Una Barista Maleducata

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Hola ragazzuoli! Stavolta vi scrivo prima del capitolo per augurarvi buon anno nuovo!! 🥳

Per molti il 2020 è stato un anno da dimenticare, e lo capisco. Ma per me è stato anche l'anno in cui il lockdown mi ha dato il tempo e il pretesto per iniziare a pubblicare questa storia che mi ronzava in testa ormai da anni. Forse, se non ci fosse stato questo clima di incertezza e di disillusione nell'aria, non ne avrei mai avuto il coraggio.

Comunque, tornando alla storia, eccovi un nuovo capitolo per iniziare l'anno, come promesso! E non fermatevi qui, a breve ne arriva un altro! Meglio iniziare col botto, no!? 🎆

Come sempre, se vi piace la storia, vi chiedo di lasciare un like e qualche commento sui punti che preferite, e ditemi cosa ne pensate! Ciaaaao! 😘



Quando arrivò davanti al Rogue Saloon, Percy attese qualche minuto in macchina, fissando da fuori quel locale piuttosto squallido e chiedendosi se Dorothea potesse davvero trovarsi in un posto simile.

Sospirò <<Beh, tanto vale entrare e bere qualcosa, almeno...>> si disse.

Entrò guardingo e poco convinto, sperando di non cacciarsi in qualche guaio come al suo solito. Si guardò intorno corrucciato: era una tipica birreria americana di basso livello, con musica di cattivo gusto, nuvole di fumo tossico, cibo spazzatura, birra annacquata a fiumi e luce soffusa per nascondersi anche da sé stessi; e non mancavano nemmeno le classiche cameriere e bariste "carine" in abiti succinti, per la felicità degli avventori di sesso maschile, ovvero il 99,9% dei presenti.

Avevano tutte o una gonna molto corta o degli shorts, e una camicetta succinta a scacchi con il bordo inferiore arrotolato per mostrare un po' di pelle in più nel caso la scollatura non bastasse.

Percy fece una smorfia e decise di sedersi al bancone in un angolo appartato dove la luce era ancora più soffusa. Un buon punto da cui osservare tutto il locale.

Una cameriera gli passò di fianco e gli fece un occhiolino squadrandolo da testa a piedi <<Ehi dolcezza, ti porto qualcosa?!>> gli chiese sorridendo.

<<Ehm... ci devo ancora pensare, grazie...>> tergiversò lui aprendosi la giacca in pelle e accomodandosi.

<<Ma certo, chiamami quando hai scelto!>> gli disse ridacchiando e passandolo ai raggi X, e gli fece una carezza sulla spalla, che lui non apprezzò particolarmente nonostante le sorrise.

Dopo 30 secondi, un'altra cameriera gli si avvicinò, con stessi toni e intenti. Era chiaro che un ragazzo come lui, in quel posto, fosse come una boccata d'aria fresca, e tutte lo presero di mira.

Dietro al bancone un'altra ragazza castana con i capelli a caschetto carré era voltata di schiena e spillava delle birre.

Anche lei aveva la stessa camicia succinta delle altre, con degli shorts e degli stivali da cavallerizza fino al ginocchio, e teneva una posa piuttosto provocante, probabilmente seguendo le direttive del datore di lavoro.

Percy si soffermò qualche secondo ad osservarla da dietro, apprezzando ciò che vedeva: d'altronde, era pur sempre un uomo...

Poi distolse lo sguardo sentendosi in colpa. Tutti gli altri seduti al bancone, invece, non si facevano alcun problema a fissarla o a commentare.

<<Ehi, bellezza, fammene un'altra!!>> le urlò uno scuotendo in aria il boccale vuoto.

La ragazza annuì senza voltarsi, e continuò a spillare la birra.

<<Anche a me, Cowgirl!>> disse un altro ridacchiando e ammiccando ai suoi amici.

<<Chissà quanto le piace cavalcare...>> mormorò uno, suscitando ilari risate.

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora