Alter ego

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[24 novembre 2016, giovedì]

Leo si svegliò di buonora, e di buonumore.

Era accaduto spesso nelle ultime settimane. Continuava ad avere i suoi soliti brutti pensieri, le solite paranoie che lo facevano sentire inadeguato e inferiore, e, come ogni semidio che si rispetti, i classici incubi ricorrenti.

Tuttavia, era più lucido. Più concentrato. E riusciva a snebbiare la mente più facilmente rispetto al passato.

Si alzò di scatto, si stiracchiò, poi balzò giù dal letto e fece flessioni per una decina di minuti, focalizzando sempre di più la propria attenzione sulla giornata che lo attendeva, come rituale mattutino. Certo, le braccia robotiche aiutavano, ma i pettorali erano ancora i suoi!

Doccia veloce, olio alle giunture delle mani, soliti vestiti casual, ed eccolo pronto.

Bussò alla porta nascosta nella parete che separava la sua camera dall'appartamento del Console, ed entrò senza attendere risposta, come fosse totalmente normale.

E Percy non si offese, anzi, lo salutò con un cenno del capo e lo invitò implicitamente ad unirsi a lui al tavolino sul balcone, dove lo attendeva per colazione. E si capiva che lo stesse attendendo, perché non aveva ancora toccato nulla nonostante la tavola fosse imbandita, e nel frattempo aveva letto velocemente alcune testate di giornali, che ripiegò velocemente all'arrivo del compagno.

Leo gli sorrise mentre prendeva posto, apprezzando quei piccoli gesti di rispetto. Dopo la serata di Halloween, durante la quale avevano bisticciato, non si erano più apertamente chiariti, ma era come se entrambi si fossero resi conto di aver esagerato solo per vecchi rancori, quando invece, tutto sommato, si trovavano simpatici. Quindi, erano semplicemente andati oltre.

Iniziò ad imburrarsi una fetta di pane e chiese in tono pratico <<Scaletta di oggi?>>.

Il figlio di Poseidone fece una smorfia bevendo un sorso di cappuccino <<Beh, vediamo... scartoffie... scartoffie, scartoffie... poi, vediamo... oh, è vero, altre scartoffie... e per finire... qualche firma su alcune scartoffie.>>

<<Non ti dimenticare i timbri, tra tutte quelle scartoffie...>> gli ricordò ironico. I due ridacchiarono.

<<Però, pensavo di andare a fare un giro al Campo a salutare i ragazzi, se riusciamo...>> propose poi incerto il figlio di Poseidone.

Non era la prima volta che, nelle ultime settimane, Percy visitava il campo di addestramento, e Leo notò che questa nuova abitudine lo faceva stare meglio. Leo si chiedeva se il ragazzo non stesse segretamente frequentando qualcuno di nascosto al Campo, ma non lo aveva mai colto in flagrante.

Ovviamente, Reyna non era d'accordo con questa nuova routine, e ogni volta che si incontravano non mancavano occhiataccia di rimprovero e battutine sarcastiche. E lui, sventurato bodyguard, si trovava sempre tra incudine e martello.

Comunque, lo assecondò <<Perché no? Magari verso la fine delle esercitazioni, intorno alle 16, che dici?>> gli propose sapendo che era il miglior orario che avrebbe permesso ai due Consoli di incontrarsi per pochissimo.

Percy annuì, e si interessò poi ai piani dell'amico <<E tu, andrai ancora al cottage?>> chiese sapendo che ormai ogni giorno il figlio di Efesto dedicava almeno mezza giornata alla ricostruzione del cottage di Calypso insieme al nuovo proprietario.

Leo annuì a sua volta <<Se possibile, visto che starai chiuso a palazzo al sicuro fino alle 16, nel frattempo andrei ad aiutare Sisto, sì.>>

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora