Capitolo 1577

546 38 3
                                    

C: guarda che è andata bene.

Em: davvero?! Non ti ha detto di lasciarmi?!

Il suo tono è davvero molto sorpreso,ma la capisco perché lo sono anche io ancora adesso. Arrivati all'ascensore,lo chiamo restando ad aspettare.

C: sono incredulo quanto te,ma a quanto pare vuole davvero darci una possibilità.

Em: grazie a Dio! - fa un sospiro - Sono rimasta fino ad ora con l'angoscia.

C: devo solo fare una cosa,ma mi viene abbastanza facile.

Em: cosa?

C: amarti.

Mi abbasso verso di lei,mettendomi a lato del suo viso,rubandole un bacio vedendola subito dopo sorridere. Avrei fatto qualunque cosa per quel sorriso che mi era mancato come l'aria. Il campanello dell'ascensore suona e le porte si aprono,così entriamo e premo il tasto numero 2.

Em: non sai quanto sono contenta: ce lo meritiamo.

Non potrei essere più d'accordo,dopotutto l'unica "colpa" che avevamo,era stata quella di esserci innamorati. Vado davanti a lei,piegandomi sulle ginocchia per poterla guardare negli occhi. Dio,anche quelli mi erano mancati,ma più che altro per il modo in cui mi guardano. Le sposto leggermente i capelli per vederglieli meglio.

Em: non guardarmi così dai.

C: perché non dovrei,sei bellissima.

Em: sono ridicola su quest'affare,per non parlare di questo camice assurdo che mi fa prudere ovunque.

C: è solo per poco,porta pazienza: per stasera indosserai i tuoi amati vestiti.

Em: e mangerò qualcosa di decente.

Sorrido nel sentire le sue parole perché anche tutte queste sue lamentele mi sono mancate. Arriviamo al piano e usciamo dall'ascensore: ero venuto qui con Emma,ma Tobie mi aveva detto con precisione quale fosse la sua stanza. La numero 8.

Em: comunque non è poi così male questo camice se ci penso bene.

C: ah sì?

Em: beh mi tiene caldino anche se sotto non ho nessun vestito.

C: allora è un bene che tu non te lo debba togliere: non vorrei ti ammalassi.

Mi abbasso tanto quanto basta per dirle queste cose all'orecchio e darle poi un bacio sulla guancia, sentendola sbuffare. Dal suo tono non ho potuto non cogliere la sua frecciatina,ma non avrebbe fatto effetto su di me. Nel mese in cui eravamo stati insieme non ci siamo mai davvero "svestiti": lei mi ha visto senza maglietta un paio di volte e io l'ho vista in mutande,ma mai in situazioni con un'atmosfera maliziosa. Cercavo sempre di evitare che si arrivasse a situazioni del genere perché dopotutto sono fatto di carne. Arriviamo davanti alla stanza di Alex e da fuori si sente che sta parlando con Isabella. La carrozzina però si ferma a pochi centimetri dalla porta perché Emily ha bloccato le ruote con le mani.

Em: aspetta un attimo.

C: cosa c'è?

Em: mi serve solo un secondo.

C: anche io ero preoccupato per quello che avrebbe potuto dirci,ma ora che abbiamo il via libera di tuo padre,credo che...

Em: non è quello,è che mi sento in colpa.

C: per cosa?

Em: se si trova qui è colpa mia.

Ora finalmente capisco da cosa era dovuta questa sua incertezza sull'andare da suo fratello o no: aveva cambiato idea mille volte. Credo si tratti di un semplice momento di ansia più che di paura,dopotutto è pur sempre suo fratello.

C: ehy,stai tranquilla: vuole solo vederti,non credo gli importi di altro.

Em: ok,ora ci sono. - fa un respiro profondo - Andiamo.

Le do un bacio e,arrivato alla porta aperta,busso per attirare la loro attenzione. Isabella è seduta sul bordo del letto di fianco a lui ed entrambi guardano verso di noi,come sentono il rumore delle mie nocche sulla porta.

I: oh,eccovi.

Isabella sorride,facendoci segno con la mano di entrare. Lo sguardo di Alex è invece su di noi quasi volesse capire qualcosa senza il bisogno di chiederci nulla,ma la sua espressione sembra molto serena. È seduto con la schiena contro la testiera del letto con una grande fascia bianca intorno al petto nudo. Entriamo e porto Emily il più vicino possibile a lui.

C: Colin piacere.

A: Alex.

Mi stringe la mano,annuendo e spostando poi lo sguardo su Emily: deve aver capito che sua sorella è leggermente in pensiero. Non sembra essere poi così sorpreso di vedermi qui e onestamente sono contento di non sentirmi fuori posto almeno per una volta. Isabella si alza,dando un bacio ad Alex.

I: vi lascio un po' da soli.

A: va bene grazie.

I: non ridere troppo ok?

A: me lo ricorderanno le fitte che mi verranno tranquilla.

Si salutano con un sorriso,poi Isabella esce dalla stanza,chiudendo la porta. Avevo saputo di che entità era stata la sua ferita e immagino che ridere gli possa far saltare i punti o provocargli semplicemente dolore. Emily non ha ancora detto una parola,ma rimedia appena Isabella chiude la porta.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 8Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora