Capitolo 1502

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DOMENICA 08/09/2041

Sono seduto sul divano a guardare la TV ormai da un'ora e mezza e sono solo le otto di mattina. Stanotte non sono riuscito a dormire per niente perché Emily è fuori casa da due giorni ormai. Giovedì mattina era andata via con alcuni suoi amici: avevano organizzato una sorta di escursione in quella che era diventata l'area naturale della città,nonchè la più famosa d'Italia. Era stato un progetto su cui il governo di Roma aveva lavorato per anni: una grande riserva naturale ad alcuni chilometri da casa nostra. Io avevo solo dato un'occhiata al dépliant illustrativo e non mi era sembrata poi una così brutta idea. Avrebbero ricominciato a breve la scuola e volevano passare qualche giorno insieme e allo stesso tempo fare una cosa nuova. Emma era d'accordo,visto che sarebbe stato un modo per far pensare ad altro Emily. Dal canto mio ho accettato per accontentare un suo desiderio,dato che con l'inizio della scuola avrei ricominciato a controllarla. Lei avrebbe compiuto 18 anni a breve e non avrebbe avuto alcuna intenzione di cambiare quella scuola,inoltre aveva accettato che io la controllassi a patto di non far andare via il suo professore. Quello che ancora non sapeva era che era stato proprio lui a chiedere al direttore scolastico di non insegnare più al suo anno. Non mi interessa molto il motivo,ma mi piace il solo fatto che lo abbia fatto: meno vedrà mia figlia,meglio sarà per lui. Il problema è che lei non la prenderà affatto bene quando lo saprà e penserà comunque che sia stata colpa mia,quindi ho sperato che accontentarla le facesse capire che sto allentando un po' la presa. Il motivo per cui sono sovrappensiero è che non abbiamo sue notizie da venerdì sera e la cosa mi preoccupa non poco. Mentre mi passo una mano sugli occhi per la frustrazione,sento qualcuno scendere le scale e quando mi volto,vedo Emma.

E: ciao.

B: ciao.

Ci scambiamo uno sguardo veloce poi lei va subito verso la cucina a prepararsi il suo solito caffè latte: ero stato attento a non disturbarla,infatti credo non si sia nemmeno accorta del fatto che non sia riuscito a dormire.

E: come mai già sveglio?

B: non sono riuscito a chiudere occhio.

E: perchè?

B: secondo te?

E: se lo sapessi,non te l'avrei chiesto.

Dimentico che ormai non c'è quasi più nessun collegamento tra di noi: solitamente non mi servirebbe nemmeno accennare ad un mio problema che lei lo capirebbe nel giro di due secondi,ma negli ultimi mesi è cambiato anche questo.

B: è più di un giorno che non sappiamo niente da Em,cosa le costa mandare almeno un messaggio con un pollice in su.

E: non avranno campo...quella riserva è sperduta nel nulla ed enorme.

B: si è anche alzato un vento non indifferente....non so come fai a stare così tranquilla.

E: beh sei tu l'unico a cui importa di Em giusto? Perché dovrei preoccuparmene io,se lo fai già tu.

B: cominci già di prima mattina...wow.

Come sempre basta un piccolo accenno a qualsiasi cosa perché tra di noi inizi una discussione che riguarda Emily: non riesce proprio a digerire il motivo per cui l'ho fatto.

B: normalmente non vorrei avere un resoconto,ma essendo immersa in quella sorta di foresta,sapere che sta bene mi farebbe piacere.

E: sarà così: dopotutto sono in sei e se fosse successo qualcosa,uno dei loro genitori ci avrebbe fatto sapere qualcosa.

B: ho provato a mandarle un paio di messaggi,ma niente...

E: non è una grande novità.

B: cioè?

E: lo sai che non ti risponderebbe mai.

In effetti visto come era cambiato il nostro rapporto,non ha tutti i torti: Emily non mi avrebbe mai risposto neppure se si fosse trattato di qualcosa di importante,al limite scriveva ad Emma.

B: a te ha scritto qualcosa?

E: no,ma penso davvero che non ci sia niente di cui preoccuparsi: non ci sarà segnale e in quella boscaglia con anche il vento non riusciranno a chiamarci,ma hanno tutto quello che gli serve.

Quando avevamo accettato di far andare Emily,ci eravamo accertati che tutto fosse a norma: avevano acqua e cibo,l'attrezzatura per dormire e ripararsi e i numeri per chiamare le squadre di soccorso che si occupavano della zona in caso fosse successo qualcosa di grave.

B: non lo so...sembra che lo faccia apposta.

E: a fare cosa?

B: lo sa che gradirei avere un messaggio,ma piuttosto che mandarmelo,si farebbe uccidere.

E: chissà perché...non capisco proprio cosa tu possa averle fatto di male.

B: ovviamente è colpa mia.

E: l'importante è capirlo: meglio tardi che mai.

B: vorrei poter dire lo stesso.

Queste ultime parole le sussurro soltanto,ma a quanto pare deve avermi sentito perché la sento appoggiare la sua tazza e venire verso di me,mettendosi di fronte a me con le mani sui fianchi.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 8Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora