Sì, lo so. Manco da molto. Ma, per un attimo, ho pensato di mollare tutto... un po' di demotivazione, legata al poco tempo libero e al grande impegno che questa storia sta comportando. Tuttavia, nonostante la storia non abbia raggiunto la fama in cui speravo e non ci siano molti like e commenti, qualcuno è davvero appassionato, e mi dispiacerebbe deluderlo. Quindi, farò del mio meglio per proseguire la storia e portarla a termine, se voi promettete di non abbandonarmi! 😘
[Lunedì 26 giugno – venerdì 8 luglio 2016]
Ogni giorno, Reyna si svegliava presto. Faceva colazione nel patio con Annabeth, chiacchierando decisamente molto meno che nelle settimane precedenti, poi si recava al Campo Marte per l'addestramento della Settima Coorte in sostituzione a Percy.
E ogni giorno, dopo la taciturna colazione con Reyna, Annabeth sgattaiolava in camera di Percy, e restava con lui fino al pomeriggio, quando, intorno alle 16, Reyna faceva ritorno.
Inconsciamente, entrambi i ragazzi preferivano che quegli incontri restassero segreti, anche se non facevano nulla di male, in fin dei conti.
La prima settimana, si dedicarono quasi esclusivamente allo studio.
Dopodiché, superato un iniziale imbarazzo, i due intervallarono lo studio con qualche chiacchierata più leggera e amichevole.
Dato che Percy aveva a mala pena le forze di restare sveglio, non si muoveva nemmeno dal letto durante i loro incontri. Neanche la sua attenzione era delle migliori.
Certo, non era mai riuscito a concentrarsi su un unico compito, iperattivo com'era, ma ora faticava a focalizzarsi, si stancava molto più velocemente, ogni ora aveva bisogno di una pausa per riprendersi, e dopo pranzo si doveva concedere sempre un sonnellino.
Annabeth restava sempre in sua compagnia, proseguendo con la lettura di un libro o con la stesura del piano di studi per il ragazzo, attendendo il suo risveglio.
Spesso, però, il suo passatempo preferito era osservarlo, in silenzio, notando ogni dettaglio che era cambiato da quando non stavano più insieme, e da quando lui aveva perso i propri poteri.
Era sicuramente più uomo, rispetto ad un anno e mezzo prima. Ma, ridotto com'era, avrebbe faticato a riconoscerlo incontrandolo per caso.
La carnagione era pallida e spenta, così come il suo sorriso, non più allegro e smagliante come un tempo, con le labbra più sottili e disidratate. I capelli, che erano sempre stati neri, lucidi, robusti e indisciplinati quanto lui, sembravano ora sottili e più radi, e anch'essi sembravano privi di luce.
Aveva perso almeno 10 chili durante quella degenza. Anche dopo il Labirinto era stato così deperito, se non di più. Ma, all'epoca, il suo fisico sembrava comunque in salute, atletico e reattivo, pronto a riprendersi appena tornato ad una normale alimentazione.
Ora, invece, sembrava un malato terminale.
Era come se tutta la sua persona fosse stata abbandonata da una scintilla, che fino ad allora lo aveva fatto risplendere di luce propria.
La figlia di Athena raccoglieva mentalmente ogni dettaglio, e cercava una soluzione a quel dilemma da settimane, leggendo libri su libri, studiando miti e leggende, in cerca di indizi o altri casi simili. Ma sembrava non ci fossero precedenti, tra i semidei, se non per maledizioni o volere divino.
In attesa di capirne di più, sperava solo di poterlo aiutare ad accettare la propria nuova condizione. L'importante era stargli vicino, si diceva.
Quel venerdì pomeriggio, Percy stava riposando più a lungo del previsto. E sembrava proprio dormire di gusto.
La ragazza lo osservò ancora una volta, ormai abituata a quel suo nuovo aspetto malconcio, ma non per questo meno preoccupata della lentezza con cui il suo corpo stava guarendo.
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Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)
FanfictionPercy ed Annabeth sono finalmente a Nuova Roma pronti per vivere la loro vita insieme. Ma il destino beffardo ha un piano diverso per il semidio più potente mai esistito. ... Siete pronti all'epico epilogo della saga? Questa storia è pensata per ess...