Capitolo 1544

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T: per poter stare nella squadra,il governo mi ha costretto a smettere,ma non è stato facile.

Em: quanto ci hai messo?

T: qualche mese,ma in realtà non ho mai smesso.

Em: cosa?! Ma sei scemo! Mio fratello lo sa?

T: calmati tigre. Lo sanno tutti: ho smesso,ma ogni tanto gioco ancora.

Em: non hai smesso davvero allora.

T: ho smesso perché ho affrontato il "demone" del gioco,ma ogni tanto lo faccio ancora solo per divertirmi: con le mie capacità riesco a leggere benissimo le espressioni di chi gioca.

Ora capisco meglio quello che intende: deve aver accettato fino in fondo quello che lo portava a giocare ed ora lo fa solo per piacere,motivo per cui ha voluto fare quella scommessa con me. Ho sempre trovato affascinante il gioco del poker,ma non sono mai riuscita ad impararlo. Di qui a farne diventare una dipendenza però ce ne passa.

Em: apprezzo che tu abbia voluto parlarmene,ma non puoi paragonare la mia situazione alla tua.

T: è vero,ma in minima parte si può. Come ti ho detto continuavo a giocare anche se aveva brutte conseguenze,ma lo facevo perché in quel modo non pensavo a quello che mi mancava.

Em: quindi come sarebbe collegato a me?

T: sei qui per non pensare,ma credimi: dal dolore non si può scappare. Puoi affrontarlo però.

Em: cosa ti faceva male?

T: essere solo. Ero un brillante psichiatra,ma non avevo nessuno con cui condividere i miei successi. Tu? Cosa ti ha ferita tanto?

Mi ha detto veramente molto di lui,dicendomi cose anche molto personali e di cui personalmente io non avrei avuto il coraggio di parlare ad una persona conosciuta da poco. Non mi sento di fare la stessa cosa,tuttavia non voglio che pensi che non sia riconoscente.

Em: sei uno strizzacervelli,quindi non puoi dire a nessuno quello che ti dico,giusto?

T: giusto: segreto professionale.

Em: si tratta di un ragazzo.

T: non per fare il vanitoso,ma la mia laurea ad Harvard me lo aveva già fatto capire.

Em: non lo vedo da quasi tre mesi.

T: vi siete lasciati?

Em: sì,ma...

T: vi amate ancora.

Em: io...

T: va bene così tranquilla. Mi hai già detto più di quanto pensassi: non sei obbligata a continuare.

Ero convinta che avrebbe insistito per sapere di più dato che,anche se per poco,avevo potuto constatare la sua caparbietà. Il suo comportamento invece mi stupisce: non avrei mai pensato che fosse così comprensivo. Rimaniamo in silenzio per qualche secondo,mentre continuiamo a camminare.

T: ho vinto.

Em: cosa scusa?

T: la scommessa.

Em: il tuo è proprio un vizio allora. Come fa a sopportati quella ragazza?

T: dico,ma mi hai visto?

Em: sì,per questo lo chiedo.

Senza dubbio era un bel ragazzo che con quello strano cappello poteva risultare particolare,così come la sua intelligenza poteva essere molto affascinante,ma personalmente nella testa e nel cuore ho tutt'altri parametri.

T: a parte gli scherzi me lo chiedo spesso,sai? Giurare di stare con me tutta la vita nel bene e nel male è un bell'impegno.

Em: l'amore l'avrà accecata.

T: già: le piacciono le sfide.

Em: ti ha aiutato a smettere di giocare?

T: eccome: lei è stata il motivo per cui ho smesso. Ha iniziato a piacermi quasi da subito e con il tempo ho capito che meritava un ragazzo migliore.

Em: è stato molto bello da parte tua.

T: non potevo rischiare di perderla: era l'unica persona che avesse mai tenuto a me. Il gioco non valeva Viky.

Em: sei persino romantico adesso.

Lo guardo con un'espressione divertita,facendogli gli occhi dolci per infastidirlo,infatti ottengo il risultato sperato perché inizia ad ignorarmi. Per certi aspetti,solo alcuni però,credo che ci assomigliamo. Continuiamo a camminare parlando e scherzando anche quando ci raggiungono Alex ed Isabella,che rimangono moto colpiti dal vederci così in armonia. Isabella ritorna poi subito davanti con la sua amica e io e Tobie rimaniamo con Alex. Mi spiegano velocemente quello che si era fatto su quell'elicottero e anche se non sono per niente tranquilla,sono sollevata dal fatto che Tobie gli abbia dato un primo soccorso. Mi fanno anche un resoconto con tanto di esempi sul loro lavoro,facendomi capire meglio in cosa consiste. Vorrei tanto sapere come hanno preso la cosa mamma e papà perché da quello che mi hanno appena detto,non è proprio un lavoro qualunque. Mi ha detto Alex che erano molto preoccupati per me e che non vedevano l'ora di rivedermi. Sinceramente non ho molta voglia di vedere papà: tra pochi giorni inizierà la scuola e non so come farò a rivedere Colin senza potergli nemmeno parlare. A dire il vero,conoscendo mio padre,starà sicuramente pensando ad un modo per farmi evitare di vederlo del tutto. Avrei tanto voluto parlarne con Alex,ma non lo avevo più visto dall'ultima volta che era tornato a casa a maggio e non volevo di certo disturbarlo con i miei problemi. Inoltre avevo avuto paura che fosse dalla parte di papà essendo un maschio. Sono già le sette di sera ormai e,dopo aver camminato veramente tanto,Alex propone di fermarci per un po' e riposarci qualche minuto prima di ripartire,visto che siamo a poco più di metà strada. Tobie mi aiuta a sedermi su un tronco e mentre loro si mettono da una parte per vedere come procedere,io e i miei amici ci prendiamo qualche minuto per parlare. Sto parlando in disparte con Denise,quando vedo mio fratello avvicinarsi.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 8Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora