Capitolo 1530

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I: mi hai fatto morire di paura.

A: beata te... io stavo per morire infilzato.

I: non fai ridere scemo... avresti dovuto dirmi che eri ferito.

A: l'elicottero era instabile e volevo solo che tu fossi al sicuro a terra.

I: avrei potuto aiutarti a curarti: hai visto che l'elicottero ha tenuto abbastanza.

A: non potevo saperlo in quel momento. Per quanto quel pezzo di metallo mi facesse male,mi avrebbe fatto più male se ti fosse successo qualcosa.

I: appena starai bene,te la farò pagare.

A: non vedo l'ora.

Mi lascio scappare un sorriso e alzando la testa dal tronco,mi avvicino e la bacio. La mia famiglia era fondamentale per me,ma in questi quattro anni non ce l'avrei fatta senza Isabella. Lei era l'unica su cui potevo sempre fare riferimento perché era diventata non solo la mia ragazza,ma la mia famiglia,la mia migliore amica,insomma il mio tutto. Mi sento meglio rispetto a qualche minuto fa,quindi mi faccio aiutare da Isabella e mi alzo,provando a muovere da solo qualche passo.

V: ti uccido! La prossima volta che provi a fare scherzi del genere,ti uccido io con le mie mani.

A: scusa.

Non piange e non lascia trasparire nessuna emozione,anche perché lo farebbe solo per Tobie,ma la vedo davvero seria. Non mi lascia il tempo di dire altro che nel giro di pochi secondi,me la ritrovo addosso. Non mi stringe forte,ma mi abbraccia abbastanza stretto da farmi sentire addirittura il suo battito. Alle sue spalle vedo Tobie sorridere: non siamo abituati a queste sue esternazioni di affetto,ma deve essersi davvero spaventata se è arrivata a questo.

A: ora ci sono,sono tutto intero.

S: li hai fatti andare in escandescenze.

A: lo fanno per poco... - lo guardo sorridendo - lei come sta?

S: bene,sento solo un leggero prurito. Non pensavo,ma il cappellaio matto e la soldatessa sono stati bravi.

V: non tiri la corda.

A: ok,facciamo il quadro della situazione.

Non sono nel pieno delle forze,così come Sandro,ma non possiamo prenderci più tempo del necessario: dobbiamo trovare quei ragazzi e poi trovare un modo per comunicare con Lewis e le squadre di soccorso.

T: Sandro devo stringerti la fascia un po' più forte: farà male.

S: credo che abbiamo due concezioni di dolore diverso.

V: contattiamo Lewis con il telefono satellitare: viene qui e ci riorganizziamo.

I: dov'è?

A: lo aveva Tobie se non sbaglio.

Guardiamo tutti Tobie che però evita il nostro sguardo,quasi in difficoltà: fa qualche passo verso l'elicottero ormai spiccicato al suolo. Inserisce il braccio nella fessura creata dal finestrino aperto davanti e quanto lo estrae,in mano ha soltanto i resti del telefono satellitare.

T: non credo che questo modello ci offrirà un'ottima copertura del segnale.

I: perfetto...

A: non è colpa di nessuno. Prendi le cartine e se avete lasciato qualcosa di utile dentro,prendetela.

Viky,Sandro e Isabella vanno vicino all'elicottero,prendendo quello che è sopravvissuto alla caduta mentre Tobie mi porta le cartine e mi aiuta ad aprirle,stendendole a terra per poterle consultare meglio. Iniziamo a consultarle e ben presto arrivano anche gli altri,mettendosi come noi tutti disposti intorno.

A: allora,noi siamo qui. Gli alberi intorno sono troppo fitti: nessun elicottero potrebbe arrivare e prelevarci.

S: l'unica zona da cui poter uscire è questo bacino a est.

V: che è.... - guarda il suo orologio da polso - di là.

S: come hai fatto?

V: punto la lancetta delle ore verso il sole e divido in due l'angolo che la separa dalle dodici. In questo modo trovo il sud e quindi gli altri punti cardinali.

L'espressione stupita di Sandro non ci colpisce più di tanto: quasi tutte le persone che hanno a che fare con noi per la prima volta reagiscono così. Sono proprio queste capacità però a rivelarsi sempre fondamentali nelle situazioni difficili in cui andiamo a trovarci.

A: non possiamo contattare Lewis,ma è con Matías e presumo penseranno come noi: capirà che il bacino è l'unica via di fuga.

T: seguiamo le orme dei dispersi e una volta trovati,vedremo di comunicare con la squadra di recupero.

A: allora lei rimarrà con Isabella perché è meglio che non cammini.

S: non voglio rimanere con lei,lasciatemi il medico.

A: Tobie ci serve,in caso uno dei ragazzi fosse ferito.

S: non mi piace questa idea: siamo in una foresta senza cibo,con poca acqua e a stento camminiamo. Inoltre lei mi sembra la meno brillante sinceramente.

I: grazie.

Riflettendoci forse,dividerci non è una bella idea: anche io avrei dovuto riposarmi invece di camminare,ma la priorità è trovare quei ragazzi e,a differenza del pilota,la mia giovane età mi avrebbe permesso di resistere per più tempo.

A: ok,andiamo tutti: Viky prendi la radio così nel frattempo provi a ripararla.

V: la cosa sarebbe stata più facile se avessimo ancora il satellitare,ma non è così.

T: è una frecciatina verso di me?

V: se avessi stretto il telefono anziché la sottoscritta,non saremmo nei guai.

T: cercavo di proteggerti: è stato istintivo.

V: è stato stupido: eri un missile vagante di 68 chili.

T: 70.... sto potenziando la massa muscolare.

Non è sicuramente il momento migliore per litigare e personalmente non credo sia nemmeno giusto recriminare il gesto di Tobie: se fossi stato vicino ad Isabella,avrei fatto la stessa cosa,ma per una mente puramente razionale come quella di Viky,capisco sia difficile da comprendere.

A: muoviamoci: prendiamo tutto e andiamo. Il tramonto arriverà tra 47 minuti.

Distribuiamo le bottigliette di acqua che abbiamo portato anche per tutti gli altri ragazzi,tutte le cose utili per medicare e quello che ci può essere utile dall'elicottero.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 8Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora