Il Potere di un Dio

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Lo so, lo so... manco da un po'. Ma ve l'avevo detto che è un periodo un pochino di emme. Beh, ma la show deve continuare! Ecco qua! Buona lettura!  E come sempre attendo i vostri pareri! 😘 



Dopo settimane in mare nella noia e nella stasi più assoluta, il Leviatano sembrava aver deciso di manifestarsi proprio quando morale e forza avevano abbandonato i semidei, appena dopo due attacchi disarmanti.

E il mostro non aveva tradito le spaventose aspettative.

I venti sferzavano il sartiame della nave sfaldandolo e portando gli alberi al punto di rottura. La pioggia flagellava i semidei come taglienti schegge di vetro. I lampi erano l'unica fonte di luce, e i tuoni rombavano così forte da essere assordanti.

E il Leviatano sembrava giocare con la preda in trappola. I suoi versi erano sufficienti per raggelare il sangue nelle vene dei suoi nemici, che si sentivano sopraffare solo a guardarlo.

Le lunghe e molteplici code come viscidi tentacoli frustavano, ghermivano e disarmavano le povere Cacciatrici che, disperate, tentavano in ogni modo di non farsi gettare in mare e finire in balia della tormenta.

Nonostante tutti gli sforzi e l'impegno nel combattere, sapevano bene che sarebbe bastato un vero colpo di coda ben assestato, o un morso con quelle immense fauci, per distruggere la nave in un secondo e farli colare a picco.

<<RESTATE UNITE! STRINGETEVI! COPRITEVI A VICENDA!>> urlò Talìa cercando di sovrastare il fracasso di mare e cielo in tempesta.

Percy come un ossesso saltellava menando colpi ovunque fosse necessario, accerchiando il gruppo di ragazze per proteggerle, gridando dalla frustrazione e cercando anche di tenere insieme la nave sollecitata dai violenti flutti, che sembravano non volersi piegare al volere del figlio del dio del mare.

Anche Reyna con la propria lancia si prodigava per difendere sé stessa e più giovani che poteva. Poi la sua attenzione fu attirata da un tentacolo che puntava dritto verso Percy. Urlò il suo nome per avvertirlo e si lanciò verso di lui per difenderlo.

Nonostante fosse sicura che Percy avesse visto Annabeth guardando le sirene, il suo sentimento per lui non era venuto meno, e non avrebbe permesso che gli accadesse qualcosa.

Ma un altro tentacolo aveva approfittato della sua premura verso l'amante per afferrarle una gamba, e iniziò a trascinarla fuoribordo.

Cercò di impuntarsi conficcando la propria lancia sul pavimento più forte che poteva per avere un appiglio; tuttavia, il tentacolo la trascinò così forte che la lancia stessa si spezzò <<No...>> mormorò affranta, più preoccupata per la propria arma che per la propria vita.

Era l'arma con cui era entrata nell'esercito romano, l'arma con cui aveva dimostrato il proprio valore, che si trasformava al suo volere e che era diventata il simbolo della sua forza d'animo. E ora era distrutta.

Per un attimo si lasciò andare allo sconforto, senza più reagire; poi il suo spirito da combattente tornò più vivo che mai, e provò ad afferrare qualsiasi cosa potesse mantenerla a bordo.

Ma si sarebbe lasciata strappare una gamba, se Dorothea non si fosse accorta della situazione: balzò fuori dal gruppo riunito al centro della nave evitando di diventare a sua volta un bersaglio, e con due rapidi colpi di pugnale riuscì a liberare Reyna.

La figlia di Bellona rimase troppo stupita per reagire, ma accettò la mano della ragazza che voleva aiutarla ad alzarsi, e tornò alla riscossa prendendo un'arma di fortuna da una delle ragazze cadute.

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora