Un'Accusa Infondata

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[febbraio 2017 – maggio 2017]

L'inverno si concluse pigramente lasciando il posto ad una timida primavera.

Percy e Dorothea continuarono a frequentarsi secondo i limiti imposti dal pudore, e dal ruolo del ragazzo. Tuttavia, era diventato sempre più arduo non farsi scoprire. Ed in parte eccitante, ad essere sinceri.

Fortunatamente, Nadia ricominciò a fare i turni serali man mano che le giornate si allungavano, e questo permise ai due fidanzati di ritrovare un po' di intimità. Ma all'alba di aprile, ormai Percy non poteva più nascondersi sotto a multipli strati di vestiti pesanti per potersi camuffare e raggiungere quell'appartamentino in zona universitaria, la più frequentata della città dopo le 18 di sera.

Quindi, i due intensificarono i propri incontri clandestini nei boschi sulle colline, e trovarono anche la complicità di Xanto nel far entrare la figlia di Spes a palazzo di tanto in tanto per potersi godere le comodità di una bella suite e dello status consolare.

Nonostante le iniziali incomprensioni, finalmente sembravano aver trovato un loro equilibrio, seppur precario: bastava che Percy saltasse un incontro, qualsiasi fosse il motivo, per far dare di matto a Dorothea, ancora troppo suscettibile a traumi da abbandono.

Per fortuna, l'arrabbiatura le durava il tempo di un allenamento al Campo, e per la sera le tornava già la voglia di incontrare il fidanzato.

Un fidanzato che era dolce, premuroso e gentile. Anche se... le fatidiche 3 parole ancora non le aveva pronunciate. Sembrava proprio non riuscirci.

E la ragazza, dal canto suo, si era imposta di non essere la prima a dirgliele, perché, nelle sue strambe convinzioni, pensava che così facendo si sarebbe dimostrata debole e sottomessa a lui.

Il perché di questa idea non sapeva spiegarselo, non aveva alcuna logica, ma così era.

L'arrivo della bella stagione aveva anche persuaso Reyna a lasciare un po' più di guinzaglio al collega: era tornato a supervisionare alcune lezioni alla Settima Coorte, sempre subordinato a lei, ovviamente.

E ora che Dorothea era rientrata alla Settima, i due amanti dovevano impegnarsi ancor di più per non lasciar trapelare alcun indizio che la Console o qualsiasi altro avrebbe potuto interpretare intuendo il loro legame clandestino.

Questa nuova libertà comunque aveva galvanizzato il ragazzo, che doveva ammettere di sentirsi piuttosto sereno rispetto a qualche mese prima. Forse felice, addirittura?

Non voleva soffermarsi troppo su queste nuove emozioni positive poiché temeva sempre che, da un momento all'altro, qualcosa sarebbe sopraggiunto per strappargliele nel peggiore dei modi.

E questa paura si manifestava inconsciamente nei suoi ricorrenti e raccapriccianti incubi, che angosciavano il suo sonno senza tuttavia lasciargli ricordi ben chiari.

E questa paura si manifestava inconsciamente nei suoi ricorrenti e raccapriccianti incubi, che angosciavano il suo sonno senza tuttavia lasciargli ricordi ben chiari

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