Capitolo 1469

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I: devi comunque controllarti.

T: loro devono farlo: solo perché hanno saputo che siamo qui,è una settimana che ci investono di casi. Se ne approfittano te lo dico io.

M: non ci spostiamo mai per tanto tempo da Roma,è normale che lo facciano.

T: motivo per cui bisogno aumentare le nostre tariffe.

V: e per cosa? Coprire i tuoi debiti di gioco?

T: non ci avevo pensato,ma sarebbe una bellissima idea mia piccola brugola.

Dal quel punto di vista non potevano di certo lamentarsi perché non c'era settimana in cui non avessimo almeno quattro lavori di cui occuparci e spesso anche di più quando lavoravamo su più fronti,inoltre lavorare come consulenti del governo americano aveva sempre avuto i suoi vantaggi a livello economico.

I: sono solo le nove e mezza e abbiamo già avuto un caso,perfetto.

T: vedi? Ci sfruttano.

V: Mati vieni di là un attimo,devo farti vedere un grafico che riguarda la turbina.

M: subito.

I: colazione tra un tentativo di fermare un treno impazzito e ora calcoli su calcoli,direi che farti avere una vita normale è impossibile.

Osservo Matías mentre corre tutto contento con Viky verso il suo laboratorio meccanico: loro due lavoravano spesso insieme. Lui era la mente e lei braccio,ma Matías aveva ancora tanto da imparare: nonostante la sua grande intelligenza,passava molto tempo con ognuno di noi cercando di apprendere il più possibile. Visto che con loro usava più che altro la sua intelligenza,quando stava con me cercavo di farlo stare spensierato per un po',ma a lui in fondo piaceva pensare e calcolare. Mi siedo e inizio a prendere alcuni fogli che si trovano sul tavolo,quando Tobie si siede di fianco a me,dandomi un tè freddo.

I: e questo?

T: devi rilassarti Bella,sei troppo nervosa.

I: e il tè fa rilassare?

T: no,ma non puoi bere una birra quindi...

I: come fai a farmi impazzire,ma allo stesso tempo a farmi ridere?

T: è un meccanismo di difesa: faccio l'idiota per nascondere ciò che provo. Dopotutto sono uno psichiatra con problemi di gioco d'azzardo e perversioni sessuali,se non prendessi la vita sul ridere,sarebbe un problema.

Prendo il cappello che indossa persino quando va a dormire e me lo metto in testa,cercando di imitare la sua postura e i suoi modi di fare,provando anche a cambiare la mia voce.

I: beh...nasconderti dietro a delle risate,non eliminerà i tuoi problemi.

T: non psicanalizzarmi: quello è il mio lavoro. - si riprende il cappello - Scusa per prima,avrei dovuto frenare la lingua.

I: non preoccuparti,non sei tu il problema: voglio solo tornare a casa.

T: in effetti è stata una settimana molto piena,persino per me. Vedrai che appena torneremo a casa,troverai il modo di riordinare le idee e parlare con Alex.

I: siamo sempre al lavoro o in mezzo a delle persone: senza offesa,ma non voglio dirglielo mentre ci siete voi.

Questa settimana non era stato possibile: avevo provato una volta,ma non avevo trovato il coraggio e a Roma anche se avevamo due appartamenti diversi,eravamo quasi sempre tutti insieme.

T: no capisco tranquilla. È giusto che abbiate un momento per voi...se vuoi,posso consigliarti lo sgabuzzino in fondo al secondo piano dell'hotel: io e Viky abbiamo...

I: Tobie!

T: ok,scusa: non avevo capito cercassi un momento per parlare soltanto. Però se vuoi un consiglio: il cervello con meno ossigeno elabora meglio notizie di questo genere.

I: cioè?

T: cioè tenendolo impegnato in altro modo,quando glielo dirai non gli scaricherai addosso una bomba nucleare,ma un piccolo petardo.

Gli do uno spintone contro il braccio,abbassandogli anche il cappello tanto da coprirgli gli occhi: quando iniziava un discorso serio,non riusciva a mantenerlo tale per più di dieci secondi.

T: cosa stai facendo?

I: cerco di rimettere in ordine i fogli sulla gestione di cui dovevo occuparmi questa settimana.

T: ah...il compito che ti ha dato Alex. Come è andata?

I: bene,devo solo riunire le fatture: voi vi occupate della scienza ed io degli affari,giusto?

T: dai,ti do una mano: tu trova i tuoi fogli ed io metto via i fascicoli dei casi risolti.

I: davvero? Così,senza chiedere niente?

Biondo ed Emma - Ricordati di... 8Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora