Capitolo 1534

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E: noi non avremo detto niente e Alex lo sa.

M: sono sicuro che sia così,ma credo che abbia solo voluto evitarvi disguidi: se vi fosse sfuggita una sola parola,avreste avuto problemi. Gli Stati Uniti non sono clementi quando si tratta di queste cose.

B: ma se voi lavorate per conto degli Stati Uniti,perché siete qui a Roma?

M: hanno deciso di darci Roma come base operativa proprio perché voi e la mamma di Isabella siete di Roma.

Credo di aver capito qual è stato il loro ragionamento: non potendo dirci la verità sul loro lavoro,stando vicino avrebbero però potuto rimanere facilmente in contatto con noi. Perché non vicino ai genitori degli altri due allora? Emma come sempre sembra leggermi nel pensiero.

E: anche i genitori degli altri due ragazzi sono di Roma?

M: no... Tobie e Viky,non hanno i genitori.

E: nemmeno loro?

M: Viky viene dalla Germania e i suoi genitori l'hanno abbandonata da bambina,invece Tobie ha perso la mamma molto giovane e suo padre è in una specie di manicomio in Francia,il paese da cui viene.

Mi ero fatto mille pensieri su che tipo di vita potessero condurre questi per me "nuovi" amici di Alex,ma mai mi sarei immaginato che anche loro fossero da soli per di più in un paese straniero.

E: è per questo che sembrate così legati?

M: non lo sembriamo,lo siamo: se uno di noi se ne andasse,non riusciremmo a muovere un passo soprattutto se si trattasse di Alex o Isabella.

E: perché?

M: perché a differenza loro,noi non avremmo nessuno. Noi non abbiamo una famiglia da cui andare: loro sono la nostra famiglia.

Nessuno più di noi poteva capire questa concezione di famiglia: abbiamo sempre insegnato ai nostri figli che non è il sangue o un cognome a creare dei legami familiari,ma soltanto l'amore. Penso di parlare anche a nome di Emma quando dico che non potremmo essere più fieri di lui.

E: pensi davvero che stiano bene?

M: non solo lo penso,ma lo so. Le probabilità non sono dalla nostra parte,ma se c'è una cosa che noi sappiamo fare è sfidare le probabilità.

B: e vincerle anche?

M: le vinciamo sempre.

Ci guarda sorridendo e con un'espressione che ha tutta l'intenzione di convincerli. Sembra volerci dire qualcos'altro,ma prima che riesca a farlo,la sua attenzione viene attirata da una serie di suoni provenienti da uno dei computer.

M: scusate,devo andare a vedere prima che facciano casini.

E: certo,vai pure.

Ci sorride di nuovo e dopo essersi alzato va a prendere il controllo della postazione principale,iniziando a digitare sulla tastiera. Uno dei tecnici prova ad intervenire,ma lui lo rimette subito al suo posto: avrà solo dieci anni,ma sa il fatto suo e per certi aspetti,mi ricorda molto Alex.

B: ci rendiamo conto? Un ragazzino di dieci anni che fa le scarpe a tutti.

E: già...

B: che c'è? Non sarai arrabbiata per il fatto che non ci abbia detto nulla?

E: no. Sono solo preoccupata: con tutta la fiducia che posso avere per quel ragazzino e per i loro amici,io ho comunque paura.

B: andrà bene. Te lo prometto.

Mi avvicino e la abbraccio: solitamente è lei quella forte,ma quando si tratta dei suoi figli un minimo ostacolo la spaventa. Questo è quello che lo rende la brava madre che è,ma Alex aveva davvero costruito tanto e non ci avrebbe sicuramente deluso.

B: non sappiamo quello che fa durante il suo lavoro,ma da quello che ci hanno detto può fare grandi cose.

E: lo so e mi fido,ma... l'elicottero su cui è salito,adesso è in mezzo a degli alberi. Ed Emily? Io mi preoccupo di Alex,ma di lei cosa sappiamo? Potrebbe essersi fatta male o...

B: ehy,respira.

E: ma...

B: no. Respira e basta.

La guardo molto determinato: posso davvero capire le sue paure,che non sono altro che quelle di un qualunque genitore. Il problema è che lei tende sempre a darsi la colpa per qualsiasi cosa,anche quando colpe non ne ha. Avevamo deciso insieme di far venire qui Emily,inoltre non potevamo avere il controllo su quello che sarebbe successo,così come gli altri genitori.

B: nessuno poteva sapere che saremmo arrivati a questo punto. In più pensaci,se ne sta occupando suo fratello: a chi più di lui potremmo dare la nostra fiducia?

E: lo so,hai ragione.

B: poi ti dirò,anche se sono strani,io mi fido anche dei suoi amici.

E: anche io... mi sembrano competenti e poi sono come Alex.

B: appunto e sono certo che tengano molto a lui,quindi non permetteranno che gli accada nulla.

E: sarà meglio per loro.

Il tono minaccioso con cui lo dice mi fa addirittura sorridere: chiunque se la sarebbe vista brutta,se fosse capitato qualcosa ad Alex o Emily. Le metto il braccio attorno alle spalle e la stringo a me: ho bisogno che lei sia forte e soprattutto positiva.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 8Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora