Discendenza ingrata

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7-8 dicembre 2014

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Percy restò chiuso nelle sue stanze per molte ore, rimuginando su tutte le dinamiche a lui note riguardo quel conflitto, sfogliando maniacalmente i suoi appunti e cercando una soluzione per salvare suo padre. Nonostante la sconfitta subita da Taumante e la resa pattuita per il 21 dicembre, ancora non si era arreso all'idea che tutto fosse perduto. Solo quando fu notte fonda tornò in parte lucido, e resosi conto della disperata situazione, il senso di vuoto lo portò a desiderare la compagnia e il conforto di qualcuno.

Andò a cercare Tyson, che ancora non aveva visto da prima dell'inizio dell'attacco. Nei corridoi incrociò Bentesicima che usciva dagli appartamenti di Poseidone:

<<Buonasera.>> disse lei atona e senza riuscire a guardarlo in volto, forse ancora imbarazzata per l'incontro di alcune ore prima.

<<Ciao Bentesicima...>> le rispose lui cordiale cercando di stemperare la tensione <<Per caso sai dov'è Tyson? Non l'ho ancora visto dopo lo scontro...>>.

La ragazza trasalì, e finalmente alzò lo sguardo <<Pensavo lo sapessi...>>

Il semidio si rabbuiò allarmato <<Cosa?>>

<<Si trova in convalescenza nella sua stanza... Durante lo scontro è rimasto ferito dal fuoco greco, ma...>> non fece in tempo a finire la frase, che Percy, in preda al panico, era già schizzato via verso l'ala del palazzo in cui si trovava la stanza di Tyson.

In tutto quel trambusto, non aveva minimamente pensato alle conseguenze della battaglia, non si era neanche chiesto se qualcuno che conosceva fosse rimasto ferito, concentrato com'era a contemplare il proprio misero fallimento! Come aveva potuto essere così egocentrico? Forse perché non riteneva possibile che Tyson restasse ferito, grande e forte com'era! E invece...

Si fermò davanti alla porta prima di entrare, non del tutto pronto ad affrontare quella situazione e sentendosi terribilmente in colpa: ormai, si sentiva in colpa costantemente per qualsiasi cosa.

Si fece coraggio, inspirò e varcò la soglia. Tyson riposava su un enorme letto a grandezza di ciclope, con la schiena poggiata contro dei cuscini. Aveva delle bende ad avvolgere tutto il braccio sinistro, mano compresa, e altre intorno alla testa a fasciare l'occhio.

Percy deglutì e con un filo di voce lo chiamò <<Tyson...>>

Il ciclope sorrise nel sentire la voce dell'amato fratello <<Percy!! Eccoti finalmente!>>

Percy si sentì anche peggio e non seppe come giustificarsi <<Scusami Tyson. Dopo il duello non sono stato molto bene e...>> gli si smorzò la voce in gola dalla vergogna, ma il fratellastro ciclope sorrise ancor di più e con tono serafico disse <<Tranquillo, mi hanno detto del duello. L'importante è che sei vivo, sapevo che venivi appena lo sapevi!>> concluse con le sue solite frasi un po' sgrammaticate.

Percy gli fu grato della comprensione e si sentì di non meritarla <<Sì... sono vivo... E tu, Campione, che mi combini? Che è successo!?>>

Tyson storse la bocca <<Un serpente di mare, è arrivato fino ai cannoni e ha attaccato mentre sparavo un colpo... mi è rimbalzato addosso... Briareo è stato bravo, mi ha salvato!>>

Percy ebbe un'altra stretta allo stomaco: cosa ne era stato di Briareo!? Nemmeno a lui aveva pensato! Ma che diavolo gli succedeva?!

Tyson sembrò leggergli nel pensiero <<Briareo riposa, sta bene... Tyson un po' meno...>>

<<Ma... ma... riesci a vedere qualcosa?>> chiese con timore.

Tyson strinse le labbra, poi scosse piano la testa incerto <<Delle ombre. Ma dicono che migliorerò, col tempo... soprattutto se sto in acqua...>>

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora