Si sentiva ancora mentalmente lucido, ma non era più in grado di muovere alcuna parte del corpo, a eccezione del viso.

«Non preoccuparti» disse Artemide. Lo prese da sotto le ascelle, lo trascinò a peso morto contro il muro di recinzione di un edificio e lo mise seduto lì. 

Claudio non riusciva a opporre resistenza, riusciva solo a parlare. La testa gli cadde in avanti. «Cosa mi hai iniettato?» Questa volta le parole uscirono a rallentatore.

«È una pozione» disse lei, sistemando qualcosa nella propria borsa «una pozione magica. Non preoccuparti. Non morirai.»

«Sei una strega!» Si sentiva stranissimo, sempre più strano, sempre meno presente. «Sei stata t-tu...» ...a fare un incantesimo a Tiziano? Claudio non riuscì a terminare la frase.

«Sì, sono una strega.» Artemide gli sollevò la testa e lo guardò negli occhi. «Ma domani non lo ricorderai più. È meglio così, fidati.»

«Cosa v... vuoi... d... m...?» ormai quasi non riusciva più a muovere le labbra, la lingua.

«Shh, buono, non parlare. Non serve che parli, sono una telepate.»

Quell'informazione lo spaventò. Una telepate? Gli leggeva il pensiero? Sapeva tutto ciò che pensava, ciò che voleva fare... Sempre! In qualsiasi momento!

«No, non sempre, stupido. Prima, quando sei scappato, mica sono riuscita a capire dove sei andato a nasconderti. Riesco a leggerti il pensiero solo quando ti tocco. Così, vedi?» Artemide gli scosse leggermente la testa, che ancora teneva tra le mani. Claudio non capiva più nulla: non sentiva più le braccia, non sentiva il contatto con le mani della donna. Com'era possibile? Era una specie di anestesia?

«Sì, una specie. Un'anestesia magica che ti rende anche particolarmente recettivo al mio potere persuasivo. Non devi aver paura. Tra qualche ora starai di nuovo bene. Le pozioni magiche hanno molti meno effetti collaterali dei farmaci. E non ricorderai niente.» Artemide sospirò. «Sei davvero un osso duro. Ti sto facendo un complimento: la tua personalità è talmente forte che è difficile persuaderti. Normalmente non mi servono filtri e pozioni per convincere le persone a fare ciò che voglio che facciano. Mi basta il mio potere.»

Che vuoi da me? Che vuoi da Tiziano?

«Cosa c'entra Tiziano, adesso? Aspetta, forse stai più comodo steso.» Lo adagiò a terra. Claudio aveva i sensi intorpiditi, ma percepì il cambio di orientamento del mondo intorno a sé. Dopo averlo disteso, Artemide prese di nuovo il viso di Claudio tra le mani, e lo costrinse a guardarla negli occhi. «Ascoltami, Claudio. È meglio per te se non ricordi nulla di ciò che è successo stasera. Prima però ho bisogno di qualche informazione. Pensa: come hai fatto a sfogare il desiderio sessuale?»

Claudio non avrebbe voluto rispondere, ma la sua mente fu involontariamente invasa da immagini di Marco e dell'amplesso dietro al ristorante.

«Mh. Marco...» Artemide ridacchiò. «Oh... vedo che stasera non è stata la prima volta. Quando è successo? Pensaci, per favore, più chiaramente... ecco... ah! Quella volta... quando sono venuta in spogliatoio... ma quella volta non avevi capito di essere sotto l'influsso di un incantesimo seduttivo... Mmh... Fabrizio ti piace... No, non è come pensi, non mi interessa con chi scopi... Ma non mi risulta che Fabrizio sia gay, Claudio, è meglio se lo lasci perdere... Invece vedo che Marco non ti piace per niente. Peccato! Pensa, ti avevo messo apposta, in stanza con lui. Sapevo che era gay e speravo fosse potuta scoccare una scintilla...»

Brutta stronza! È colpa tua, quindi! 

«Non credere di offendermi con questi insulti così generici. Sono abituata a molto peggio. Sai, è istruttivo sapere cosa la gente pensa davvero. È talmente raro che la gente dica ciò che pensa veramente, anche nelle inezie. Mentono tutti, continuamente, spesso senza rendersene conto. Mentono a se stessi, ancor più che agli altri. All'inizio ci stavo male, ma ho imparato in fretta a passarci sopra.» Scrollò la testa. Lasciò il viso di Claudio, mise due dita sulle tempie e rimase così per un po', come se stesse riflettendo.

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora