Attacco diretto

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Notte tra il 6 e il 7 dicembre – Oceano Atlantico

Dopo un viaggio di ritorno di oltre 15 ore, Percy giunse finalmente al Palazzo di Poseidone nell'Oceano Atlantico nella notte tra 6 e il 7 dicembre, ora locale.

Già a chilometri di distanza, però, capì che qualcosa non andava: la città era illuminata a giorno, con focolai di fuoco greco a divorare ciò che restava delle poche strutture ancora in piedi.

Preso dal panico, si affrettò per raggiungere il palazzo il prima possibile, aggirando gli schieramenti nemici, in momentaneo stallo, senza attirare l'attenzione; quando fu sul confine della città, dei soldati di guardia furono sul punto di aggredirlo, ma si bloccarono in tempo appena capirono chi fosse: almeno, e Percy ne era felice, le linee di difesa erano reattive.

Entrò senza indugio a palazzo e andò immediatamente nella stanza dove riposava suo padre per accertarsi che esistesse ancora: era sicuro che, se mai fosse davvero accaduto il peggio, lui se ne sarebbe accorto, avrebbe percepito qualcosa... Ma voleva avere la certezza. Ed eccolo là, il grande Poseidone, più debole ed evanescente che mai nel suo sudario, ma ancora presente e vegliato dalla statuaria compagna Anfitrite, che non sarebbe potuta essere più impassibile neanche fosse stata di marmo.

Dopodiché, corse subito al tempio del consiglio di guerra, e vi trovò l'intero consiglio riunito in aggiornamento. Anche Brizo e Leucotea, che dopo la tempesta nei pressi di Panama dovevano essersi arrese alla ricerca di Percy riprendendo poi il viaggio verso casa, erano presenti, così come Briareo e Tyson, che invece avrebbero dovuto essere nel Golfo del Messico.

Al suo arrivo, tutti si zittirono e si voltarono a guardarlo: avevano lo sguardo corrucciato e preoccupato, ma stupito per il suo arrivo improvviso.

P:<<Qualcuno mi spiega che cazzo sta succedendo!?>> chiese con enfasi.

Tritone non si degnò nemmeno di guardarlo. Delfino, invece, prese subito parola e pragmaticamente spiegò <<Dopo poche ore dalla vostra partenza, Forco ha iniziato a spostarsi velocemente, e si è unito al fratello Taumante. Insieme al loro esercito, ieri mattina hanno fatto rotta verso il Palazzo... Tyson e Briareo quindi non sono partiti per il Golfo del Messico e non rimasti qui per difendere i confini.>>

P:<<Ma come!? Hanno deciso di attaccare in modo così diretto!?>>

D:<<Sì. Un attacco massiccio e violento, non ce lo aspettavamo.>>

Tyson piagnucolava e Briareo aveva messo su la sua faccia più triste e sconsolata. Leucotea e Brizo, invece, erano pensierose e lanciavano delle occhiate a Percy, che intercettò il loro sguardo e percepì il loro messaggio silenzioso <<Proprio ieri? Proprio mentre noi tre eravamo assenti? E proprio quando Nereo ha tentato di distrarci e farci perdere tempo?>>

Era la stessa cosa a cui aveva pensato lui stesso, e rispose ad alta voce <<No, non può essere una coincidenza.>>

D:<<Come dici?>>

Percy strinse le labbra, titubante, poi fece un breve resoconto della spedizione intrapresa da lui e le due dee alla ricerca di Akhelios e Nereo <<Entrambi sembravano sapere del nostro arrivo, e volevano farci perdere tempo... Nereo soprattutto, Akhelios ora sarebbe dalla nostra parte, invece...>> concluse con rammarico.

Tritone, che era rimasto in silenzio e pensieroso per tutto il tempo, prese finalmente parola, sprezzante come sempre <<Già, un tempismo perfetto per un attacco, quando il grande Perseus (disse con sarcasmo) è assente... e a proposito, dove sei stato nelle ultime ore? Brizo e Leucotea hanno fatto ritorno ancora molte ore fa nel pomeriggio, dicendo di aver perso le tue tracce...>>

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora