Compagni di Battaglia

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[20 dicembre 2016, martedì sera]


Percy era depresso. Lo era da un pezzo, ma ora era chiaro a tutti coloro che gli stavano insieme per più di 2 minuti consecutivi. Il buon yankee sarcastico e ammiccante era tenuto in ostaggio da un emo acciaccato e ombroso.

Per questo ormai non usciva nemmeno più dal palazzo; se ne restava rintanato a svolgere il proprio dovere di Console amministrativo, per quel poco che sopportava, ma il resto delle attività aveva perso qualsiasi attrattiva per lui.

Non parlava con Annabeth da oltre due settimane, così come con Dorothea. E aveva troncato con Nadia, l'unico rapporto che gli facesse sentire una sorta di stabilità e senso di controllo, in tutto quel caos.

Ormai interagiva solo con Leo, con cui sembrava si fosse davvero instaurato un legame malgrado le pessime premesse e lo scetticismo, e con Reyna, che sopportava i suoi malumori e i silenzi di ripicca continuando a prendersi cura di lui.

La ninfa Xanto era il terzo essere con cui riusciva a convivere e che non lo facesse sentire come se fosse sotto perenne giudizio.

Tutto il resto era noia. Sofferenza. Ansia. Gli sembrava di non conoscere più altre emozioni, oltre a queste che si alternavano e sovrapponevano in un turbinio di monotonia.

Il figlio di Efesto ci provava a tenerlo su di morale, come poteva. Gli proponeva giochi, passeggiate, e lo teneva aggiornato riguardo alla sua storia di sesso con l'intraprendente Reneé, il cui appetito non era attenuato nemmeno dalla distanza...

<<Insomma... avremo fatto almeno due ore ieri sera a scambiarci messaggi piccanti, e anche qualche foto... capisci...?!>>

<<Hmm-hmm...>> commentò Percy sovrappensiero, con lo sguardo fisso verso la finestra che dava sul parco, dove sembrava regnare una pace ultraterrena.

Leo capì di essere totalmente ignorato, quindi propose sarcastico <<Se vuoi ti faccio vedere qualche foto...>> e Percy mugugnò gli stessi identici versi vuoti.

Il semidio sospirò rassegnato e si attivò in modalità psicologo <<Che c'è, Percy? Sei monosillabico da giorni...>>

L'altro non rispose subito, ma solo dopo una decina di secondi, sempre con lo sguardo vacuo verso la finestra, con un commento del tutto scollegato <<Sta per nevicare.>>

<<E come lo sai?>> chiese il figlio di Efesto scettico.

Percy fece spallucce, poi pose una domanda altrettanto scollegata, ma che era la chiave <<Sapevi che Annabeth si sposa?>>

L'altro, colto alla sprovvista, decise di optare per la pura sincerità <<Sì.>>

<<Quando l'hai saputo?>>

Il ragazzo rifletté qualche istante <<Quella mattina dopo la nostra nottata da investigatori... Mentre ti aspettavamo per la colazione. Le ho detto che doveva parlarti il prima possibile. A quanto pare l'ha fatto...>>

Percy annuì, senza lasciar trasparire alcuna emozione sul viso. L'amico azzardò un'ipotesi <<Quindi, è questo il motivo del tuo improvviso peggioramento?>>

L'altro aggrottò la fronte <<Peggioramento?>>

Il figlio di Efesto spalancò le braccia, e del tutto trasparente disse <<Beh, da quando sono tuo bodyguard non sei brillato per niente, anzi... Per quanto provi a nasconderlo, ti mancano da impazzire i tuoi poteri, e la vita da semplice mortale non è poi così figa... E ora sei ancora più cupo, evidentemente da quando Annabeth ti ha detto del matrimonio. Tiro a indovinare... forse vedendo un riavvicinamento negli scorsi mesi avevi sperato in un ritorno di fiamma e questa news ti ha spiazzato!?>>

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora