Volpi e Uva

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Leo notò l'interesse di Piper per le sue nuove braccia. E mentre lei le fissava, lui fissava il suo viso.

Fu travolto da una marea di emozioni contrastanti...

Malinconia, per ciò che erano stati: migliori amici, praticamente fratelli e confidenti.

Amarezza, per ciò che avrebbero potuto essere, insieme, se gli dei non si fossero intromessi come al loro solito.

E rabbia, per la facilità con cui si era allontanata, come se lui fosse nulla. Come aveva fatto tutta la sua famiglia in passato, prendendo le distanze dal mostro che era quello strambo e pericoloso bambino.

Ma lui non era un mostro, vero?

Un attimo prima di andarsene con i propri compagni, Piper lanciò un ultimo sguardo a Percy e Reyna, e infine anche a lui. Leo avrebbe voluto psicoanalizzare quell'occhiata e trarne qualcosa che potesse fargli capire cosa la ragazza pensasse.

Almeno le importava ancora un po'? O lo odiava? O peggio, le era indifferente?

Era talmente interessato alla sua considerazione, da non essersi nemmeno chiesto più di tanto come mai Renée non fosse lì con il gruppetto.

Quando iniziò a piovere copiosamente, si ridestò dai propri pensieri. Reyna e Percy erano fianco a fianco, a una quindicina di metri da lui.

Si avvicinò per chiedere se fosse tutto ok, e notò Percy asciugarsi le guance col dorso della mano inguantata.

<<Torniamo a palazzo?>> chiese cauto.

La ragazza si voltò verso il figlio di Poseidone, e attese che fosse lui a decidere.

Percy si guardò intorno: ormai la piazza era vuota. Guardò poi Reyna, e vide che era fradicia, ma non batteva ciglio, composta e regale come sempre, pronta a sostenerlo, come sempre.

Annuì <<Andiamo.>> e si avviò verso la carrozza con i due amici al seguito.

Un attimo prima di salire, Leo si bloccò, e agì d'impulso <<Vi... vi dispiace se torno più tardi? O avete bisogno di me per la riunione?>>

La figlia di Bellona stava per protestare, ma il collega rispose prima che lei potesse proferire parola <<Fai pure quello che ti pare. Ci vediamo a palazzo quando vuoi.>>

Il ragazzo sorrise, chiuse la carrozza, e schizzò via prima di essere fermato.

La sua destinazione non era molto distante: il palazzo del Campidoglio, ora adibito ad hotel di lusso della città.

Una volta entrato, si sentì subito in soggezione, poiché aveva la toga zuppa d'acqua e stava bagnando tutto il pavimento di marmo nella hall mentre il receptionist lo guardava con espressione inospitale e scocciata.

Si squadrò, e decise di sfilarsi la toga, che aveva protetto i suoi vestiti casual tenendoli asciutti. La appallottolò, e imbarazzato si guardò intorno per capire cosa farne. Il receptionist gli venne in aiuto indicandogli pigramente un portaombrelli dove poterla appoggiare.

Lo ringraziò con un cenno del capo, mentre gli si avvicinava schiarendosi la gola <<Mhh-mhh. Mi scusi, volevo sapere se alloggia qui Piper McLean.>>

<<Chi lo vorrebbe sapere?>>

<<Io.>> ribadì confuso. Il receptionist inarcò un sopracciglio, e il ragazzo capì il sottinteso <<Ehm, Leonidas Valdez?>> tentò incerto.

Quel tizio cambiò totalmente espressione, riconoscendo l'eroe che aveva salvato la città, e iniziò a trattarlo con riverenza <<Un attimo, Signore.>>

Percy Jackson - Lα Nυσʋα Eɾα (in corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora