Un Nuovo Inizio

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Revisionato il 12/10/2020 a seguito di nuovi dettagli ne "Le Sfide di Apollo".

Se non volete spoiler, non leggete!!!



Settembre 2011

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Aveva desiderato così tanto quel giorno che, quando aprì gli occhi la mattina, pensava di stare ancora sognando.

Poi, si disse che sì, i suoi sogni erano molto vividi e realistici e spesso mostravano proprio ciò che stava accadendo da qualche parte nel mondo, o che sarebbe potuto accadere; ma non potevano essere così tanto tangibili, e, di solito, non erano affatto belli.

Si voltò alla propria destra e la vide, trovando la conferma che non era uno dei suoi incubi raccapriccianti. 

Lei dormiva ancora profondamente, i boccoli biondi ad incorniciarle il viso rilassato; da sveglia, era spesso corrucciata e pensierosa, incapace di spegnere quel suo geniale cervello, maniaca del controllo e piuttosto nevrotica. Ma lui, lui sapeva sempre come disinnescarla, farla ridere e sorridere. Non era proprio da tutti disarmare così Annabeth Chase.

L'amava così tanto, che si ripromise di permetterle di dormire così serenamente per il resto della vita.

Eppure, non era una promessa facile, per ragazzi come loro, specialmente per loro.

Percy Jackson era il figlio di Poseidone, considerato il più potente semidio in vita e uno dei più temibili mai vissuti; e, con queste premesse, era ovvio che qualcuno lo volesse morto, addirittura ancora prima della sua nascita. 

Ormai conviveva con questa condizione fatale da 19 anni, una perenne spada di Damocle sulla testa; ma, riflettendoci, si disse di essere stato piuttosto fortunato, tutto sommato.

E s'incupì, pensando a tanti amici che non avevano avuto stessa sorte. Non pensava fossero meno abili a combattere, o meno meritevoli come persone, o meno prudenti nel tenersi alla larga dai guai. Anzi. Erano stati solo più sfortunati; non era stato il loro destino avere una vita lunga e spensierata; non lo è quasi mai, per un semidio come Percy, o Jason, figlio di Zeus. Lui era uno di quelli... nati con fato avverso.

Erano passati solo pochi mesi da quella terribile perdita, e Percy continuava tormentarsi, chiedendosi se non avrebbe potuto fare qualcosa per evitarlo; sapeva che era solo un caso che non ci fosse stato lui stesso al posto di Jason, e mai prima d'allora si era davvero reso conto di quanto la sua vita fosse sul filo di un rasoio, in balia di forze più grandi.

Mentre sprofondava assorto in quei pensieri cupi, si sentì accarezzare il viso.

<<Buongiorno... sei pensieroso... tutto ok?>>

Il ragazzo si girò sul fianco destro per poterle stare di fronte <<Certo... Stavo ripassando mentalmente tutta la lista delle cose che dobbiamo portarci. Sai, nel caso avessimo dimenticato qualcosa.>> le mentì. A volte preferiva farle pensare di essere spensierato e leggero per non darle ancora più crucci di quanti già non se ne assumesse da sola.

La ragazza sorrise roteando gli occhi <<Per fortuna la lista l'ho fatta io anche per te, e sono sicura di aver ricordato tutto... altrimenti tu ti dimenticheresti anche le mutande, Testa d'Alghe!>>

Si misero a ridacchiare piano per non svegliare la famiglia di lui che dormiva nella stanza dall'altra parte del corridoio; lui la portò verso di sé prendendola dai fianchi, e lei avvolse la gamba destra attorno alla sua schiena.

<<Beh, per fortuna che non sempre mi servono, quelle...!>> le rispose ironico, e iniziò a baciarla sul collo.

<<Ma quanto sei stupido! Dai smettila, qualcuno potrebbe sentirci e venire a...>>

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora