Capitolo 1532

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E: non importa quanto possiate essere sicuri che stia bene,sarò comunque sempre preoccupata per Alex... esattamente come quando era piccolo.

M: lo so,me lo dicono sempre anche a me. Voi però non sapete quello che sono in grado di fare.

B: potresti dircelo tu.

M: loro sono dei geni e come me,non vedono il mondo come lo vedete voi: loro trovano soluzioni anche dove non ci sono.

E: vorresti dirmi che potrebbero anche trovare la soluzione ad uno schianto in elicottero?

M: certo. Sono in grado di fare qualunque cosa.

Io ed Emma ci scambiamo un lungo sguardo: questo ragazzino deve essere molto legato a loro perché ne parla con una grande ammirazione. Non vede in loro solo un esempio,ma anche un punto di riferimento affettivo.

E: quanti anni hai?

M: dieci.

E: i tuoi genitori sanno che sei qui?

M: io non ho i genitori.

B: come non hai i genitori?

M: sono morti quando avevo quattro anni.

E: oddio... mi dispiace molto.

M: nessun problema.

Sembra davvero indifferente ad una notizia del genere: chiunque rimarrebbe scioccato nel sentire una cosa così,ma quello che stupisce di più è che sia lo stesso bambino a dirlo con tanta facilità.

B: non hai una famiglia con cui stare?

M: sì,loro sono la mia famiglia.

E: vuoi dire che sei con loro da quando... beh da quando hai perso i tuoi genitori?

M: in realtà ho visitato molte case famiglia prima,ma poi sono stato affidato al governo americano.

B: e cosa ha a che fare l'America con loro?

M: beh è una lunga storia.

E: abbiamo tempo.

Quando parliamo con lui sembra quasi di parlare con un adulto e,a quanto pare,sembra l'unico in grado di darci le risposte che cerchiamo da quando siamo arrivati. Prima che però possa dire qualcosa,vediamo quell'agente rientrare e venire verso di noi.

L: ho richiesto l'intervento di un elicottero da trasporto: con quello riuscirò a raggiungerli.

B: grazie.

E: quando arriverà?

L: ci vorrà un po',ma come vi ho detto staranno sicuramente bene e nel frattempo troveranno vostra figlia e gli altri.

M: così andrai a prendere tutti in un colpo solo.

L: esatto ragazzino. Ora devo andare ad occuparmi di alcune cose,posso lasciarvelo?

B: certo.

L: mi raccomando Matías: tieni sempre un occhio sugli schermi... non mi fido molto di loro.

Gli indica con lo sguardo gli uomini della forestale che stanno lavorando ai computer e,dopo essersi scambiati un sorriso,l'agente esce di nuovo. Deve essere davvero intelligente se gli lascia il controllo della situazione.

E: da dove vieni? Sei italiano?

M: no,sono argentino.

B: come mai allora sei con loro? Perché non sei andato con una famiglia normale?

M: sono un genio: non sono come gli altri bambini e nessuna famiglia avrebbe potuto aiutarmi a crescere nel modo giusto.

E: e quindi hai chiesto di andare con loro?

M: no,Lewis ha chiesto che fossi affidato a loro.

Non so cosa stia capendo Emma di tutta questa storia,ma personalmente sono molto confuso: questo bambino è rimasto orfano e poi è stato preso in affidamento dal governo americano,ma passa il suo tempo con Alex e i suoi amici.

M: è complicato. I miei genitori sono morti durante un'operazione militare statunitense,per questo sono stato affidato al governo americano.

E: continuo a non capire il collegamento con Alex e gli altri però.

M: quando hanno capito che ero un genio,hanno deciso di farmi stare con loro: in questo modo avrei potuto usare la mia intelligenza e stare con persone che mi avrebbero insegnato ad usarla al meglio.

B: quindi vivi con loro proprio?

M: sì,dipende dai giorni: a volte sto da Alex e Isabella,altre da Tobie e Viky.

Potrebbe sembrare un'informazione semplice e banale,ma Emma ed io eravamo convinti che Alex avesse un appartamento con dei suoi amici. Eravamo andati a vederlo solo una volta,ma a questo punto deve essere stata una delle tante "novità" se la persona con cui vive in realtà è Isabella.

E: quindi... Alex abita con Isabella e i vostri amici?

M: no no... Alex ed Isabella hanno un appartamento mentre Tobie e Viky un altro,ma entrambi hanno una stanza per me e in base a come sto,decido con chi stare.

B: e... da quanto va avanti? Da quanto sei con loro?

M: quasi quattro anni.

E: quattro anni...

È come se la verità ci fosse stata sbattuta in faccia dal nulla senza che noi sospettassimo nemmeno di una bugia: tutto quello che credevamo vero,si sta rivelando falso. Non che mi senta preso in giro o altro,ma quando si è convinti che il proprio figlio stia facendo determinate cose,non si può restare indifferenti nel sapere che fa tutt'altro.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 8Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora