Capitolo 1528

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T: non era un urlo di paura,ma di dolore. Ehy,che succede?

L'elicottero si è piegato in avanti,scendendo di qualche centimetro e di conseguenza anche io sono scivolato in avanti sul sedile e il pezzo di lamiera che avevo conficcato è uscito. Non rispondo subito alla domanda di Tobie,ma soltanto perché sento veramente tanto dolore.

V: ci sei?

I: Alex rispondi!

A: ci sono... la buona notizia è che non sono più infilzato... la brutta è che c'è una grande quantità di sangue rosso vivo che fuoriesce dalla ferita...

T: oh cavolo: è un'emorragia arteriosa. La lamiera avrà perforato la milza e il sangue che si era coagulato,si è poi staccato.

A: quanto ho,prima di morire dissanguato?

V: non più di cinque minuti.

T: devi premere sulla ferita per fermare l'emorragia.

È facile per lui parlare,ma è persino doloroso respirare per me,inoltre non ho niente con cui premere. Sforzandomi,allungo il braccio e dallo zaino ai miei piedi prendo una sorta di bandana che nemmeno so chi abbia messo dentro: è di tessuto semi sintetico,ma me la farò bastare. Premo sulla ferita e inevitabilmente mi lascio scappare dei versi e delle smorfie di dolore.

A: io... io sto premendo,ma non sembra fermarsi...

V: non si mette bene.

I: Tobie fai qualcosa ti prego.... - urla più forte - Alex premi ancora di più!

A: fa male ragazzi ed io non ho più molte forze... mi sento stanco.

T: Alex ascoltami: combatti il bisogno di chiudere gli occhi.

A: non ci riesco...

T: non chiuderli!

Arrivo a sentire le loro leggere voci in sottofondo perché la mia testa si sta facendo sempre più pesante così come gli occhi. Sento anche che continuano a chiamarmi,soprattutto Isabella,quindi cerco di restare il più lucido possibile e sfruttare questo mio cervello. Ho la testa appoggiata all'indietro sul sedile,ma mi sforzo di guardare davanti a me. Vedo i cavi elettrici dei comandi spuntare da sotto il pannello di controllo,così allungo il braccio e con un movimento brusco strappo il filo che sporge di più,ipotizzando sia il più lungo. Il rivestimento di gomma si è rotto e da questo escono i fili di rame scoperti,così me lo poso sulla gamba. Il contatto di pochi secondi basta a darmi una scossa elettrica che mi fa riaprire gli occhi,nonostante il breve dolore.

T: cosa stai facendo?

A: mi tengo sveglio con l'elettricità... ma non posso resistere per molto e anche questo elicottero è al limite.

I: muoviti a fare qualcosa Tobie!

T: non posso fare nulla da qui.

V: sei tu il medico!

T: si dovrebbe cauterizzare la ferita e non posso farlo da qui!

Sento i loro toni farsi sempre più alti per la prima volta non per farsi sentire da me,ma come segno di rabbia e insofferenza tra di loro. Capisco che la situazione sia molto critica,ma so che Tobie sta facendo del suo meglio e non dovrebbero mettergli pressione. All'improvviso non li sento più parlare e penso sia dovuto soltanto alla mia confusione mentale,allora provo a concentrarmi,ma effettivamente non stanno parlando.

A: Tobie?

T: forse però.... forse posso cauterizzarla da qui. Oh... sì,sono proprio un genio.

V: piantala!

T: so come fermare l'emorragia,ma non funzionerà se muori prima.

I: giuro che ti uccido! Smettila di fare il buffone e aiutalo!

T: ok,la ferita è brutta quindi devi cauterizzarla tu: le mie braccia non arrivano fino a lì. Devi trovare un pezzo di metallo,non grosso però.

Mi trovo su un elicottero schiantato su un albero e inclinato verso il basso,con un buco nel fianco destro da cui esce del sangue: dirmi di cercare un pezzo di metallo non è semplice,soprattutto di piccole dimensioni. Mi guardo intorno,ma non trovo niente che possa andare bene,mentre Tobie continua a elencarmi cose che potrebbero fare al caso mio. Peccato che non siano cose che si possono trovare qui,allora metto la mano nel mio zaino e rovistando trovo una biro.

A: c'è una penna.

T: deve essere di metallo,la plastica non...

A: Tobie fa malissimo...

T: devi prendertela con calma,respira.

A: la penna è d'argento...

T: va bene,l'argento è un buon conduttore. Ora mettilo nell'accendi sigari,ma non troppo: deve essere caldo,non incandescente.

A: mi viene da chiudere gli occhi Tobie...

T: è perché stai perdendo troppo sangue. Ora respira e concentrati: una volta chiusa la ferita,starai meglio.

Non è così facile per me,ma ha ragione e anche se mi sento quasi svenire,devo raccogliere tutte le mie forze. Metto la biro nell'accendi sigari,aspettando qualche secondo e quando sento una leggera sensazione di calore sfiorarmi le dita,la tolgo.

A: cosa devo fare?

T: devi premere la penna nella ferita e oltrepassare la gabbia toracica,sentirai la milza e...

A: come so che è la milza?

T: quando la penna trova l'ostacolo,raggiunto l'organo,sentirai l'arteria pulsare.

A: farà male?

T: lo sai,anche se non sei un medico. Mi raccomando denti stretti e occhi aperti: è la parte più importante e difficile.

A: poi cosa faccio una volta dentro?

T: trovata la milza,dai dei colpetti con il metallo caldo contro essa: in questo modo fermerai l'emorragia,preservando i tessuti.

Cerco di concentrarmi,chiudendo un secondo gli occhi e facendo un respiro profondo. Avvicino la penna alla ferita e con un colpo secco la inserisco nella mia ferita. Inevitabilmente urlo per il dolore,ma mi sforzo di resistere ed eseguo per filo e per segno le indicazioni di Tobie. Fa talmente male che per qualche secondo non ho nemmeno la forza di rispondere alle loro voci che continuano a chiedermi come sto,avendo probabilmente sentito le mie urla.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 8Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora