Capitolo 1537

359 20 0
                                    

Mi da una pacca sulla spalla e insieme ci lasciamo andare ad una risata. Anche se non mi piace esternare tutto quello che tengo dentro,devo ammettere che farlo con Tobie rende tutto più sopportabile perché davanti a me non ho uno strizzacervelli,ma un amico mai pronto a giudicare.

A: possiamo considerare chiusa la seduta?

T: in teoria lo sarebbe se tu mi pagassi la parcella,ma mi aspetto un premio persona nel prossimo stipendio.

A: come sempre.

T: parlando ancora un attimo della tua famiglia,devo ammettere che sono curioso di conoscere tua sorella.

A: ve ne ho parlato molte volte: ormai conoscete tutta la mia famiglia.

T: sì,ma incontrarla di persona sarà diverso.

A grandi linee sapevano tutto delle mie sorelle: le avevano viste in foto e gli avevo parlato molto del loro carattere,inoltre capitava che condividessi con loro anche quello che mi raccontavano o mi scrivevano.

A: ti avviso: difficilmente ti prenderà sul serio.

T: sai che novità: non lo fa nessuno e neppure io.

A: inoltre sarà difficile da gestire: ci riempirà di domande.

T: non mi stupisce,sono pronto ad affrontare Emily la tigre.

A: non chiamarla così: non sa che le ho dato quel soprannome.

T: come vuoi...

Mentre parliamo teniamo gli occhi sul terreno per non perdere di vista le orme,anche se le ragazze davanti a noi tengono la via in modo molto preciso.

A: comunque i ragazzi stanno seguendo quello schema ipotizzato da te.

T: le mie supposizioni sono sempre giuste,come d'altronde lo sono sempre i tuoi calcoli.

A: che vuoi dire?

T: lo sai benissimo... hai ignorato i tuoi calcoli e fatto scendere Bella prima di te.

A: quindi?

T: quindi?! Hai rischiato di finire come un pancake,ignorando la matematica,la fisica e la scienza.

Avevo calcolato ogni variabile al meglio delle mie possibilità,tuttavia io non potevo rischiare che le succedesse qualcosa: non l'avrei mai lasciata per ultima su quell'elicottero basculante.

A: ero infilzato: ci avrei messo molto a scendere,sconvolgendo i calcoli,inoltre avrei potuto peggiorare la ferita.

T: il medico sono io e se fossi sceso subito,avrei potuto fare tutto io senza il rischio di morire spiaccicato.

A: ma avrebbe potuto cadere Isa. Tu che avresti fatto se fosse stata Viky?

T: lo stesso,ma io lo ammetto di riservare dei trattamenti speciali al mio amore,tu no.

A: perché non è così: lo avrei fatto per chiunque.

T: è la tua ragazza,non ci sarebbe nulla di male,anzi.

A: non mi farai passare come uno sdolcinato.

T: perché non lo sei per niente...

Sento il suo sguardo divertito su di me,ma faccio finta di non notarlo,continuando a guardare in basso. Sentiamo però poi Isabella tornare indietro verso di noi e raggiungerci.

I: posso avere un po' d'acqua?

A: certo.

Tobie si volta,permettendomi di prendere una bottiglietta dal suo zaino,dato che essendo ferito aveva dovuto portarlo lui per me. Avevamo preso qualche bottiglietta in caso i ragazzi fossero rimasti senza e fossero disidratati. Avevamo quindi calcolato che la razione fosse di due tappi a persona.

A: sì,la razione stabilita. La stessa che avranno gli altri: siamo tutti uguali.

I: certo...

Isabella beve i suoi due tappi d'acqua e raggiunge subito Viky a qualche passo più avanti di noi,tuttavia non posso non notare che mi abbia guardato in modo confuso. Anche Tobie,mentre rimette via l'acqua,mi guarda in modo strano.

A: che c'è adesso?

T: siamo tutti uguali? Davvero?

A: oh,ma si può sapere cosa ti va bene? Ti ho appena dimostrato che non le faccio favoritismi.

T: già... mi hai proprio spiazzato.

Cerco di passare oltre al suo tono derisorio e mi concentro sul camminare: non sopporto quando Tobie sfrutta le mie debolezze. Non che essere perdutamente innamorato la consideri tale,ma tra noi due preferisco sempre tenere la maschera del capo professionale. Per fortuna i nostri discorsi infantili vengono interrotti dalla voce di Viky,che insieme ad Isabella e al pilota si sono fermati.

V: abbiamo un problema... - li raggiungiamo - le tracce finiscono qui. I ragazzi hanno attraversato il campo,quindi...

T: quindi possono essere entrati da qualsiasi punto ed essere andati in qualsiasi direzione.

A: sarà impossibile trovarli.

I: shhh...ascoltate. - restiamo tutti in silenzio - Sono di là.

T: come fai a dirlo?

I: è un metodo scientifico e consiste nell'usare... l'udito.

Devo ammettere di non aver sentito nessun tipo di rumore,ma concentrandomi ora,riesco a sentire un leggero vociare. Per chi come noi ha sempre il cervello impegnato a calcolare variabili,a volte viene facile perdere gli stimoli che provengono dall'esterno. Senza dire una parola,seguiamo tutti Isabella,sentendo quelle voci farsi sempre più vicine.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 8Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora