Capitolo 1402

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Prendo la mano di Emily tirandola verso di me e,nonostante lei cerchi di resistere,non lascio la presa. Non é di sicuro mia intenzione farle del male,ma non l'avrei lasciata vincere.

Em: non voglio andare via! Sono appena arrivata! Se vuoi,puoi restare tu.

Fa per appoggiarsi alla mia spalla,ma per poco non mi cade addosso: aveva sicuramente bevuto più di quanto potesse reggere,visto anche il modo barcollante che ha di stare in piedi.

C: ti ho detto che non era una domanda la mia: tu vieni via e basta. Voi ringraziate di essere maggiorenni.

V: ma Em,quando torna Luca vorrà sapere dove sei andata.

F: sì...penserà tu lo abbia lasciato.

Le sue due amiche si mettono a ridere senza un vero motivo: non sapevo con certezza se Francesca avesse davvero diciotto anni,ma l'altra ragazza,Valentina,lo era perché era del quinto anno e sicuramente era stata lei a prendere da bere per conto loro e,anche se avrebbero fatto meglio ad andare a casa,non posso fare nulla.

Em: io non lo lascerei mai qui... - continua a ridere - ditegli che....

C: ditegli che mi ha mandato il padre di Emily e vedrete che non si farà domande.

Detto questo prendo Emily infilandole il cappotto e andando via: sono certo che,per quanto ubriaco,sentendo nominare il padre di Emily,Luca si sarebbe impaurito non facendosi problemi su dove lei fosse. Mi porto dietro Emily e vado verso il bancone,attirando l'attenzione del barista. Emily tira via il braccio dalla mia presa con uno strattone,mettendosi peró seduta su uno degli sgabelli sulla mia destra.

Em: so muovermi da sola.

Le do un'occhiataccia,non rispondendole e convincendomi che il suo tono sia solo causato dall'alcool: non si sarebbe allontanata molto essendomi vicina,così mi volto verso il barista.

C: vede quelle due ragazze là? - gliele indico e lui annuisce - C'é anche un ragazzo in bagno. Si assicuri che tornino a casa con un taxi.

Prendo il portafoglio,mettendogli sul bancone un pezzo da cento euro,dicendogli di tenere il resto: con i miei cocktails e il taxi costoso tipico di Roma,sarebbe rimasto poco. Il barista,molto gentile,acconsente a farmi questo favore avendo capito il motivo del mio gesto. Quando faccio per girarmi Emily non é più sullo sgabello affianco a me,ma è seduta ad un tavolino con un ragazzo. Questa ragazza mi sta davvero mettendo a dura prova. Senza aspettare un secondo,la raggiungo e ovviamente senza farle male,la prendo per il braccio facendola alzare.

Em: sei noioso! Io voglio rimanere e divertirmi.

Faccio per dirle qualcosa,ma il ragazzo seduto davanti a lei si alza e,prendendole la mano,se la tira vicino con un gesto brusco tanto che,per non cadere,lei deve tenersi alla sua spalla. Non realizzando la cosa peró,lei si limita a ridere.

X: mi sembra abbia detto che vuole restare: trovatene un'altra.

Il modo in cui la stringe,portando le mani dove non dovrebbe,e le parole che dice riferendosi a lei come ad un oggetto,mi fanno perdere il controllo che ho tenuto fino ad ora. Senza curarmi della presenza delle altre persone,mi scaglio su di lui,prendendolo per il collo della maglia.

C: ascoltami bene: se vuoi continuare ad avere la possibilità di trovarne altre,ti conviene toglierle le mani di dosso: non sono un tipo molto disponibile al dialogo in questi casi.

X: ok calmati,non voglio problemi. Tienitela pure.

Lo lascio andare e,mentre si allontana sistemandosi la maglia,continua a guardarmi male. Emily,che era rimasta a pochi centimetri da lui,mi guarda leggermente spaventata,ma anche molti altri occhi si sono posati su di me. Non ho pensato con razionalità: nel vederla nelle mani di quello schifoso,ho lasciato che il vecchio me avesse la meglio. Quando avevo la sua età non mi dispiaceva fare a botte nei pub irlandesi anche per cose di minor importanza. Non mi piaceva quella versione di me e l'avevo voluta dimenticare,ma tenere al sicuro Emily è stato un motivo sufficiente per ritirarla fuori. Vedendola leggermente turbata,mi limito a metterle una mano dietro alla schiena e a guidarla fuori,mettendomi al suo fianco per tenerla comunque in equilibrio.

Em: dove pensi di portarmi? Non puoi prendermi e farmi fare ció che vuoi.

C: non ti porto via perché non so cosa fare: ti sto facendo un favore.

Em: allora non ti faccio decidere per me: portami a casa.

A causa dell'alcool sembra una ragazzina viziata in questo momento: non che per i suoi diciassette anni fosse adulta,ma non era da lei parlare in questo modo. Non le rispondo e mi limito a fare gli ultimi passi verso la macchina: le apro la portiera,aiutandola a sedersi e a mettersi la cintura. Solo ora noto il vestito che ha indosso e mentre le infilo la cintura,cerco di non entrare in contatto con le parti "sporgenti" del suo corpo,provando a chiuderle meglio il cappotto. 

Chiudo la portella,facendo un respiro profondo per smaltire la pressione,e salgo in macchina

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Chiudo la portella,facendo un respiro profondo per smaltire la pressione,e salgo in macchina. Emily sta smanettando con il pannello di controllo,come se non avesse mai visto una cosa simile.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 8Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora