Un incontro rimandato

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5 giugno 2015

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Ogni mattina Percy si svegliava allungando la mano dall'altra parte del letto e sentendo nient'altro che le lenzuola fredde.

Dopodiché, il suo pensiero tornava a vecchi ricordi, alle mattine in cui si svegliava e al suo fianco vedeva una massa di capelli biondi e mossi, ad incorniciare il viso della sua amata.

Indugiava a letto qualche minuto nel tentativo di scacciare quei pensieri prima di alzarsi e riprendere la sua routine quotidiana tra impegni di stato, allenamenti, pranzi e cene con ospiti illustri, e gli incontri segreti con Reyna, che lo facevano sentire bene, ma solo finché lei glielo permetteva, e solo entro i limiti che lei poneva.

Ma quella mattina, dopo essersi sentito rifiutato e usato per l'ennesima volta, pensò alla sera che lo attendeva: avrebbe raggiunto Calypso per cena, ed era piuttosto impaziente, come se fosse un incontro rimandato per molto, molto tempo.

Durante la colazione nel patio, vide arrivare Reyna, ancora zoppicante, ma pur sempre sulle proprie gambe! Ovviamente, avrebbe avuto necessità di un sostegno, materiale o umano, ma lei non lo avrebbe mai ammesso.

Avrebbe voluto chiederle come stava, ma si disse che se era così testarda da camminare da sola su una gamba rotta, allora non aveva bisogno delle sue premure.

La ignorò per tutto il giorno, e la sera uscì presto alle 18 per andare a comprare dei fiori prima di presentarsi da Calypso, sapendo quanto la ragazza ne fosse appassionata.

Avrebbe dovuto portare il mantello consolare sempre e spostarsi insieme ai littori, ma congedò le sue guardie, si tolse il mantello e rimase in abiti casual per dare meno nell'occhio: dopotutto, preferiva un basso profilo quando aveva impegni personali.

Andò a piedi fino a casa di Calypso, un grazioso cottage rustico in legno sopra una lieve collina, vicino ad una radura molto ampia alla base di colli più alti. Aveva un unico piano e delle finestre piccole con fioriere bianche sui davanzali ricolme di fiori multicolori.

Bussò alla porta principale; dopo un minuto, una trafelata Calypso corse ad aprirgli: indossava un grembiule verde tutto macchiato, e sotto sembrava portare un semplice e leggero vestito estivo giallo.

I capelli erano sciolti e leggermente arruffati, e aveva una macchiolina di cibo sulla guancia.

La trovò radiosa, ma si sforzò di non fissarla. Le sorrise <<Ciao! Spero di non essere troppo in anticipo...>>

<<Ehi! Oh no, tranquillo... sto solo avendo qualche difficoltà...>> lo fece entrare in casa: si ritrovò in un salottino, che fungeva anche da ingresso, molto raccolto con due poltrone e un divano, caminetto, tv e una libreria; la cucina era sul fondo della stanza, su un'unica parete, e aveva un tavolo in legno per 6 persone. Una porta dal salotto conduceva ad un breve corridoio per arrivare alla camera da letto e al bagno.

In tutto l'intera superficie non copriva nemmeno quella che era la camera da letto di Percy a palazzo, e lui lo notò con imbarazzo.

<<Era molto più facile su Ogigia! Era sempre tutto pronto!! Ti spiace preparare la tavola? Mangiamo fuori, sul retro.>> si giustificò lei, e gli indicò una porta che dalla cucina dava sul retro della casa, dove vide un basso tavolino di legno ricavato dalla sezione di un grande tronco, con delle coperte distese a terra tutto intorno. Percy immaginò che avrebbero fatto una specie di pic-nic, e preparò il tavolino.

<<Ti serve una mano?>> chiese poi educatamente.

<<Puoi prendere le patate nel forno? Dovrebbero essere pronte, portale pure in tavola, io arrivo con lo stufato...>>

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora