Il Processo

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Reyna fissò Percy venire scortato fuori dal Palazzo.

Si sentì stringere il petto, con fitte dolorose e fiato corto. Annabeth si accorse del malessere dell'amica e le si avvicinò mettendole un braccio intorno alla vita per sostenerla <<Ehi, tranquilla. Si risolverà.>>

<<Tu sai qualcosa, vero!?>> chiese secca rifiutando quell'aiuto fisico.

Annabeth strinse le labbra, e involontariamente lanciò un'occhiata agli altri amici intorno in cerca di supporto. Reyna capì <<Un momento... tutti voi sapete!? Seriamente!?>>

Leo si infilò le mani nelle tasche sforzandosi di essere disinvolto. Nico fece spallucce <<Erano affari suoi.>>, spiegò.

<<Affari suoi!? Guarda quanto sono affari suoi, ora! Domani il Novae Romae Vox e le altre testate non parleranno d'altro! Il Console stupratore di minorenni, fantastico!>> tuonò infuocata.

<<Non è davvero così, lo sai.>> aggiunse Leo turbato.

Lei gesticolò infastidita <<Ma sì, certo che lo so! Però, gli avevo detto di stare attento e non fare stronzate, e cosa fa lui!? Frequenta una minorenne!? E scommetto anche di sapere chi è! Ora ci penso io...>> dichiarò risoluta dirigendosi come una furia verso il garage in cerca di una macchina.

Gli altri tre si guardarono perplessi <<Reyna, non vorrai aggredire una ragazza minorenne, spero! Non è stata lei ad accusarlo, questo è evidente! Ora dobbiamo solo pensare a come difendere Percy!>> sottolineò Annabeth seguendola.

<<Ha ragione Annabeth. Dobbiamo capire in che circostanze il testimone sia venuto a conoscenza della loro relazione e costruire una difesa. Io devo raggiungerlo subito per parlarci, come suo avvocato.>> aggiunse Nico.

<<Perfetto. Andiamo.>> confermò Reyna in tono che non ammetteva alcun altro commento.

I quattro raggiunsero il carcere a bordo di un SUV nero. Nonostante fossero ormai quasi le 11 di sera, c'era un gran fervore: evidentemente la notizia dell'arresto del Console si stava diffondendo.

Hazel era proprio davanti all'ingresso principale insieme a Lavinia e ai Centurioni, e sembrava stessero cercando di tranquillizzare alcune reclute ficcanaso, la cui curiosità non poté che accentuarsi vedendo arrivare la Console in persone accompagnata da 3 Greci.

La figlia di Plutone si distaccò e andò subito incontro agli amici, sibilando appena fu a loro portata d'orecchio <<Per lo Stige, che storia è mai questa!?>>

<<Non possiamo parlarne ora, mi dispiace.>>

<<Seriamente, Nico!? Sono tua sorella!>> sottolineò offesa.

<<Ma sei il Pretore. Meglio non coinvolgerti per il momento.>> sibilò sottovoce.

Nel frattempo, Reyna si presentò ai guardiani <<Devo vedere il Console Jackson, ora.>>, il tono e lo sguardo non lasciavano spazio a rifiuti, e le fu dato il permesso, <<Ma solo 2 per volta!>> l'ammonirono.

<<Io sono il suo avvocato, devo poter entrare.>> sentenziò il figlio di Ade.

<<Ehm... ragazzi, io resto fuori, non preoccupatevi.>> disse Leo deglutendo, per nulla attratto dall'idea di rivedere quelle celle così da vicino.

Escludendo Nico e Reyna, Annabeth capì in automatico di doversi tirare indietro da quella visita. Le dispiacque, ma decise di non opporsi per evitare ulteriore stress all'amica, che già aveva rischiato una sincope quella sera!

Due guardie scortarono gli ospiti fino alla cella di Percy, al piano più basso, scavata nelle profondità della terra con spessi muri di pietra.

Il ragazzo se ne stava seduto sulla propria brandina con i gomiti poggiati sulle ginocchia e un'espressione indecifrabile. Quando vide gli amici arrivare, si alzò per accoglierli, leggermente confortato.

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora