I Lupercalia

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Revisionato il 05/01/2021 a seguito di nuovi dettagli ne "Le Sfide di Apollo".

Se non volete spoiler, non leggete!!! 😛


Martedì 11 Febbraio 2014

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Il giorno seguente ancora non si parlavano, ma, come da tradizione, fu loro richiesto di recarsi vestiti con delle toghe bianche da cerimonia dagli auguri per avere il benestare per intraprendere l'impresa: sarebbero potuti partire dopo gli Equirria e i Lupercalia, che sarebbero terminati con una grande festa cittadina quel venerdì sera, il 15 febbraio. Decisero di partire il sabato stesso per non perdere altro tempo.

Poi, nel pomeriggio, si recarono in Senato per essere ufficialmente incaricati e per richiedere i mezzi necessari: chiesero soltanto degli abiti da missione adeguati sia a temperature elevate che a climi rigidi, rifornimenti di cibo di facile trasporto, ambrosia sufficienti per durare oltre un mese, e un trasporto fino alla più vicina entrata conosciuta del Labirinto: il Monte Otri. 

Chiesero anche se fosse possibile avere come terzo membro del gruppo Rachel Elizabeth Dare, l'Oracolo di Delfi residente al Campo Mezzosangue, poiché era in grado di seguire le tracce magiche all'interno del Labirinto. 

Dovettero convincere tutti dell'estrema importanza della sua partecipazione, ma al Senato non andava molto a genio chiedere l'aiuto di un oracolo greco. 

Inoltre, se le fosse successo qualcosa, sarebbe stata una perdita inaudita per tutti i semidei. Reyna si prodigò per appoggiare la loro richiesta, e alla fine, a fatica, ottennero il via libera del Senato.

Ovviamente, furono anche sollevati dall'obbligo di sostenere gli esami universitari per ragioni straordinarie, ma con la certezza che sarebbero stati ammessi all'anno successivo e che i professori li avrebbero aiutati a recuperare.

Alla fine dell'assemblea, Percy, alla muta presenza di un'ancora collerica Annabeth, chiamò Rachel e le spiegò cosa fosse successo e cosa dovessero cercare nel Labirinto, e le chiese se ci fosse la remota possibilità che li aiutasse. 

Lei disse di essere al corrente della situazione di Nuova Roma, e di aver avuto delle visioni inerenti al Labirinto.

<<Percy, io... Voglio aiutarvi, davvero, ma le mie visioni sono confuse a riguardo. Non credo che io vi serva davvero... per trovare l'ancile.>> ammise amaramente.

Percy provò a persuaderla <<Stai provando ad interpretare le visioni. Qualcuno di molto saggio mi ha insegnato che non va fatto, bisogna lasciarle andare, ricordi?>>

Quella stessa frase l'aveva detta Rachel a Percy un paio di anni prima. I due amici avevano parlato a lungo, in passato, delle varie visioni che spesso avevano tormentato il figlio di Poseidone. 

Si presentavano sotto forma di sogni, ma non erano mai solo questo, erano premonizioni. 

Le aveva sempre avute ed erano diventate sempre più forti e dettagliate durante i periodi delicati che aveva affrontato. 

Cercarono di trovare una spiegazione a questo suo potere, che si faceva sempre più forte col passare degli anni; alla fine, fu il dio Apollo stesso a rivelare l'arcano: nell'antichità, quando ancora Apollo non era nato, gli oracoli erano una prerogativa di Poseidone. 

Poseidone era, infatti, un dio molto potente, più dello stesso Zeus, secondo alcuni (ma non ditelo a Zeus, shh!), e aveva molti più "compiti" all'inizio, tra i quali donare la preveggenza, che spesso si manifestava con forti emicranie nelle persone col dono, e da lì nacquero i primi antichissimi oracoli. 

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora