Capitolo 1572

614 37 15
                                    

C: tutto ok? Ti ho forse spaventata un po' con le mie parole? Era per ...

Em: baciami. - la guardo confuso - Baciami e basta.

La sua espressione viene segnata da un piccolo sorriso che mi precipito a baciare. Forse questo bacio è ancora più intenso di quello che ci siamo dati ieri sera,dopo che non ci vedevamo da mesi. Continuiamo a baciarci,scordandoci persino del tempo e dello spazio,quando veniamo interrotti da degli strani rumori. Stacchiamo le nostre labbra,guardando fuori dalla porta,ma non vediamo niente.

Em: cos'è questo casino?

C: aspetta,vado a vedere.

Le do un ultimo bacio veloce e mi alzo,andando verso la porta. Quando mi giro verso sinistra nella direzione in cui si trovano le scale e l'ascensore,vedo delle figure in fondo al corridoio. Tuttavia si continuano a sentire dei rumori che sembrano fatti quasi da un bambino.

Em: allora?

C: non so. - mi volto un attimo a guardarla - Sembra ci siano delle persone là in fondo.

Torno a guardare e dopo qualche secondo riconosco la fonte di quel baccano: intenta a saltare e a parlare come una matta c'è Gaia,mentre Emma e Simone stanno parlando con quelli che a questo punto sono gli unici mancanti all'appello: i genitori di Emma. Simone ci aveva detto ieri sera che suo padre sarebbe tornato appena possibile,visto che era via per lavoro.

C: credo ci siano i tuoi nonni,perché vedo tua sorella.

Em: oddio,addio tranquillità.

C: ehy! Dovresti essere contenta di vedere tua sorella.

Em: non parlavo di lei infatti.

Resto a guardare,ma non sembrano ancora intenzionati a venire qui. Simone ed Emma non sapevano che Emily si era svegliata,ma penso che Lilia glielo abbia detto. Ad un certo punto però Gaia si volta nella mia direzione e nel momento in cui mi vede,fa un sorriso enorme tanto da farmi intravedere i suoi bei dentini bianchi.

G: Coin! Mami guarda c'è Coin!

Mi indica con il braccio,facendo voltare tutti verso di me. Emma sorride,mentre non si può dire lo stesso degli altri. Gaia inizia subito a correre verso di me,nonostante sua nonna le continui a dire di rallentare.

X: ehy signorina,non si può fare tutto questo rumore: siamo pur sempre in un ospedale.

Questa volta è suo nonno a parlarle,ma lei continua a correre con la sua gonnellina blu e i suoi capelli castani che volano sciolti. Ha ancora il sorriso stampato in faccia e quando arriva,la prendo in braccio al volo. Si stringe subito al mio collo quasi fin troppo forte,ma mi è mancata questa piccolina.

C: scimmietta sei diventata più pesante eh?

G: no,sono solo pú grande e sono anche divettata pù brava a parlare.

C: allora sei proprio diventata una bambina grande.

G: che bello che sei qui anche tu.

Em: ehy! Non si saluta?

G: Em!

Noto che gli altri non stanno ancora venendo verso di noi e sono ancora intenti a parlare,ma visto che Gaia è giustamente impaziente di salutare sua sorella,la porto da lei. Mi siedo sul bordo del letto tenendo Gaia seduta sulle mie gambe e lei si sporge per darle un bacino molto delicatamente.

Em: guarda che non mi rompi,se anche mi abbracci.

G: non voio farti male. - guarda la sua gamba ingessata - Dopo posso facci un disegno sopa?

Em: certo,così la rendi meno triste.

G: posso toccarlo?

Em: sì,tanto non mi fai male.

La aiuto a mettersi sul letto,ma poi lei inizia a muoversi da sola,mettendosi completamente a cavalcioni sul corpo di Emily,iniziando a toccarle il gesso prima con un ditino poi facendo addirittura finta di bussarci sopra.

Em: guarda che farei a meno di vedere il tuo sedere eh...

Le prende l'orlo della gonna tirandolo un po' in giù non prima di averle dato una piccola pacca sul sedere,facendola ridere: mettendosi in quel modo ovviamente le si era alzata la gonnellina.

G: guarda che ho le mutaddine e le calze lugghe. - si gira facendole la linguaccia - Poi sono una bambina...

Em: un sedere è un sedere.

G: vabbé... - fa spallucce - allora quando tonniamo a casa,ti disegno un bel fiore.

C: puoi scriverci anche il tuo nome.

G: sì! E schivi anche il tuo. - mi guarda contenta - Ma... papi sa che sei qui? Se ti vede,si arrabba.

La sua espressione entusiasta diventa seria all'improvviso,ma a differenza di quella che era venuta agli altri nel momento in cui mi avevano visto,lei è molto buffa: torna lentamente verso di me,sedendosi ancora sulle mie gambe,guardandomi.

G: non voio che te ne vai ancora: mi era paciuto giocare con te.

Em: tranquilla: lo hanno chiamato mamma e papà.

G: allora papi ha fatto pace anche con te?

Em: insomma... più o meno: ha fatto proprio pace con mamma?

G: secoddo me sì perché ieri non smettevano di dassi dei bacini.

Em: hai fatto la spiona eh...

G: no... io non ho vitto niente.... sono solo brava a sentire.

Prende il bordo della sua gonnellina iniziando a giocarci,palesemente in imbarazzo: Emily amava metterla in difficoltà più che altro perché Gaia è veramente carina quando si sente in colpa per qualcosa anche se insignificante come questa. Cerco allora di rimetterla a suo agio,con una piccola battuta.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 8Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora