Una "spensierata" festa di compleanno

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Nei giorni seguenti, Percy cercò di evitare Reyna per non essere messo di nuovo alle strette con il discorso spinoso delle elezioni.

Tuttavia, Reyna lo invitò ad unirsi a lei per ogni pasto, e ad un certo punto il ragazzo non poté più declinare l'invito senza sembrare proprio maleducato.

Iniziò quindi a pranzare e cenare in sua compagnia, con riluttanza, e le prime 2 o 3 volte tenne il broncio e rimase distaccato.

Ma non era affatto facile, perché lei, ora conosciuta meglio in privato, lontano dagli altri cittadini e politici di cui temeva il severo giudizio, era davvero simpatica e alla mano: si lasciava andare agli scherzi e alle battute, dimostrandosi parecchio meno rigida per quanto comunque regale nei modi; ed era molto, molto intelligente.

Questo Percy già lo sapeva, ma aveva temuto ci sarebbero stati lunghi silenzi imbarazzanti, o che si sarebbe sentito in soggezione per i suoi modi così composti e trattenuti; ma la ragazza, invece, si rivelò una compagnia gioviale e piacevole, e aveva sempre qualcosa di interessante di cui parlare.

E poi, come se non bastasse, il figlio di Poseidone non poté non notare che era molto bella. Aveva un sorriso radioso (e Percy si rese conto di averla vista sorridere davvero poche volte prima di allora) e degli occhi così scuri e profondi da essere magnetici. La pelle era olivastra ma chiara, le ciglia lunghe e scure, le labbra carnose, i capelli lunghi, corvini e setosi.

Quando l'aveva conosciuta da sedicenne l'aveva trovata carina, ma un po' dura e "androgina", e non particolarmente attraente, e col passare degli anni non l'aveva mai vista sotto ad un punto di vista puramente estetico; ma ora lei era cresciuta, diventando una donna femminile e seducente, e da uomo lui notava tutti questi dettagli per nulla spiacevoli.

Dopo qualche giorno, Percy era talmente a proprio agio in sua compagnia e la incontrava così volentieri, che iniziò a raggiungerla anche per la colazione, seppur non invitato.

Stava ancora molto male per la separazione con la sua Annabeth, ma ogni giorno sembrava andare un po' meglio, proprio come gli aveva detto Reyna, e, quando stava in sua compagnia, riusciva anche a ridere.

Spesso dopo cena si trattenevano fino quasi a notte fonda a parlare, sorseggiando del vino in un salottino. In un paio di occasioni, Percy l'aveva anche raggiunta nei suoi appartamenti e avevano guardato un po' di TV insieme, lui su una poltrona e lei coricata sul divano.

Ma quando tornava nella sua camera, da solo, i brutti pensieri lo tormentavano, e si faceva di nuovo prendere dallo sconforto e dal malumore, e restava in quello stato depressivo fino al pasto seguente.

Una sera di fine gennaio dopo cena si trattennero come al solito per parlare. Faceva molto freddo, quindi si ritirarono in un piccolo salottino più raccolto e col camino, lo stesso in cui Percy qualche settimana prima le aveva chiesto di aiutarla con il piano per la proposta ad Annabeth.

Si distesero su due triclini e continuarono a conversare bevendo vino e gustandosi frutta esotica e cioccolata. Percy fece una battuta su qualcosa, e dopo una risata di gusto da parte di entrambi, calò un breve silenzio.

Reyna lo ruppe, riportando la chiacchierata ad un livello più serio <<Manca un mese esatto alle elezioni... Pensi... pensi che verrò eletta come Console?>> chiese con un filo di preoccupazione nella voce.

Percy l'aveva vista preoccupata e insicura pochissime volte da quando la conosceva. La guardò e la schernì con sarcasmo <<Oh oh, Reyna Avila Ramirez-Arellano è veramente preoccupata, o è solo un modo per intavolare questo discorso in modo totalmente disinvolto!?>>

Reyna sorrise <<Beh... entrambi... Sono convinta circa al 90% che sarò eletta... ma non c'è nulla di certo. La fazione che mi vorrebbe fuori dalla politica è accanita, ho ben 2 questori contro... e parte del Senato più conservatore e a loro fedele.>>

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora