Capitolo 1511

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Isabella Pov's

Sono in ufficio alla mia scrivania,impegnata a destreggiarmi tra moduli,fatture e fazzoletti di carta. Quando mi sono alzata stamattina ho iniziato a sentirmi non molto bene e,nel giro di un paio di ore,ho iniziato a starnutire e tossire. Un paio di giorni fa siamo andati in Svizzera per un lavoro al CERN di Ginevra e credo di essermi ammalata,ma solo stamattina mi si è sfogato tutto. Stamattina per fortuna non abbiamo dovuto fare molto e abbiamo solo sistemato alcuni progetti qui nell'ufficio,ma appena finita la pausa pranzo siamo stati chiamati da Elia. Elia è uno dei nostri principali sostenitori,è un imprenditore di Roma che opera nel campo dell'elettronica e ogni volta che deve testare,installare o riparare qualcosa,fa affidamento su di noi. Sto compilando alcuni documenti sul computer,quando devo fermarmi per starnutire così per l'ennesima volta tiro fuori un fazzoletto e mi soffio il naso. Nello stesso momento però sento la porta aprirsi,quindi con il braccio butto tutto quello che ho sulla scrivania in un cassetto. Con loro era andato anche Matías e se avesse visto fazzoletti,sciroppo,spray e altro,avrebbe dato di matto tanto è ipocondriaco. Per fortuna,riesco a nascondere tutto in tempo nel momento in cui Alex entra e Matías corre dentro.

I: ehy ragazzi,finalmente siete tornati. Come è andato il controllo da Elia?

A: benissimo: software installato con successo.

M: e con successo intende dire che nessuno è stato spedito nello spazio o rapito.

Alex si mette a ridere andando ad appoggiare le attrezzature sulla sua scrivania,mentre Matías ha portato dentro solo il computer. Purtroppo molte volte quando si trattava di lavori per conto di Elia,succedeva sempre qualcosa di rischioso.

A: Elia è rimasto molto soddisfatto e... - tira fuori una busta dalla tasca - ci ha pagati subito.

I: abbiamo ricevuto anche l'assegno dalla UCLA e il rimborso del governo: questa settimana è andata veramente molto bene.

A: non dirlo ad alta voce...

Si avvicina dandomi la busta e abbassandosi per darmi un bacio: mi sto davvero sforzando di parlare normalmente e sembrare la solita e spero che non si siano accorti di nulla. Visto l'ultimo periodo Alex potrebbe chiedermi di stare a letto anche solo per un raffreddore. Si allontana per andare alla finestra e chiuderla,quando sente un soffio di aria abbastanza forte.

I: forti questi venti eh?

A: i venti di Santa Ana.

M: dicono siano i venti più caldi mai registrati a settembre: sarebbero tipici della California meridionale e sono eccezionali per noi.

I: a proposito meteorologo... ha chiamato Patti.

M: davvero?

A: come mai?

I: vuole invitarlo al suo compleanno: non c'eri e ho detto che l'avresti richiamata tu.

M: dannazione!

I: il linguaggio ragazzino.

Matías ha solo 10 anni,ma vista la sua intelligenza,è molto più maturo degli altri e questo non significa che il poter fare cose in più rispetto agli altri,gli dia il diritto di parlare come gli adulti. Alex lo osserva sorridendo,andando a sedersi alla sua scrivania che è di fronte alla mia.

A: beh complimenti giovane play boy.

M: vado di sopra a rendermi presentabile per una video chiamata.

A: mi raccomando fai il sorpreso.

M: certo.

A: e quando la ringrazi,passati la mano tra i capelli.

M: ok.

Si urlano le ultime frasi,dato che Matías è già corso dall'altra parte dell'ufficio ed io non riesco a non guardare storto Alex ancora divertito. Sono la prima a volere che Matías abbia una vita e delle amicizie normali,ma solo amicizie considerati i suoi soli 10 anni.

A: beh che c'è? Non ti fa piacere? Parlava del compleanno di Patti da mesi ormai.

I: lasciamo perdere... piuttosto,Viky e Tobie non erano con voi?

A: sì,ma poi il cappello di Tobie è volato via per il vento e Viky è dovuta salire su un albero: il tutto per quattro volte.

I: cavolo.

Se uno avesse sentito dire una cosa del genere,non ci avrebbe mai creduto,ma Tobie era una cosa sola con quel cappello e non mi è difficile credere che fino a quando non lo avesse riavuto,non si sarebbe mosso. Un paio di secondi e sentiamo la porta aprirsi e le loro voci riempiono la stanza.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 8Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora