43. Anch'io

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Marco rimase a guardarlo per diversi lunghi e pesanti secondi.

«Perché dovrei venire? Per farmi trattare male per l'ennesima volta?»

Claudio abbassò la testa, sentendosi uno schifo perché si voleva approfittare di lui per la terza volta. 

Ma stasera è diversa dalle altre due... 

Si sentiva più calmo, razionale, cinico. Rassegnato.

«Sali 'n attimo. So' stanco e me vojo sede.» Poi, vedendolo titubante, aggiunse. «Giuro che nun ce provo e nun te rapisco. Non accendo neanche il motore. Voglio solo stà 'n attimo seduto in compagnia.»

Marco annuì. Claudio lanciò il borsone sul sedile dietro, poi i due ragazzi salirono. Marco si guardò intorno. «Non ero mai salito su una macchina così vecchia... e così brutta! Senza offesa...»

Claudio fece una risatina. «L'ho sempre odiata anch'io. Tiziano invece la adorava.»

«Era un tipo strano, questo Tiziano.» Marco accennò. «È per questo che te la sei portata a Bologna? Perché... ti faceva pensare a lui?»

«No. Casomai avrei dovuto lasciarla a Roma.» Claudio si strinse nelle spalle. «Uno dei motivi per cui ho firmato il contratto e so' venuto qua è stato allontanarmi da tutti i ricordi che avevo giù. E di ricordi in 'sta macchina ce ne ho un botto.»

Marco non commentò e i due ragazzi rimasero in silenzio per un po'.

Claudio non riusciva a smettere di pensare a Tiziano. Aveva voglia di parlarne. Non sapeva nemmeno lui perché, ma aveva voglia di parlare di lui.  «Una volta, qui dentro...» Scosse la testa, ricominciò da capo. «Tu sai che sono della Roma, no?»

«Sì.»

«Tiziano... indovina un po' in che squadra ha cominciato a giocare? Che squadra gli ha fatto il provino, a diciassette anni, per prenderlo in primavera?»

Marco rise. «Non dirmi la Lazio...»

«Esattamente.»

Marco cambiò espressione. «Aspetta... aspetta un attimo! Tiziano della Lazio... mica è... Tiziano Camporese?»

Claudio annuì. «Popo lui...»

Marco si batté una mano sulla fronte. «Adesso ho capito perché aveva bisogno di una ragazza di copertura... perché è famoso! Cazzo... come fai a conoscerlo?»

«Giocavamo nella stessa squadra, da pischelli. Poi lui e Simone sono stati presi dalla Lazio, li hanno presi insieme, mi ricordo ancora quando è venuto l'osservatore...» E Tiziano non ha potuto giocare perché aveva ancora la costola rotta...

Non aggiunse quel particolare penoso. Poi era stato proprio grazie all'intercessione di Simone che Tiziano era riuscito a ottenere un secondo provino, un mese dopo, a febbraio. Circa un mese prima del suo diciottesimo compleanno.

«Simone è durato mezzo anno, Tiziano c'è rimasto. All'inizio giocava in Primavera, ovviamente. Ma era talmente bravo che ha cominciato presto ad allenarsi con la prima squadra. E una sera... avevo la patente da pochissimo, una delle prime uscite che facevamo con la R4. Era dicembre, faceva un freddo... Tiziano scende da casa sua, e lo vedo arrivare con un pacchetto, tipo pacchetto regalo.»

«Cosa c'era dentro?»

Claudio si sorprese a sorridere. «Sembrava quasi dispiaciuto... aveva questo pacchetto in mano e me lo voleva dare, ma ha cominciato a fà 'n sacco de storie: senti, lo so che tu questa la prenderai come un'offesa... ma io sono contento e volevo condividere questo momento con te... cioè ci tenevo a mostrarti questa cosa... insomma, per farla breve, e t'assicuro che lì non è stata breve pe' gnente, ci ha messo tipo dieci minuti a damme quer pacchetto, pe' farla breve, scarto il pacchetto e dentro ce stava 'na maglietta da'a Lazio. E sulla schiena c'era scritto: 57 Camporese.» A Claudio, per un attimo, parve di essere di nuovo lì, insieme a Tiziano, che lo guardava indeciso se essere felice o terrorizzato dalla reazione di Claudio.

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora