Capitolo 1512

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T: per favore posso riavere il mio cappello?

I: parlando del diavolo...

V: solo se te lo cuci sulla testa.

T: sei fuori luogo.

V: fuori luogo è metterselo 365 giorni all'anno.

Viky ha in mano il cappello di Tobie e dalla porta di ingresso va dritta verso la zona ristoro che abbiamo nell'ufficio senza nemmeno salutare,mentre Tobie la segue a ruota.

I: oggi è più irritabile del solito.

A: è da ieri che aspettano i risultati: credo sia per questo.

Circa un mese e mezzo fa,Viky e Tobie ci avevano detto che stavano provando ad avere un bambino. Il problema è che nonostante i loro tentativi,Viky non restava incinta e quindi si erano decisi ad andare a fare un esame di controllo. Li sentiamo fare della confusione,così Alex ed io andiamo di là e vediamo Tobie riuscire finalmente a rubarle il cappello di mano e indossarlo.

T: è solo l'ansia a farti parlare perché entrambi sappiamo che con il cappello sono un gran figo.

V: lo so.

T: ehy,stai tranquilla andrà tutto bene.

V: continui a ripeterlo,ma il dottore non ci ha ancora chiamato e sono già le tre. È un brutto segno giusto?

T: non in Italia dove tutto va a rilento: i risultati saranno già nel database,ma magari il dottore non ha avuto il tempo di guardarli.

I: ha ragione Tobie: sono cose che capitano di continuo.

Viky si lascia abbracciare da Tobie,sembrando più tranquilla: ho a che fare con la burocrazia italiana tutti i giorni ed è estremamente lenta rispetto agli altri paesi. Per quanto riguarda la sanità non fa eccezione: avevamo avuto a che fare anche io ed Alex con esami ed altro ed era stato tutto fastidiosamente lento.

V: potremo hackerare il sistema dell'ospedale.

A: in effetti si potrebbe.

I: invece no,è illegale.

A: facciamo sempre cose illegali.

I: solo per lavoro.

A: non è vero,anche per il nostro tornaconto.

T: non stavolta però: aspetteremo e vedrai che è solo questione di minuti.

V: sono agitata ok? Dovresti esserlo anche tu.

T: lo sono,ma accelerare la cosa non cambierà il risultato: qualsiasi cosa abbiamo,ormai c'è e c'era anche prima. L'ansia ti fa solo male.

Queste sarebbero le parole che Tobie direbbe a chiunque si trovasse nella loro situazione,ma so anche che le sta parlando con il cuore: anche se Viky vuole apparire scostante e fredda,tiene davvero tanto ad iniziare una famiglia con lui.

A: Viky dovete stare tranquilli altrimenti l'agitazione porta solo ad altra agitazione e quindi a nulla di buono.

V: non è vero: sai anche tu che in fisica molte volte due negativi danno un positivo.

A: sì,ma qui non si parla di fisica ma di te,Tobie e quello che volete costruire insieme.

T: inoltre conosciamo le probabilità,scoprire la cosa prima non le modificherà.

V: ok... scusa.

T: vieni qui.

Tobie la prende tra le sue braccia,dandole un bacio mentre Alex mi prende la mano stringendola: questo ultimo mese non era stato facile per nessuno di noi per motivi diversi,ma la nostra amicizia e il lavoro ci avevano aiutati a non esplodere. Mentre continuo ad osservare Tobie e Viky,Alex mi si avvicina con una tazza di caffè latte.

I: grazie.

A: figurati,mi sembri un po' pallida.

V: già Monte,tutto bene?

I: sì,l'ultima volta che ho controllata stavo bene.

T: non fare la simpatica: ci preoccupiamo per te e a proposito,non sei venuta a fare la seduta ieri sera.

A: colpa mia,l'ho tenuta occupata con i progetti per il prossimo mese.

T: allora ti aspetto stasera dopo la cena,niente scuse.

E' da circa un mese che tre volte alla settimana devo andare a fare delle sedute di terapia con Tobie visto che è il nostro medico. Purtroppo nonostante avessi superato senza problemi quello che mi era successo,la prassi voleva che per essere riammessa al lavoro,seguissi una terapia. Mentre bevo un goccio di caffè,osservo Matías raggiungerci e andare a salutare Tobie e Viky dandogli il cinque.

A: allora come è andata la telefonata?

V: che telefonata?

T: aspetta... sorrisino accennato,pupille dilatate... qualcosa mi dice che si sta parlando di Patti.

I: esatto,la signorina lo ha invitato personalmente al suo compleanno.

T: hai capito il ragazzino...

M: mi ha chiesto semplicemente di andare ed io ho risposto di sì.

V: uno sforzo immagino eh?

M: beh...

È molto raro vedere Matías imbarazzato per qualcosa,ma quando si parlava della sua amica Patti era come se il genio dentro di lui lasciasse spazio ad un timido e impacciato ragazzino di 10 anni,mostrandolo nella sua pura essenza. Mentre osservo gli altri sorridere,mi viene da starnutire e subito noto lo sguardo allarmato di Matías su di me.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 8Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora